Rapporto Eurostat: l’Italia a rapidi passi verso il baratro della povertà
Cresce il rischio di povertà in Italia, soprattutto per i bambini e per i lavoratori e la situazione rischia di complicarsi nel 2022: secondo le tabelle Eurostat su povertà e disuguaglianza appena pubblicate, nel 2021 le persone a rischio di povertà, ovvero quelle con un reddito inferiore al 60% di quello medio disponibile, erano 11,84 milioni con una percentuale del 20,1% della popolazione, in crescita dal 20% del 2020.
Prima di una ridda di dati si può evidenziare che il tasso di popolazione a rischio povertà nel 2021 è aumentato ma di poco, segno che il reddito di cittadinanza – anche se non è un vero reddito di cittadinanza – riesce almeno a evitare lo sprofondamento nella povertà di settori sociali a rischio.
La tendenza a crescere del tasso di povertà è l’aumento del lavoro povero, cioè di chi va ogni giorno a lavorare ma ne tira fuori il 60% del reddito medio. L’Italia è leader nella poco onorevole classifica dei lavori a tempo determinato, dei part time involontari, delle finte partite IVA grazie alle perversioni del Jobs Act.
Draghi lo sa ma scarica la colpa su covid e guerra. «Il mercato del lavoro italiano – ha appena detto il presidente del Consiglio al Meeting di Rimini ricordando che il tasso di occupazione è salito toccando i valori massimi dal 1977 – continua ad essere caratterizzato da stipendi bassi e precarietà diffusa, soprattutto tra i giovani.
La pandemia e il ritorno dell’inflazione hanno colpito in modo particolarmente severo i più deboli». La rincorsa al ribasso dei salari è iniziata con la stagione della concertazione in parallelo con l’attacco al welfare, al contratto nazionale collettivo e all’orgia delle privatizzazioni.
Venendo ai dati: se si guarda anche all’esclusione sociale, ovvero non solo alle famiglie con un reddito inferiore al 60% di quello medio ma anche a quelle che hanno difficoltà ad avere beni e servizi come ad esempio una casa adeguatamente riscaldata e un pasto proteico ogni due giorni, e all’intensità lavorativa, le persone in difficoltà superano i 14,83 milioni pari al 25,2% della popolazione.
La situazione peggiora soprattutto per i bambini: i minori in età prescolare (under 6) a rischio di povertà sono il 26,7% del totale, in aumento dal 23,8% del 2020 con un dato che è il peggiore dal 1995. Si tratta di 667mila bambini, solo in lieve aumento dai 660mila del 2020 ma il dato risente anche del fatto che si è ridotta la popolazione in questa fascia di età.
Se si allarga la platea anche alle famiglie a rischio di esclusione sociale, la percentuale per gli under 6 in situazione di difficoltà sale al 31,6% dal 27% del 2020. I dati confermano che l’Italia non è un paese per giovani con le difficoltà maggiori per i bambini e per i ragazzi che si affacciano sul mercato del lavoro mentre per gli anziani il rischio di povertà si riduce (dal 16,8% al 15,6%) grazie alla tutela delle pensioni che in questi ultimi anni di bassa inflazione hanno difeso i redditi.
La situazione sarà più complicata nel 2022 con i redditi fissi che saranno falciati in termini reali dall’aumento dei prezzi.
Eurostat segnala anche l’aumento della povertà lavorativa nel nostro Paese. I lavoratori che pur occupati sono a rischio di povertà tra i 18 e i 64 anni sono l’11,7%, in aumento rispetto al 10,8% del 2020. La percentuale sale più velocemente nella fascia più giovane con il 15,3% per i lavoratori tra i 18 e i 24 anni a rischio di povertà a fronte del 12,7% del 2020. Sono meno a rischio povertà i dipendenti (9,9% comunque in aumento rispetto al 9,3% del 2020 e con la percentuale più alta dopo la Spagna) rispetto agli indipendenti ( al 18,1% dal 16,5% del 2020).
Sono in difficoltà soprattutto gli occupati con un contratto a termine (dal 15,4% al 21,5% a rischio di povertà) ma anche quelli con un contratto a tempo indeterminato (dal 7,7% del totale nel 2020 all’8,1% nel 2021). È a rischio di povertà soprattutto chi ha un contratto part time (il 20% del totale a fronte del 16,3% del 2020) rispetto a chi ha un contratto a tempo pieno (in aumento comunque dal 9,6% al 10,1%). In assenza di trasferimenti sociali (come ad esempio il reddito di cittadinanza) la quota complessiva di rischio di povertà sarebbe stata del 28,5%, in aumento dal 25,3% del 2020.
E questo si evidenzia anche guardando alla distribuzione del reddito. Le classi che segnalano peggioramenti sono quelle medie mentre registrano aumenti di quota di reddito il primo decile (quello più povero), passato dal 2,2% dei redditi al 2,3% e l’ultimo (quello con redditi più alti) passato dal 24,5% al 24,9% dei redditi.
La punta dell’iceberg della povertà minorile in Italia è la presenza di quasi 540mila bambini di età inferiore ai 15 anni che hanno avuto addirittura bisogno di aiuto per bere il latte o mangiare. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead, in riferimento al nuovo rapporto Eurostat sui bambini con meno di sei anni vive in famiglie a rischio di povertà, ovvero con redditi inferiori al 60% di quello medio disponibile.
Si tratta di una situazione destinata ad aggravarsi in autunno con l’aumento dei prezzi alimentari che costerà in media – precisa la Coldiretti – alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità che aumenta la dipendenza dall’estero e alimenta i rincari.
Una situazione che pesa di più sulle famiglie più povere tra le quali ci sono oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari che sottolinea la Coldiretti – hanno aiutato tra le caregorie più deboli anche 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni) e 31.846 disabili.
Contro la povertà – conclude la Coldiretti – è cresciuta anche la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dall’esperienza della Spesa sospesa dei mercati contadini di Campagna Amica grazie alla quale sono stati raccolti oltre 6 milioni di chili di frutta, verdura, formaggi, salumi, pasta, conserve di pomodoro, farina, vino e olio 100% italiani, di alta qualità e a chilometri zero, donati ai più bisognosi.
Checchino Antonini
26/8/2022 https://diogeneonline.info
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