L’esternalizzazione dei servizi sanitari

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La sanità in Italia è un settore in cui è in atto una massiccia esternalizzazione di strutture sanitarie (A esempio dilaga il ricorso a professionisti esterni non solo nei Pronto Soccorso -alcuni affidati interamente ai privati), Sale operatorie ma anche in molti reparti, Ostetricia e Ginecologia. Costi altissimi, dottori che cambiano in continuazione, nessuna valutazione della preparazione da parte delle aziende. servizi pubblici e in particolare di quelli sanitari dopo decenni di abbandono dei servizi ausiliari, tecnici e amministrativi.

Le ragioni che vengono addotte per giustificare, o per promuovere tale esternalizzazione verso il privato, prima con il percorso assistenziale a fianco del pubblico ora lo si chiama direttamente a sostituire il servizio pubblico.

La ragione propagandata è di natura efficientistica, cioè il privato consentirebbe di raggiungere i risultati con una minore spesa. Tale affermazione ha trovato molte obiezioni come il contenimento dei costi sia spesso realizzato non con una più efficiente organizzazione delle attività, ma tramite il ricorso a personale precario e sottopagato.

Invece, la storia di questi ultimi decenni ci racconta di natura ideologica come ha sottolineato anche anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a rivolgersi al governo con la sua annuale Segnalazione di Proposte di riforma concorrenziale chiedendo “… una maggiore apertura all’accesso delle strutture private all’esercizio di attività sanitarie non convenzionate [ed eliminando] il vincolo della verifica del fabbisogno regionale di servizi sanitari. A tale impostazione vi sono obiezioni di natura sia pratica che etico-politica. Si fa presente che le massive esternalizzazioni comportano un depauperamento di competenze pubbliche e la conseguente incapacità di esercitare anche un controllo sulle attività demandate al privato. Si obietta inoltre che, in una società democratica, i “bisogni sociali” non sono semplicemente bisogni, bensì diritti, che si collocano in una relazione di obblighi e doveri reciproci che solo un ente pubblico, ossia un ente capace di agire a nome di tutti simultaneamente e collettivamente può soddisfare”.

Redazione Lavoro e Salute

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