Occupazione, Governo e Inps giocano con i numeri e le aziende si riempiono la pancia di incentivi. Indecente!!!
L’ottimismo del Governo rispetto ai dati Inps sull’occupazione a tempo indeterminato è davvero poco condiviso dai sindacati. Solo la Cisl plaude. ”Il contratto a tempo indeterminato sta crescendo” dice il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni poco interessato ” a partecipare al festival dell’ occupazione aggiuntiva o sostitutiva: a noi stanno a cuore le condizioni dei lavoratori”, spiega chiedendo a questo punto di “stabilizzare gli incentivi e la decontribuzione anche per il 2016”. Un ragionamento che nella sostanza riflette quello di Boeri, presidente dell’Inps, anche lui “poco interessato” ad analizzare se si tratta o meno di occupazione aggiuntiva, perché è proprio lì il vulnus. Siamo in presenza di una “grande abbuffata” da parte delle imprese che approfittando degli incentivi e del Jobs act trasformano i contratti precari in contratti a tempo indeterminato che in realtà durerano tre anni.
“Non ci troviamo di fronte ad una vera svolta, ma ad un grande regalo alle imprese e meno diritti per i lavoratori”, dice il confederale della Cgil, Serena Sorrentino. La segretaria confederale spiega infatti che “nel 2014 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono stati nel primo trimestre 379.508, di cui 117.711 effetto di trasformazione di contratti a termine e 24.620 da apprendistato”. Se si comparano questi dati con quelli dei primi tre mesi del 2015 (Su 470.785 contratti a tempo indeterminato, 122.645 sono trasformazioni da contratti a termine e 26.396 da apprendistato), ci si accorge facilmente che alla fine “il saldo netto non è una ‘vera svolta’, considerando anche che i dati si riferiscono ai mesi in cui ha vigenza l’esonero contributivo della legge di stabilità e non il Jobs act”. Per la dirigente della Cgil, “non occorreva, dunque, cancellare diritti per far aumentare il tempo indeterminato” .
A questo punto sono due le domande da porsi se si vuole davvero capire l’evoluzione del mercato del lavroro italiano: La prima è se basteranno i soldi, la seconda: “se le imprese che beneficiano di questo ‘doping’ renderanno veramente stabili questi rapporti di lavoro o se finito l’incentivo torneranno a licenziare, visto che il governo non ha reso selettivi gli incentivi”. “La Cgil – conclude Sorrentino – aveva chiesto da subito che gli incentivi fossero condizionati all’occupazione aggiuntiva, mentre vediamo che nella maggioranza dei casi si tratta di trasformazioni di precedenti contratti. Il governo corregga l’errore nella legge di stabilità 2015”.
Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, il “boom” delle assunzioni con il bonus di 8000 euro “significa una cosa sola: ai padroni piace l’assistenzialismo. Oggi Renzi si fa un po’ di pubblicità con i nostri soldi, vedremo poi cosa dirà nei prossimi mesi quando questi stessi lavoratori verranno licenziati e le aziende incasseranno comunque i soldi”.
Fabio Sebastiani
12/5/2015 www.controlacrisi.org
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