Una due giorni per sostenere le lotte dei braccianti di Campobello di Mazara
Un tavolo di lavoro su agricoltura, lavoro e abitare, un corteo in memoria di Omar Baldeh, un’assemblea cittadina. Questi sono gli appuntamenti in cui si articolerà la due giorni per sostenere le lotte delle e dei braccianti giovedì 29 e venerdì 30 settembre a Campobello di Mazara in provincia di Trapani.
«Saranno due giornate importanti perché rappresentano, non tanto un punto d’arrivo, ma un passaggio importante di un percorso che ha attraversato tante stagioni olivicole, che abbiamo svolto prima come Contadinazioni dal punto di vista contadino, e poi, dalla Campagna Portiamo l’acqua al ghetto lanciata in piena pandemia, come Casa del Mutuo Soccorso e FuoriMercato Autogestione in Movimento dal punto di vista sindacale», spiega Martina Lo Cascio.
«Un posizionamento contadino e sindacale» – continua Martina «significa, da un lato, guardare lontano ad un modello di sviluppo basato sui bisogni delle comunità, delle migliaia di produttori, delle migliaia di lavoratori e dei semplici cittadini campobellesi e castelvetranesi, e nell’immediato sulla responsabilità sociale dei grandi attori dell’olivicoltura e dell’agro-industria, cioè quelli che guadagnano davvero da tutto questo; dall’altro lato significa non poter prescindere dalle voci dei lavoratori migranti per immaginare questo futuro».
«Perché tutti vogliono aiutarci, tutti ci cercano per lavorare e nessuno ascolta la nostra idea di lavoro giusto, la nostra idea di dignità e il nostro bisogno di vivere rispettando le regole ma avendo la libertà di decidere su cosa mangiare e come dormire?» chiede Seck Masseck, bracciante della Casa del Mutuo Soccorso FuoriMercato.
Saverio Cudia di Contadinazioni in rappresentanza anche della rete dell’agricoltura contadina e del lavoro in autogestione FM Sicilia, ci spiega nel dettaglio l’articolazione delle prima giornata. «Giovedì 29 settembre ci confronteremo con tante associazioni e realtà contadine che verranno da diverse parti della Sicilia e dell’Italia e insieme approfondiremo il dossier «Le nostre braccia, i nostri diritti» su agricoltura, lavoro e abitare 1».
Il dossier, appena pubblicato, ci aiuta ad avere un quadro completo della situazione che si vive in questi territori dove ogni anno arrivano circa 1.500 lavoratori stagionali per la raccolta delle olive che si protrae nei mesi di settembre, ottobre e novembre.
La storia dell’olivicoltura nella valle del Belice, è secolare, ereditata dagli antichi greci. A Campobello di Mazara, Castelvetrano e Partanna si produce il 42% delle olive da tavola consumate in Italia. La cultivar più diffusa è la Nocellara del Belìce che, per pezzatura e dimensioni, si presta perfettamente ad essere lavorata e commercializzata come oliva da mensa. La superficie regionale olivicola è pari a 141.809 ettari dei quali 4.367 producono olive da mensa e 137.442 olive da olio.
La giornata lavorativa inizia alle 7 e si conclude alle 16. Le olive vengono raccolte a mano in cassette da 20 kg, ogni lavoratore raccoglie giornalmente una media di 12 cassette ed è generalmente retribuito a cottimo, circa 4/5 euro a cassetta, ovvero tra i 20 e i 30 centesimi al chilo 2.
Dopo l’incendio che il 30 settembre del 2021 ha distrutto l’accampamento informale dell’ex “Calcestruzzi Selinunte” tra Castelvetrano e Campobello di Mazara, i braccianti per la prima volta hanno preso parola rifiutando le strumentalizzazioni sulla loro pelle, rivendicando il loro valore e potere 3.
Forti della loro esperienza di capacità di riappropriarsi e autogestire il bene pubblico all’ex oleificio Fontane d’oro, dove si erano spostati dopo l’incendio, i braccianti, sostenuti dai contadini, chiedono l’apertura dei cancelli di Fontane d’oro o di immobili con simili caratteristiche «dotato di acqua e luce e vicino il centro abitato, con l’obiettivo di inaugurare un insediamento abitativo rispettoso della dignità e delle voci dei lavoratori» 4.
Lo hanno ribadito in una recente conferenza stampa.
I braccianti di Campobello di Mazara: «Vogliamo un luogo dignitoso per vivere»
Pubblicato il dossier «Le nostre braccia, i nostri diritti» su agricoltura, lavoro e abitareREDAZIONE10 SETTEMBRE 2022
«Chi quest’anno si assume la responsabilità di farli tornare alla ex Calcestruzzi, dove ha perso la vita Omar Baldeh, tra i resti dell’incendio e una quantità enorme di immondizia? Chi si prende la responsabilità di non aprire il cancello di Fontane d’oro se non solo in seguito ad un affidamento ad un soggetto terzo retribuito per commissariare le loro vite?
Sono i lavoratori stessi che devono essere riconosciuti come rappresentanti dei sindacati con cui si ’impegnano a garantire un clima di serenità e di condivisione delle responsabilità».
Omar Baldeh, aveva 30 anni, veniva dal Senegal, è morto carbonizzato nell’incendio di un anno fa. «Il 30 mattina lo ricorderemo per le vie della città perché non è retorica, ma il punto politico centrale. Dire che i lavoratori non sono braccia da spremere ma un soggetto, un corpo che ha delle cose da dire sia sul qui ed ora, sia su cambiamenti strutturali per quanto riguarda l’abitare e il lavoro», spiega ancora Cudia.
Un corteo per ricordarlo, per sostenere le rivendicazioni dei braccianti, perché non si può più permettere che qualcuno muoia di sfruttamento.
- La presentazione del dossier – Scarica il documento
- In una grande catena distributiva abbiamo potuto osservare che le olive vengono vendute fino a 15 € al chilo e troviamo produzioni che arrivano principalmente dalla Grecia e dalla Spagna – pag. 3 dell dossier
- Lo Cascio M., “La resistenza invisibile dei braccianti” , Jacobin Italia
- Sulle condizioni di salute negli insediamenti informali al tempo della pandemia, si vediano i report realizzati da Medici per i Diritti Umani (2020) e da Intersos (2021)
23/9/2022 https://www.meltingpot.org
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