Hera-Bologna: profitti e amianto
Il presidente esecutivo (a vita?) di Hera annuncia mirabolanti successi della multi utility. Sarà il cognome – Tommasi di Vignano – che evoca Il Gattopardo la ragione di una longevità così straordinaria? (Ovviamente niente di personale , auguriamo lunga vita al presidente esecutivo, magari in altri incarichi).
Seguendo la corrente propagandistica della “transizione” (ormai non più ecologica ma genericamente “sostenibile) il presidente esecutivo Hera dichiara investimenti e dividendi; dividendi che sono 12 centesimi con un incremento di 1 centesimo rispetto al 2020 e di 0.5 centesimi rispetto al previsto.
AMMAZZA: una roba che fa venire in mente Paperon de’Paperoni. Certo i dividendi non provengono da furti nelle cassette delle elemosine (i parroci hanno invitato i fedeli ad evitare i “lasciti” di 1 centesimo) ma sono guadagnati con il sudore della fronte.
Messi tutti insieme sono tanti e avrebbero dovuto aver ben altra destinazione.
Il 26 ottobre la Unione Europea ha approvato una risoluzione che indica la necessità di bonificare l’amianto delle reti acquedottistiche.
All’interno del ceto politico sono all’ordine del giorno le discussioni su chi è più europeista, POI ARRIVA QUESTA RISOLUZIONE E DI EUROPEISTI NON SE NE VEDONO IN GIRO PIU’ TANTO CHE LA RISOLUZIONE E’ STATA CIRCONDATA DAL TOTALE SILENZIO MEDIATICO.
Visto che rivendichiamo un simile programma di bonifica da oltre 20 anni, possiamo ben dire: alla buon ora.
Lo chiediamo a gran voce da fine secolo nel senso che davamo per scontato da sempre che il livello di amianto “accettabile” fosse quello uguale a zero. Sulla stessa lunghezza d’onda Maltoni e Soffritti: quando (prima della legge 257/92) contattarono gli “antenati” di Hera consigliando di evitare l’uso di tubazioni in cemento-amianto…furono messi cortesemente alla porta. “Quel che è legale è innocuo” pensarono i non lungimiranti dirigenti.
Ora, pur di dividere pochi centesimi agli azionisti, si continua nella politica di sempre: si tace e quindi invece di rimuovere fisicamente le tubazioni le si rimuove psicologicamente.
Vogliamo dare un messaggio agli azionisti che certamente stanno “gongolando” per i centesimi guadagnati: sia voi che i vertici che i sindaci dovete avere chiaro che di ogni eventuale impatto sanitario causato dalla distribuzione di amianto e sostanze cancerogene (comprese quelle classificate 2 A o 2 B dalla IARC) sarete chiamati a rispondere. Vero è che l’Italia è ormai il Paese degli “scudi legali” ma parafrasando una canzone di Fabrizio De Andrè: «anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti».
La Ausl di Bologna intanto risponde alla richiesta di dati sempre (da tre anni) tardivamente e con il contagocce ma comunque – anche per il 2021 – ha confermato che “il problema c’è”. Stavolta non ci vuole dire dove (cioè i siti dei campionamenti) né se si tratta di amianto crisotilo o anfibolo né dove sono stati fatti i campionamenti con livelli di organi alogenati superiori a 1.
Ma un progetto efficace di bonifica deve prendere in esame anche la bonifica di pozzi che continuano a trasudare tetracloroetilene: su questo obiettivo Hera investirà?
Azionisti rifiutate i centesimi, fate stavolta buone azioni e investite nella bonifica.
Vito Totire
Portsavoce di AEA,l’Associazione esposti amianto
28/1/2022 https://www.labottegadelbarbieri.org
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