Morti sul lavoro, un bilancio di guerra.

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Altro che cali delle morti per infortuni sul lavoro, i morti per infortuni si sono solo trasferiti in larga parte in categorie non tutelate direttamente dall’INAIL e dallo Stato Italiano. L’allungamento dell’età pensionabile con la Legge Fornero, l’abolizione dell’articolo 18 per i nuovi assunti, il lavoro nero che sembra diventato la normalità, il Jobs act e “l’alleggerimento “ delle normative sulla Sicurezza introdotte da Sacconi poi aumentate dai suoi successori, stanno producendo questi risultati. Occorre tenere presente che nelle statistiche delle morti sul lavoro lo Stato considera morti sul lavoro anche i lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere, e che tantissime categorie come per esempio le Partite Iva Individuali, Vigili del Fuoco, Poliziotti, Carabinieri, lavoratori in nero, pensionati in agricoltura e tanti altri non rientrano nelle statistiche, se non nelle nostre. L’INAIL ha registrato nel 2014 complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi oltre 300 sono morti in itinere, ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Noi abbiamo registrato ben 661 morti sui luoghi di lavoro (tutti documentati) se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano nel 2014 i 1300 morti. Come potete vedere i morti per infortuni sui luoghi di lavoro non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio. In questi otto anni di monitoraggio delle vittime i morti per infortunio si sono in larga parte trasferiti dall’INAIL ad altre categorie, sono aumentati i morti in nero, in grigio, ma soprattutto nelle Partite Iva individuali.  Ma perché questa enorme differenza? L’INAIL occorre ricordarlo ancora una volta, registra le morti solo dei propri assicurati e in tantissimi di questi tempi non lo sono. Sarebbe opportuno che questo Istituto facesse una campagna informatica su questo aspetto. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario farlo conoscere ai cittadini italiani. Terribile la situazione quest’anno in Toscana, che vede già un aumento delle morti per infortuni sui luoghi di lavoro del 34% sull’intero 2014, anno che ha avuto “solo” 28 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO. Micidiale la sequenza delle morti causate dal trattore, sono già 80 dall’inizio dell’anno e 50 dal 1° maggio Festa dei Lavoratori e inaugurazione dell’EXPO che “nutre il pianeta”.

Morti per infortuni sui luoghi di lavoro nelle regioni italiane per ordine decrescente delle morti.

Lombardia 47. Toscana 42. Veneto 34. Campania 26. Lazio (24). Sicilia 23 Puglia 23. Emilia-Romagna 21. Piemonte 19. Abruzzo 13. Marche 12. Trentino-Alto Adige 12. Liguria 10. Umbria 10. Molise 8. Friuli-Venezia Giulia 7. Sardegna 7. Calabria 5. Basilicata 4. Valle D’Aosta 0. I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle regioni. Sono le province di Brescia e Bari con 15 morti sui luoghi di lavoro a guidare questa triste classifica. Seguono Vicenza e Salerno con 12.

Carlo Soricelli

Osservatorio Indipendente di Bologna

1/8/2015

 

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