Work Pass
IN VERSIONE INTERATTIVA http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-novembre-2021/
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Non vi pare che il nostro Paese sia alla frutta, ma quella marcia!
È successo un fatto epocale e sarebbe intelligente non dimenticarsene nonostante siano passate alcune settimane. Siamo al paradosso che chi s’indigna è chi ha fatto marcire il Paese prima dalle poltrone di istituzioni europee distruggendo anche la Grecia, passando per club di dominio economico come Goldman sach, e ora come Presidente, non eletto, del governo italiano come terminale di un percorso di diretta dettatura iniziata col governo Monti. Draghi si è indignato e ha abbandonato come un bambino indispettito dai rimproveri degli adulti, il tavolo di confronto con i sindacati sull’annosa povertà dei lavoratori pensionandi e dei pensionati, dimenticandosi dei tanti benevoli lasciapassare ricevuti da parte sindacale a partire dallo sblocco dei licenziamenti su ordine della Confindustra che, ovviamente, gli ha tributato un’ovazione nel suo covo assembleare annuale tanto importante per i governi da sostituire lo stesso Parlamento. Logicamente un governo dei ricchi viene osannato dai ricchi, non fa una grinza, è la logica dello stato di cose presenti.
I sindacati, questa volta, irriverenti verso il monarca volevano parlare di pensioni e quindi della poca vita rimasta a persone (guarda caso lavoratori già spremuti per oltre quarant’anni e scampati alla morte per mano degli imprenditori causa voluta mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro), che hanno versato costantemente i contributi per quattro e più decenni all’Inps e che più volte negli anni hanno visto i governi rimangiarsi i patti stipulati con i loro sindacati, precarizzando ogni aspetto della vita, cancellato il retributivo per il contributivo, reso salari e pensioni inferiori a 30 anni fa, introdotto il jobs act e cancellando il futuro rimasto per gli anziani e la mancanza totale di un futuro pensionistico per i giovani.
Ci dobbiamo aspettare dei dispetti da parte dell’attempato bambino?
Si, perché la cialtroneria di potere in questo ex bel Paese ha raggiunto limiti che sembravano invalicabili a chi ha semplicemente un concetto vago di civiltà e rabbrividisce di fronte a oltre sei milioni di nuovi poveri in più in questi anni di pandemia.
Ce ne sarebbe abbastanza per ridare ruolo costituzionale alle piazze contro il governo Draghi, cioè governo di Confindustria – ma non basta uno sciopero nazionale se non ci si incammina nel ripristino della conflittualità sui luoghi di lavoro – sottraendole all’evanescenza dei no-green pass a loro volta inconsapevoli della funzione liquida con la quale il governo li ha nominati “opposizione”.
E’ vero che la lotta contro il Green Pass, di quelli vaccinati, è socialmente più ampia dell’area “No Vax” ma è anche vero che non avendo materialmente buttato fuori i negazionisti, ben istruiti ideologicamente dalla stessa destra al governo – basta non dimenticare l’assalto alla CGIL a Roma sotto le cataratte di quelle forze dell’ordine sempre pronte a reprimere con la violenza i lavoratori negli scioperi e ogni dissenso sociale nelle piazze – si sono resi coadiutori di un’istruttoria pericolosa che inficia una saldatura tra i contrari al codice verde e i lavoratori della Gkn, dell’Alitalia, della Henkel, della Gianetti ruote, della Abb, della Whirlpool, della Shiloh e delle altre tantissime altre vertenze che ci sono anche se silenziate dalla stampa per non disturbare i soci confindustriali del governo.
Per non dimenticare quelli che il lavoro non ce l’hanno o l’hanno perso. Una cosa è certa, in realtà il governo tende a considerare il Green pass come scorciatoia per non investire sulla sanità, anzi per continuare a debilitarla consegnando al privato la diretta gestione del fu Servizio Sanitario Nazionale.
Lo conferma il governo Draghi con quasi 6 miliardi di tagli: è quanto emerge dalla Nadef, la Nota di Aggiornamento del Def (Documento di Economia e Finanza) che è stata approvata dal Parlamento. Se da un lato il Governo si impegna a consolidare la crescita del Pil e ad utilizzare le risorse di bilancio anche per la sanità, dall’altro si nota che in questi anni (tra il 2022 ed il 2023) si andrà a danneggiare ulteriormente il sistema sanitario con una diminuzione della spesa.
Dopo aver accresciuto le spese sanitarie di 6 miliardi nel 2021, con una spesa prevista di 129 miliardi, per il 2022 la cifra indicata è di 125 miliardi, mentre nel 2023 si prevede di sborsare 123 miliardi. In pratica, la spesa diminuirà di 4 miliardi l’anno prossimo e di altri 2 miliardi fra due anni: ciò significa che nell’arco di 2 anni saranno messi a disposizione della sanità 6 miliardi in meno. E sarà un palliativo il leggero aumento di spesa previsto per il 2024.
Invece a molto servirà l’opera di Brunetta, il primo nemico del lavoro pubblico che continua impunemente a derubare la dignità dei lavoratori dei Servizi Pubblici dichiarando che covid e smart working sono stati utilizzati dai dipendenti pubblici come alibi per non fare nulla. Ma anche su di lui vale lo stesso discorso fatto finora sul resto della banda di lanzichenecchi al governo all’opera per destrutturare definitivamente anche l’ossatura di uno Stato: la pubblica amministrazione.
La Legge di Bilancio appena presentata conferma un percorso di economia dei ricchi e ai deboli si rifiuta anche un minimo distanziamento dalla povertà.
Nota per i sindacati: rovesciate il tavolo e scendete in piazza per il Work Pass e il ritiro dello sblocco dei licenziamenti.
Franco Cilenti
editoriale del numero di novembre del mensile Lavoro e Salute
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