Strage di Modugno, il nodo dei mancati controlli, che il governo sta tagliando sempre di più.
Le operazioni di riconoscimento dei cadaveri delle persone morte nella tremenda esplosione che ha interessato nella tarda mattinata di ieri la fabbrica di fuochi pirotecnici ‘Bruscella’a Modugno, in provincia di Bari, non saranno semplici. La deflagrazione ha sbalzato alcuni corpi anche a 20-30 metri di distanza. I locali della fabbrica sono ridotti a un cumulo di macerie. Intanto il bilancio è salito a sette morti e quattro feriti. Oggi p previsto il sopralluogo dei magistrati.
Il dramma ha creato sgomento e dolore in tutto il Paese. Ieri è intervenuto persino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sulla rete si rincorrono e ripetono parole di orgoglio e dolore per quei concittadini che “hanno portato il nome di Modugno fino in Cina” scrive qualcuno. È stato creato persino un gruppo di Facebook da parte di alcuni concittadini, nel quale stanno organizzando una fiaccolata in programma probabilmente per questa sera per dimostrare il cordoglio e la vicinanza dell’intera città ai familiari delle vittime e un momento di preghiera nella villa comunale. Alcuni commercianti hanno anche proposto di abbassare le saracinesche in segno di rispetto per il dolore delle famiglie delle vittime.
Torna al centro, dunque, la questione della sicurezza sul lavoro. Su questo capitolo proprio poche settimane fa l’Inail ha cantato vittoria con numeri inferiori rispetto agli anni passati di morti e feriti, ma non di malattie professionali. Numeri che, va detto, non sono correlati all’andamento della crisi economica. In più il Governo sta tagliando le risorse destinate ai controlli. Lo ha fatto con la spending review e continua con il bilancio di assestamento, come sottolineato dalla Cgil.
“Non può soddisfarci l’attenzione riservata soltanto ai numeri del fenomeno infortunistico, come accaduto recentemente con la presentazione del Rapporto annuale Inail – dice il presidente dell’Amnil Franco Bettoni – perché è solo sottolineando quanto siano prevedibili ed evitabili, comprendendone le cause, che si possono evitare gli infortuni sul lavoro”. “Che il settore pirotecnico sia uno tra i più rischiosi è immaginabile da tutti, ma quando la frequenza degli accadimenti diventa così elevata, significa che c’è una sottovalutazione dell’importanza dell’assoluto rispetto delle norme di prevenzione e di comportamenti corretti – aggiunge Bettoni – altrimenti non conteremmo negli ultimi tempi un numero così impressionante di morti in questo settore”.
Il presidente dell’Anmil chiede quindi al ministro Poletti “una più incisiva e coordinata azione ispettiva che faccia mettere la sicurezza sul lavoro tra le priorità del risanamento dell’economia del paese e non una spesa che affatica le aziende e ne rallenta l’uscita dalla crisi”. Sul tragico episodio c’è anche una dichiarazione di Paolo Ferrero e Roberta Fantozzi, rispettivamente segretario e responsabile lavoro del Prc. “Vogliamo innanzitutto esprimere il cordoglio ai familiari dei lavoratori morti oggi a Modugno. La magistratura accerterà le responsabilità puntuali, ma sappiamo bene che dietro una strage terribile come questa, stanno sempre ritmi troppo elevati, assenza di regole e controlli sufficienti a tutelare il diritto alla vita e alla salute dei lavoratori”.
“E’ inaccettabile – proseguono – che si continui a morire di lavoro, che le nuove leggi come il Jobs Act accentuino la pressione e la ricattabilità dei lavoratori e peggiorino le stesse norme sulla tutela della sicurezza e della salute, come è inaccettabile che i tagli della spending review minimo di fatto la possibilità dei controlli”.
Fabio Sebastiani
24/7/2015 www.controlacrisi.org
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