Sentenza della Cassazione sulla Strage alla ThyssenKrupp di Torino. Comunicato stampa di Medicina Democratica. Torna la giustizia di classe?
A mezz’ora della mezzanotte del 24 aprile la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha letto il dispositivo della sentenza al seguito dei ricorsi presentati dalla accusa, dalle difese e dall’unica parte civile (Medicina Democratica) nel processo celebrato dalla Corte d’Appello di Torino contro gli imputati accusati di omicidio colposo con colpa cosciente emessa il 18 febbraio.
La Corte ha rinviato il procedimento davanti alla Corte d’Appello di Torino per la rideterminazione della pena: sette operai morti sul lavoro il 6 dicembre del 2007 alla ThyssenKrupp di Torino sono da attribuirsi alle gravi responsabilità del titolare e dei dirigenti di quella azienda che, in funzione della prevista dismissione della fabbrica, hanno trascurato in maniera pesante ed evidente la sicurezza sul lavoro.
Colpevoli, ma non assassini.
La pena dunque dovrà essere rideterminata, sarà probabilmente inferiore a quella già comminata, ma non potrà – non deve – essere nulla o irrisoria.
Non si tratta di omicidio volontario, dice sempre la Cassazione, ma colposo. Una vecchia concezione, diciamo noi che rimanda all’inevitabilità degli infortuni che, per quanto gravi, non sono prevedibili perché non previsti. Insomma c’è un’umanità diversa, che, per una condizione diversa, quella del lavoro a rischio, con possibili e a volte inevitabili conseguenze.
Ancora le difese degli imputati, in questo processo e in tutti i suoi gradi di giudizio e ancora di più il 24 aprile davanti alla Cassazione, si sono scatenate contro Medicina Democratica: non hanno mancato di chiedere la revoca della sua costituzione di parte civile di Medicina Democratica; lo avevano già fatto davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP), davanti al giudice del dibattimento in Corte d’Assise, pure davanti al giudice della Corte d’Assise d’Appello. Richiesta sempre respinta. E ci hanno provato in Cassazione. Qui per la prima volta hanno trovato il rappresentante dell’accusa, cioè il Procuratore Generale che ha formalmente chiesto alla Corte di Cassazione l’esclusione di MD.
Perché tanto accanimento?
Ha dato molto fastidio che MD sia stata l’unica parte civile rimasta nel processo fino alla fine e senza alcun tentennamento. Ma la Cassazione non poteva smentire se stessa ed anche questa volta ha respinto la richiesta; piuttosto c’è da rammaricarsi per chi ha abbandonato il campo e si è ritirato ricevendo quattrini in cambio. Per i sindacati (FIM,FIOM,UILM, CUB) e gli enti pubblici (Comune, Provincia, Regione, INAIL) c’è pure da rimanere interdetti!…
Da un anno a questa parte gli infortuni i mortali sul lavoro sono aumentati nonostante sia diminuito il lavoro e non parliamo delle malattie professionali in costante crescita.
Medicina Democratica rivolge un appello nel giorno dell’anniversario della Liberazione nazionale. Basta porre in contrasto il diritto alla salute, quindi alla vita, e il diritto al lavoro.
Promuoviamo una grande mobilitazione perché salute e lavoro, garantiti dalla Costituzione, nata dalla Resistenza, vengano assicurati a tutti, perché nemmeno si rinunci alla salubrità ambientale.
Medicina Democratica
Parte civile al processo
Milano 25 aprile 2014
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