Il tornello dei dileggi
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Salvatore Massimo Fazio, scrittore siciliano, dà lustro alla sua terra con questo libro divertente narrando con un sarcasmo e un pessimismo quasi ironico un miscuglio di azioni del vivere.
L’autore è un collaboratore del quotidiano “La Sicilia”, il web magazine “Sicilymag” e il mensile catanese “Paesi Etnei Oggi” e dopo aver dato alle stampe diversi saggi si presenta in libreria con “Il tornello dei dileggi” pubblicato nella collana Eclypse dall’editore Arkadia.
Romanzo itinerante, compie un tour in diverse città: Madrid, Roma, Torino e Catania e coinvolge diversi personaggi in continue vicende che non hanno capo né coda e che finiranno di interrogarsi e chiedersi chi siano veramente.
Personaggi calati nella società, nella politica. Non manca il calcio. La sua origine catanese lo porta a parlare del Catania e della Roma, squadre legate alla sua passione sportiva con uno spirito di avventura.
Traspare tra le righe di questo romanzo quanto ci troviamo a vivere in un mondo che non gira per il verso giusto e questo concetto sembra essere nel pensiero dell’autore. Questo forse perché noi ci troviamo davanti un’umanità che non ha più valori.
Nel linguaggio, dove si può vedere nell’autore una ricerca curata della parola, spinge l’acceleratore al massimo per poi fermarsi in bilico sull’orlo del precipizio e guardare cosa c’è sotto.
Un romanzo divertente, a tratti esilarante, costellato da situazioni paradossali per l’originalità dei personaggi che ne fanno parte. Un nuovo modo di raccontare presentando questi personaggi dentro la realtà e che in realtà non sono consoni alla realtà del sistema. Abile nell’evidenziarne la psicologia, quella sottigliezza psicologica che si accompagna alla scrittura.
Se questo è un esordio nella narrativa dopo aver sperimentato e abbracciato la saggistica con diversi testi, si può dire che questo rappresenta un esordio coi fiocchi. L’approdo alla narrativa è da lodare perché ci arriva con un’operazione che non ha la scrittura ferma e chirurgica del saggio. C’è una ricerca minuziosa della parola che vuole proporre più cose e nello stesso tempo porta a riflettere.
Una ricerca, come quella della parola, che scava l’anima e che porta allo sfinimento. E quello che dovrebbe sentire e fare suo ogni autore.
Ecco. Questo Massimo Salvatore Fazio lo fa assolvendo il compito di ogni autore che si rispetti.
Evidentemente la letteratura di Fazio scava più di quanto si possa immaginare. Sarà perché la formazione dell’autore è legata alla sua professione di psicologo e ci accoglie all’entrata con questo esperimento descrivendo luoghi e personaggi fra il banale e l’inquietante, aprendo inaspettati scorci di crisi esistenziali.
Ci abbandoneremo a una risata sottile, liberatoria, quando, andando avanti nella lettura cominciamo a scoprire poco a poco i personaggi nella loro vera essenza.
L’autore è abile a far parlare i suoi personaggi. Li guarda da vicino. I luoghi raccontati li fotografa con un obiettivo che non si ferma soltanto alla semplice visione, ma entra nel particolare, lo coglie, lo racconta con sguardo introspettivo, scandagliando aspetti che soltanto la semplice descrizione non può far emergere.
Per Massimo Salvatore Fazio il cambiamento di una situazione sociale, individuale e collettiva può avvenire soltanto attraverso una trasformazione culturale. Solo questo può dare risposta e i suoi personaggi sembrano averlo compreso. Eccolo allora tessere una trama ricca di avvenimenti, con tuffi nel passato prossimo e nel presente con scorci di futuro che delineano andando nel profondo personaggi unici, capaci di affrontare vicende avventurose e appassionanti e di abbozzare tratti di una storia territoriale che riguarda le metamorfosi subite in poco tempo.
Un percorso, mi pare, tortuoso e per nulla indolore, dove ci si trova a fronteggiare la vita con un manuale di istruzioni che viene sovvertito. La consapevolezza di affrontare questa lettura va intrapresa non soltanto per la bellezza delle sue pagine, ma anche come un’esperienza sapendo che rischiamo di ritrovarci e ritrovare una parentesi di noi che non vogliamo vedere. Tutto legato a lunghi episodi di meraviglia, di intenso piacere intellettuale, a tratti di poesia pura.
Giorgio Bona
Scrittore. Collaboratore redazione di Lavoro e Salute
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