E’ ORA DI FARE BASTA.
Dopo anni di futuro incerto, adesso abbiamo la certezza che, se non ci organizziamo insieme per pretendere il diritto ad una vita degna, il futuro assai prossimo sarà un disastro.
L’appello sul sito www.nonpaghiamo.it
Tutti i governi liberisti continuano a fare scelte che possano mantenere in piedi un sistema economico che affama i popoli e produce disastri ecologici. Dopo due anni di pandemia mondiale, non solo non ci sono stati interventi sui servizi ospedalieri, scolastici e dei trasporti pubblici, ma già nei mesi scorsi abbiamo dovuto far fronte all’aumento del costo della vita, del costo delle bollette e dei carburanti sino ai beni di prima necessità.
E dopo la pandemia, la guerra!
Sono 6 mesi che il governo si impegna nel sostenere la guerra e i finanziamenti agli armamenti piuttosto che adoperarsi per allestire tavoli diplomatici per provare a giungere ad una risoluzione nonviolenta del conflitto e per mantenere le forniture di gas dalla Russia.
Abbiamo stretto accordi per la fornitura di gas con Paesi ben lontani dalla democrazia, ma soprattutto compriamo il gas da scisto liquido dagli USA, con un costo 10 volte maggiore1, che ha un impatto ambientale comparabile al carbone2 e prevede l’installazione di rigassificatori.
Soprattutto si vuole ancora una volta mistificare la realtà, ma sappiamo adesso ancora meglio quali sono le cause di questa crisi: il liberismo, ovvero l’osannato libero mercato nella formazione dei prezzi, che favorisce la speculazione e impone la bolla dei prezzi aldilà degli scambi effettivi di volume; il capitalismo, ovvero la ricerca spasmodica di margini di extraprofitto delle imprese del settore energetico che produce una spirale prezzi-profitti senza fine; l’imperialismo, che si manifesta non solo nello scontro bellico in Ucraina ma anche nell’incapacità di reazione unitaria e solidale dell’Europa, la quale, al contrario risulta sempre più frammentata, con Norvegia e Olanda che addirittura sfruttano l’occasione per lucrare miliardi di nuovi profitti.
Senza un’inversione di rotta, si prospetta un inverno in cui ci troveremo a non riuscire a pagare le bollette del gas e della luce, a casa, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, ma anche a scuola, negli impianti sportivi, … ovunque.
In particolare, senza un intervento pubblico su scala europea attraverso prezzi amministrati in grado di contrastare la speculazione, l’appropriazione di extraprofitti, l’escalation della guerra, non è possibile invertire la rotta.
Soprattutto, occorre un programma di emergenza per la transizione ecosocialista, in grado cioè, sia di ridurre definitivamente il costo delle bollette per tutti i ceti popolari3, sia di favorire progressivamente l’allontanamento definitivo dalle fonti fossili a favore delle fonti rinnovabili e della riduzione complessiva ed efficace nel consumo di energia.
Quanto predisposto finora per tutelare i ceti popolari non è sufficiente e le promesse in campagna elettorale le conosciamo bene…
E’ ORA DI FARE, BASTA!
“NOI non paghiamo” le scelte scellerate, impopolari, guerrafondaie e
contro il diritto ad una qualità della vita degna, sancito dalla Costituzione Italiana, dalla Carta europea dei diritti fondamentali e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
“Noi non paghiamo” è una campagna di disobbedienza civile nonviolenta che punta ad ottenere la riduzione dei costi delle bollette ai valori precedenti l’inflazione post-covid e la guerra.
È una campagna che nasce in Inghilterra, si è diffusa in Francia e ora anche in Italia grazie ad una rete di organizzazioni e forze sociali presenti sui territori.
Puntiamo ad 1 milione di adesioni entro il 30 Novembre, data in cui se il governo (qualsiasi esso sarà) non avrà messo in atto garanzie per far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia, inizieremo con l’autoriduzione o il non pagamento delle bollette
Per ottenere 1 milione di adesioni è necessario costruire un movimento, un’onda inarrestabile di consapevolezza dei nostri diritti e della nostra forza, insieme.
1. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/gas-usa-la-liberta-ha-il-suo-prezzo-34382
L’appello sul sito www.nonpaghiamo.it
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