VERITA’ E GIUSTIZIA SULLA STRAGE DA COVID IN BERGAMASCA E IN ITALIA
Odg approvato all’unanimità dal Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista su inchiesta prima fase del COVID in Bergamasca. Un ringraziamento a Franco Macario, segretario Prc-Se di Bergamo che ha steso e proposto l’odg
“La magistratura ha concluso la sua inchiesta sulla prima fase della pandemia Covid a Bergamo.
I magistrati hanno evidenziato, come noi di Rifondazione e i famigliari delle vittime da tempo denunciamo, la mancata adozione e il mancato aggiornamento dei protocolli già utilizzati nel 2002 e nel 2012 per contrastare prima la Sars e poi la Mers; la mancata applicazione delle fasi 1-2-3 del piano pandemico del 2006 e la scelta di non applicare, nonostante le raccomandazioni dell’Oms, il piano pandemico nazionale antinfluenzale per farne uno nuovo sulla base delle esigenze emergenziali. Accuse pesanti.
Questi interventi forse non avrebbero arginato del tutto il contagio, ma prevedevano misure di contenimento che avrebbero potuto frenarlo: mascherine, percorsi sicuri, tamponi. Così non è stato. È stata invece appurata la contraddittorietà e l’inefficacia delle disposizioni amministrative che sono state contraddittorie ed inefficienti, basta pensare a ciò che è avvenuto nell’ospedale di Alzano Lombardo o nella RSA. Decisioni politiche e amministrative che hanno fatto perdere tempo e ridotto l’incisività nel contrasto alla pandemia.
La Pandemia era una novità, ma l’intera classe dirigente del paese si è dimostrata complessivamente inadeguata a gestire la situazione, anche se ora si nasconde dietro all’eccezionalità dell’evento per assolversi.
Tra le disposizioni amministrative citate nell’inchiesta tra le principali criticità riscontrate viene segnalata “l’assenza di un provvedimento volto a vietare i voli indiretti dalla Cina”.
Ora è noto che la Val Seriana è uno dei distretti storici del tessile in Italia con forti rapporti con la Cina. Centinaia di tecnici, ingegneri e manager si muovono continuamente, tra Bergamo e la Cina. Questi viaggiatori hanno avuto, probabilmente, un ruolo fondamentale nel portare in Val Seriana, in Italia e in Europa il contagio.
Da gennaio i viaggi diretti tra la Cina e Bergamo erano vietati, ma come noi di Rifondazione abbiamo da subito denunciato, il divieto è stato superato dalle imprese orobiche con il sotterfugio dello scalo indiretto. L’obiettivo era la prosecuzione delle proprie attività eludendo i divieti sanitari. Quindi il virus è arrivato “improvvisamente” per le scelte di chi temeva un calo dei propri affari.
Ora perché l’inchiesta non individua chi volava tra la Cina e Bergamo? I biglietti saranno stati pagati (e fatturati) da qualcuno e quindi non pare impossibile accertare i responsabili. Non vanno costoro perseguiti per la strage provocata?
Inoltre, come da noi di Rifondazione da subito denunciato, dai documenti dell’inchiesta appare chiaro che si sarebbe potuto attivare misure di contenimento almeno a partire dalla metà del febbraio 2020. Ma invece in quel momento Confindustria dichiarava che a Bergamo non c’era nessun problema e che li si continuava a correre, produrre e fare ovviamente profitti.
E qui si arriva dritti alle pressioni effettuate da Confindustria sulla classe politica e amministrativa che ha portato all’inizio di marzo 2020 alla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, per la quale – pare – devono rispondere di epidemia colposa aggravata, Conte, il governatore Fontana e l’assessore Gallera, oltre a diversi membri del C.T.S. Secondo l’ipotesi della magistratura di Bergamo, anche sulla base della consulenza affidata al microbiologo Crisanti, la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti: se fosse stata istituita il 27 febbraio, le vittime in meno sarebbero state 4.148; al 3 marzo 2.659.
Queste sono le cause e i responsabili imprenditoriali e politici di questa tragedia che come Rifondazione Comunista abbiamo denunciato immediatamente. Con i politici (di centro-destra e di centro-sinistra) che hanno fatto a gara, anche a livello locale e amministrativo, per non toccare determinati interessi industriali e produttivi. Tutti sapevano che c’erano pratiche illecite e un rischio molto forte, e che già a fine febbraio la situazione era gravissima, ma Governo (centro-sinistra) e Regione (centro-destra) hanno fatto a gara per non istituire la zona rossa, per non bloccare tutte le attività a partire da quelle produttive. Rifondazione Comunista ha chiesto invece dalla prima settimana di marzo inascoltata la sua istituzione. E solo in seguito a queste denunce che alla metà di marzo, con la situazione ormai totalmente fuori controllo, che il governo Conte si è inventato la zona arancione che bloccava quasi tutto eccetto, guarda caso, buona parte della produzione industriale.
Per questi fatti la gestione della vicenda Covid ha determinato anche il definitivo crollo della fiducia di gran parte della popolazione, e in particolare dei ceti popolari, verso le classi dirigenti economiche e politiche. Cosa ben evidenziata dal forte astensionismo riscontrato anche alle recenti elezioni regionali, con buona pace di coloro, sia di centro-destra che di centro-sinistra, che pensavano di utilizzare politicamente la tragedia a fini elettorali. Astensionismo che non a caso ha travolto entrambi gli schieramenti politici percepiti dai cittadini entrambi come responsabili.
Oggi dare voce e rappresentare questo malessere deve essere uno degli impegni prioritari per i Comunisti in questo paese.
Il PRC/SE si impegna quindi a
– promuovere ogni azione che renda verità e giustizia alle famiglie coinvolte in questa tragedia,
– ad agire perché i responsabili economici, politici e amministrativi che hanno contribuito all’arrivo e all’espansione del contagio vengano perseguiti.
– a battersi perché venga ripristinato un servizio sanitario nazionale pubblico decente”.
Roma, 12 marzo 2023
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