Taranto inquinata
Lo scrittore francese Léon Bloy ebbe modo di esprimersi così: “Ho pensato spesso che il più pericoloso attentato che si possa fare all’anima è il peccato di omissione”.
Parole che sembrano scritte per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha apposto la sua firma per promulgare la legge che istituisce un nuovo scudo penale per i gestori dello stabilimento ILVA, togliendo al contempo alla magistratura il potere di sequestrare e confiscare impianti pericolosi, di proteggere la popolazione da futuri disastri.
La Costituzione, articolo 74 comma 1, gli consentiva di non firmare e di chiedere un riesame della legge per vizi di costituzionalità e per conflitti con le norme europee
Forse abbiamo peccato di ingenuità credendo con coraggio nella Costituzione e credendo che Mattarella usasse i suoi poteri non solo sulle concessioni balneari ma anche per difendere la vita e la salute delle vittime dell’inquinamento.
Ma il tentativo andava fatto perché ognuno risponde, anche davanti alla propria coscienza, delle omissioni.
Quando verrà ricordata la storia del presidente Mattarella, rimarrà questa sua omissione. Una omissione di soccorso ai tanti che gli hanno chiesto aiuto, scrivendogli, mettendo la firma in calce alla petizione e dandogli fiducia come bambini trepidanti nei confronti di un padre buono.
Ma adesso si va avanti, con la coscienza di aver fatto tutto quello che andava fatto.
Si va avanti perché vi sono norme sovraordinate con cui questa legge confligge e stride. Confligge e stride non solo nelle coscienze ma confligge e stride con le fondamenta stesse dello stato di diritto e della visione europea della giustizia che, si veda la direttiva 99 del 2008, non consente di limitare i poteri della magistratura sul tema dell’inquinamento ambi
Alessandro Marescotti
4/3/2023 https://www.peacelink.it/
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