Far West e geoingeneria solare
Lo scorso anno centinaia di scienziate e scienziati appartenenti a varie discipline e distribuiti in 50 paesi avevano lanciato un appello globale per stabilire un trattato internazionale che non consenta l’uso della geoingegneria solare. Spiegavano che è troppo pericolosa e che, se si continuerà a permettere che si sviluppi, persone e imprese prive di scrupoli ma con le risorse sufficienti avrebbero potuto compiere azioni pericolose anche in modo unilaterale. Esattamente quel che è già avvenuto nell’aprile scorso
L’imprenditore statunitense Luke Iseman ha effettuato in Messico due esperimenti di geoingegneria solare, una tecnologia ad alto rischio ambientale e sociale che è sotto moratoria presso le Nazioni Unite. Ha lanciato palloni meteorologici per spargere anidride solforosa nella stratosfera con l’intenzione di riflettere parte dei raggi del sole per produrre ipoteticamente il raffreddamento. È stato ispirato dalla ricerca sulla geoingegneria solare del controverso progetto SCoPEx dell’Università di Harvard e dai libri di fantascienza.
Non ha consultato nessuno, né le autorità né le comunità il cui territorio ha usato per i suoi esperimenti. Iseman non ha neppure ha idea dei risultati nè degli impatti che ha causato, perché non ha usato strumenti di misurazione. Tuttavia, ha previsto che inquinare i cieli e il territorio messicano con anidride solforosa avrebbe potuto essere un business, quindi alla fine del 2022 ha registrato nel suo paese la società Make Sunsets, che vende “crediti di raffreddamento” climatico e annunciato che farà diversi altri esperimenti nella Bassa California Sud, in Messico, a partire da gennaio 2023 (https://tinyurl.com/ycyaadea). È riuscito a raccogliere 750mila dollari da due gestori di investimenti: Pioneer Fund e Boost VC.
I test hanno attirato l’attenzione dei media internazionali, perché si tratta del primo esperimento a cielo aperto di questa tecnica rischiosa e inoltre lo si fa a scopo di lucro. Esperimenti di ricerca come SCoPEx dell’Università di Harvard, che aveva cercato di condurre test in precedenza, erano stati annullati a causa delle proteste delle popolazioni indigene e delle organizzazioni ambientaliste.
La geoingegneria solare comprende una serie di proposte di manipolazione tecnologica del clima che mirano a riflettere parte dei raggi del sole nello spazio con l’intenzione di abbassare la temperatura. La proposta più nota è l’iniezione di anidride solforosa nella stratosfera, imitando l’effetto delle nuvole vulcaniche, ciò a cui ispira Make Sunsets.
Questa tecnica comporta un ampio spettro di impatti nocivi. Ad esempio, l’anidride solforosa e i suoi composti derivati, quando cadono, sono dannosi per la salute. Aumentano inoltre l’erosione dello strato di ozono, l’unico problema ambientale globale che è in fase di riparazione. A questo proposito, il 9 gennaio 2023, l’ONU ha riferito che il protocollo di Montreal su questo tema ha fatto progressi, ma ha avvertito che la geoingegneria solare avrebbe impatti negativi sullo strato di ozono.
Studi scientifici di modellazione matematica di altissimo livello mostrano che la geoingegneria solare dispiegata su larga scala comporta impatti estremamente gravi in altre regioni, sbilanciando i regimi di pioggia e vento. Il climatologo Alan Robock, nel suo articolo ampiamente citato “20 motivi per cui la geoingegneria potrebbe essere una cattiva idea”, osserva che potrebbe causare siccità che minaccerebbero i mezzi di sussistenza di centinaia di milioni di persone.
Allo stesso tempo, a causa dei rischi per la biodiversità e le comunità che la sostengono, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica ha chiesto una moratoria contro la diffusione della geoingegneria fin dal 2010.
Centinaia di organizzazioni di attivisti climatici e di genere, movimenti contadini e indigeni, insistono sul fatto che è necessario vietare questa tecnologia, sia per i suoi gravi impatti diretti, sia per il fatto che rappresenta un modo che i principali inquinatori aziendali e governativi vogliono utilizzare per evitare di ridurre le emissioni di gas serra, sostenendo che possono gestire tecnologicamente i sintomi della crisi.
L’anno scorso, 370 scienziate e scienziati appartenenti a varie discipline e distribuiti in 50 paesi hanno lanciato un appello globale per stabilire un trattato internazionale che non consenta l’uso della geoingegneria solare. Concludono l’appello spiegando che la tecnologia è troppo pericolosa e che se fosse sviluppata, attori con le risorse sufficienti potrebbero implementarla unilateralmente, nonostante gli impatti negativi che può portare. Ritengono inoltre che, a causa delle sue caratteristiche, sia impossibile sviluppare una governance democratica e stabile su di essa, perché aggrava gli squilibri geopolitici già esistenti. Pertanto, propongono un trattato internazionale di non utilizzo della geoingegneria solare. Tra i punti di azione più immediati propongono di vietare gli esperimenti in campo aperto (https://tinyurl.com/4auacz8k).
L’esempio di Make Sunsets ha confermato però le peggiori paure sulla geoingegneria solare. Mostra come qualsiasi imprenditore o individuo che riesca a ottenere le risorse o che riesca a fare affari con la tecnologia, potrebbe utilizzare la ricerca disponibile sulla geoingegneria e avviare esperimenti in campo aperto. Perfino, come in questo caso, violando la sovranità di altri paesi e contro gli appelli alla cautela delle Nazioni Unite.
È urgente che il governo del Messico dia un esempio globale per fermare lo sviluppo di questa tecnologia rischiosa e dei suoi molteplici impatti (il Messico lo ha finalmente fatto il 17 gennaio 2023, e gli altri Paesi?, ndt)
Silvia Ribeiro
26/1/2023 https://comune-info.net
fonte: la Jornada
Traduzione a cura di Camminar domandando
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