“Rendere i poveri più poveri è una falsa economia”.
Quei comunisti estremisti del Financial Times lo hanno scritto con chiarezza: “Rendere i poveri più poveri è una falsa economia“, ha scritto Sarah O’Connor pochi giorni fa.
Il noto giornale bolscevico con sede a Londra, ha dei giornalisti che ogni tanto passano a piedi per i mercati, quando gli si rompe il Suv. Non soltanto quelli internazionali di azioni, obbligazioni e futures senza futuro, proprio i mercati dove si compra frutta e verdura.
Hanno visto con i loro occhi delle persone in abiti miseri raccogliere frutta avariata e verdura scartata dai banchi di Coventry. Gli ha fatto impressione, non se l’aspettavano. Hanno scoperto poi che al banco alimentare Living Well Bromley c’era una fila lunga centinaia di metri per accaparrarsi pacchi alimentari di beneficenza.
Si sono accorti anche che in fila c’erano molti bambini piccoli. Si sono commossi. Perchè prima non ci avevano fatto caso al Financial Times, quando incitano i governi di tutto il mondo, con puntuale supponenza, a fare tagli occupazionali in tutti i settori pubblici, che le persone licenziate hanno famiglie e bambini.
Privato è bello, pubblico è sbagliato. Questo è stato da sempre un pilastro della linea editoriale del quotidiano economico di proprietà della holding giapponese Nikkei. Tagliare la spesa pubblica, privatizzare, tagliare la spesa sociale, tagliare le pensioni, tagliare, tagliare tagliare. Questo hanno predicato per decenni.
Adesso però il quotidiano culto del liberismo britannico è stato scavalcato in eccesso di zelo dal nuovo governo di Liz Truss, premier che fa ostentatamente schifo persino al nuovo re Carlo III. Adesso il FT ha fatto qualche conto è ha scoperto che, per esempio, le famiglie che diventano senzatetto devono essere ospitate in costosi bed and breakfast.
Se li aiuti prima costano meno allo Stato, è l’illuminato ragionamento. Ma chi li deve aiutare? La risposta dei liberisti del FT è semplice: “L’alternativa è tagliare nuovamente la spesa per benefici e lasciare che le persone cerchino di aiutarsi a vicenda”, conclude Sarah O’Connor.
Quindi, dopo aver visto la fila chilometrica di gente che elemosinava un pacco alimentare, aver pianto per i bambini in coda, aver valutato quanto costa espellere la gente dal lavoro piuttosto che dovergli pagare alloggio e sussidi, hanno concluso che con i rincari energetici, l’inflazione e la disoccupazione la tanta brava gente che faceva beneficenza adesso ha bisogno anch’essa di essere aiutata.
E allora? Il coraggio di essere conseguenti non l’hanno tratto, in fondo in Inghilterra aleggia sempre lo spirito provocatorio di Jonathan Swift, con la sua “modesta proposta” di mangiare i bambini poveri per risolvere la questione.
La conseguenza è un ruolo crescente dello Stato nella spesa pubblica in formazione e infrastrutture per creare occupazione, mantenendo i sussidi economici e alloggiativi. Ovvero un inversione di 180 gradi rispetto alle politiche che da Tatcher a Truss passando per Blair, Brown e Johnson hanno ridotto in miseria la popolazione britannica.
Questo non hanno avuto la forza di scriverlo naturalmente. Il FT soltanto pochi mesi fa consigliava a Mario Draghi di privatizzare Monte Paschi, Snam e Italgas, Eni ed Enel, Poste e Leonardo, sostenendo che l’intervento pubblico è una tradizione dei tempi imperiali.
A parte il fatto che non esiste essere umano al mondo che possa dimostrare, cifre alla mano, che sia mai accaduto che una privatizzazione abbia migliorato la situazione economica dell’ente privatizzato, la crisi mondiale dimostra semmai il contrario.
Colpisce il non detto di questa posizione del quotidiano alfiere del liberismo mondiale. Fino a prima della crisi la povertà era ritenuta sotto controllo tramite le associazioni di beneficenza laiche e confessionali. Adesso che il ceto medio si è impoverito e non può più finanziare la beneficenza è evidente che solo l’intervento dello Stato potrà supplire.
La domanda è: chi ha impoverito il ceto medio in questi anni fino a portarlo al confine della povertà ? Le politiche liberiste sostenute dai governi britannici e da quelli europei grazie ai cattivi consigli di speculatori e professorini algidi come quelli del FT. Ma evidentemente neanche a Londra è d’uso prendersi la responsabilità delle proprie azioni.
Gialuca Cicinelli
14/10/2022 https://diogeneonline.info
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