Svimez: “Il fisco distorto fa costare di più i lavoratori del Sud”.
In base a stime SVIMEZ negli anni 2011-2014 le continue manovre di modifica dell’IRAP hanno ridotto il costo del lavoro al Centro-Nord di 2.592 euro, al Sud di 2.263. La minore efficacia delle misure fiscali continua e si aggrava nel 2015, con una riduzione del costo del lavoro di 8.362 euro al Centro-Nord e di 8.144 al Sud. Rispetto a un lavoratore assunto a tempo indeterminato al Centro-Nord negli ultimi quattro anni, quello del Sud costa circa 450 euro in più. Sud che viene privato di 3,5 miliardi di euro prelevati dal Piano di Azione e Coesione per finanziare gli sgravi contributivi anche ad aziende del Centro-Nord.
Secondo la SVIMEZ la manovra IRAP, la decontribuzione degli oneri sociali e il Jobs Act non basteranno a rilanciare la domanda di lavoro, soprattutto al Sud; occorrerebbe invece ridurre l’onere tributario sul capitale sul modello tedesco, destinare maggiori incentivi fiscali agli investimenti privati e, soprattutto, rilanciare una politica economica di investimenti pubblici. È quanto emerge dallo studio “Modifiche alla disciplina dell’IRAP ed effetti sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale: un raffronto territoriale” dei professori Gaetano Stornaiuolo e Salvatore Villani di prossima pubblicazione sulla “Rivista Economica del Mezzogiorno”, trimestrale della SVIMEZ edito da Il Mulino, i cui principali risultati sono anticipati nella nota di ricerca omonima disponibile da oggi sul sito www.svimez.it. Lo studio prende in esame l’impatto della normativa fiscale relativa all’IRAP sulle imprese del Centro-Nord e del Sud negli anni 2011-2014 e gli effetti potenziali sulle stesse imprese degli interventi sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale contenuti nella Legge di Stabilità 2015.
Il testo della ricerca, in sintesi: Svimez_2015.pdf50.49 KB12/05/2015, 12:56
12/5/2015
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