IL RITORNO DEL CARBONE E DEI SUOI RISCHI SANITARI

A Brindisi ritorna il carbone a causa della guerra e della scarsità di gas. E nella relazione dell’ARPA Puglia sulla qualità dell’aria del dicembre 2022 sono riportati gli sforamenti annuali dei valori soglia dei principali inquinanti. All’osservazione spiccano per il PM10 i 46 sforamenti di Torchiarolo-Don Minzoni ma anche i 24 di Francavilla Fontana-Via Filzi (dove i dati dei primi cinque mesi dell’anno sono dichiarati Non Disponibili!), i 21 di San Pietro Vernotico-Stadio e i 20 di San Pancrazio-Via Deledda. Numeri che sono superiori a qualsiasi altra postazione della Regione. Non vi è alcun dubbio che quelli di Torchiarolo, San Pietro e probabilmente anche San Pancrazio Salentino risentano delle emissioni del polo industriale brindisino, soprattutto ora che la combustione del carbone è ritornata ai livelli del decennio scorso come dimostrato anche dall’incremento del traffico di carboniere negli ultimi mesi.

Ritornando l’uso del carbone ai livelli degli anni 2000, si deve ritenere che anche il danno sanitario ritornerà a quei livelli, cioè ai 28 decessi medi annui attribuibili al PM2.5 secondario della centrale a carbone Sud nell’area salentina, stimati in uno studio di ricercatori del CNR pubblicato nel 2015 e relativo alle emissioni del 2006! A questo deve aggiungersi il recente rilievo del Registro Tumori della ASL di Brindisi di un eccesso di 100 tumori in più all’anno rispetto al confronto regionale dal 2015 al 2019 nella nostra provincia. Il dato mostra quindi un maggior rischio oncogeno nella provincia, sia esso di origine ambientale, comportamentale, occupazionale. Quando il Rapporto poi mette a fuoco l’area SIN (Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche), cioè sostanzialmente il capoluogo, si rinvengono eccessi significativi nei maschi per tumori della vescica, tumori dell’encefalo, del polmone, della pelle (non melanomi) e nelle donne per tumori alla mammella, polmone e leucemie.

È proprio di questi giorni la pubblicazione del VI rapporto SENTIERI, che da anni monitora lo stato di salute della popolazione dei SITI di INTERESSE NAZIONALI per le bonifiche, tra i quali Brindisi. L’aggiornamento conferma che le cause di morte per tutti i tipi di tumore sono in eccesso in entrambi i sessi negli anni considerati (2013-2017) così come per i tumori del sangue complessivamente valutati (leucemie, linfomi e mielomi). Lo stesso dato emerge per le morti per infarto del miocardio. Riguardo poi alle malformazioni congenite, lo studio conferma quanto già segnalato in passato. In particolare negli anni 2015-2018 la prevalenza delle malformazioni è superiore alla media regionale in modo significativo, in particolare quelle cardiache.

In base a questi dati di fonte istituzionale, l’aumento dei rischi ambientali con la ripresa del consumo di carbone non può di certo far stare tranquilli quanti hanno davvero a cuore la salute delle popolazioni. L’aumento delle emissioni cancerogene coincide con una condizione sanitaria oncologica peggiore di quella degli anni 2000. A parte l’aumento dei controlli (a riguardo ci domandiamo a che punto sia la rete di monitoraggio che ISPRA ha chiesto a Versalis di installare) e il potenziamento della rete assistenziale, sono necessarie politiche di incentivazione della produzione diffusa di energia da rinnovabili in modo da ridurre sempre di più il ricorso a combustibili fossili.

Associazione Salute Pubblica

24/2/2023 http://www.salutepubblica.net/

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