Le donne e l’odio sui social

http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-aprile-2023/

http://www.lavoroesalute.org

I luoghi della comunicazione, dell’incontro, della discussione, oggi sono in larga misura virtuali. I social hanno sostituito piazze, bar, circoli nella loro funzione di scambio di opinioni e di diffusione di notizie. Come ognuno può facilmente desumere dall’esperienza personale, le piattaforme social catalizzano l’odio e l’aggressività per svariati motivi, intuibili, ma anche scientificamente analizzati.

La comunicazione mediata esclude il linguaggio non verbale, offre una protezione che libera energie e impulsi violenti, spesso supportati da sostenitori che istigano allo scontro. Una rissa virtuale, dove anche e soprattutto i più timidi e deboli, si lanciano in invettive, insulti, minacce, senza freni, se non il labile deterrente del “ ban”; ed è statisticamente accertato che polemiche, violenza verbale, provocazioni producono un maggior numero di interazioni e questo, dal punto di vista di chi è sensibile al numero di interazioni e visualizzazioni, per esempio gli inserzionisti pubblicitari, non è di poca rilevanza. Basti pensare alle strategie “acchiappalike” che utilizzano accenni di notizie, spesso assolutamente infondate, per costringere gli utenti a visionare annunci pubblicitari.

Un interessante studio condotto da Vox, Osservatorio italiano sui diritti, in collaborazione con alcune Università , giunto alla settima edizione, ha prodotto la stesura di una Mappa dell’intolleranza. I dati raccolti da gennaio ottobre 2022, hanno rilevato, utilizzando parole “ sensibili”, i tweet negativi , in numero di 583.067 su un totale di 629.151 analizzati. Il 93% , una percentuale spaventosamente elevata . sono state individuate alcune categorie maggiormente destinatarie di messaggi d’odio. Le donne sono al primo posto, con un notevole 43, 21 %. Seguono disabili, omosessuali, migranti, ebrei ed islamici.

Una ricerca della Luiss ( Come individuare e contrastare operazioni di disinformazione in Italia) si è occupata di analizzare, insieme all’associazione, “ She persisted” , la relazione tra attacchi d’odio on line contro le donne ed indebolimento delle istituzioni democratiche.

Le strategie di disinformazione finalizzate a indebolire ed attaccare le donne in politica comprendono produzione di contenuti con falsa connessione e contenuti fuorvianti, distorsione di notizie per attaccare, denigrare, contrastare le posizioni politiche espresse dalle donne. Si utilizzano fotomontaggi, immagini estrapolate da altri contesti, contenuti grafici accostati intenzionalmente per ridicolizzare le idee. Il sessismo che offende, il body shaming viene aggravato dall’estensione di una già deplorevole pratica, a pensieri ed affermazioni contella abitudine Le strategie di odio comprendono diffusione di immagini,fotomontaggi, falsi contesti; sul piano prettamente linguistico insulti, utilizzo di stereotipi di genere, doppi sensi, allusioni a sfondo sessuale,soprannomi, offese relative all’ aspetto fisico, alla vita privata.

Tra le più squallide, la campagna d’odio contro Laura Boldrini, ad opera, tra gli altri, di Salvini, il dileggio verso Monica Cirinnà e Teresa Bellanova , ma sono solo alcuni esempi.Giornaliste e donne che occupano posizioni di potere o che si espongono nei dibattiti politici vengono così ridicolizzate come persone allo scopo di depotenziare le idee e le proposte che esprimono.
Non è un caso che gli argomenti sui quali la ricerca ha registrato il maggior numero e intensità di attacchi alle donne sono l’accoglienza dei migranti, il riconoscimento dei diritti civili per delle coppie omosessuali, l’educazione gender, i diritti delle donne (aborto, pari opportunità, discriminazioni).

Le promotrici o sostenitrici di leggi o campagne di sensibilizzazione su questi temi si sono ritrovate al centro di violente aggressioni mediatiche nelle forme sopra riportate. La ministra Fedeli, promotrice di un disegno di legge sull’educazione di genere nelle scuole è stata accusata di voler introdurre nelle scuole l’ideologia gender, insieme alla Boldrini rea di richiedere espressioni linguistiche rispettose delle differenze di genere; tutte le donne che hanno difeso il diritto all’aborto sono state presentate come criminali. La richiesta di diritti per coppie omosessuali diventa una minaccia per la famiglia tradizionale, la rivendicazione delle pari opportunità per le donne un attacco alle prerogative maschili. L’impegno sul tema dell’accoglienza dei profughi viene “contestato ” con insulti a sfondo sessuale in relazione agli immigrati ( è il caso di Teresa Bellanova). Vale sempre , come si è visto, il richiamo a imperfezioni fisiche o scarsa o notevole avvenenza, con insulti e doppi sensi che tendono a spostare l’attenzione dal pensiero alla oggettivazione sessuale delle donne.

Se questo è il trattamento riservato alle donne che in qualche modo hanno un ruolo pubblico legato alla loro professione, le donne “ comuni” non sono esenti. Anche la casalinga di Voghera, nel caso volesse commentare o esprimere pensieri troppo avanzati su questi temi, potrà contare, su una abbondante quota aggressioni. Non potrà certo ambire ad un editoriale di Feltri o agli sproloqui di ministri e politici vari, ma anche i piccoli mediocri commentatori di Facebook e simili, senza averle studiate, sapranno applicare le tecniche offensive che abbiamo visto. Tecniche in linea con l’abituale sessismo di certa parte dell’umanità maschile, ma non solo, che non riesce ad abbandonare l’idea della donna come essere inferiore, come materia da modellare e utilizzare a piacimento, da relegare in ambiti ristretti. E questa forma di violenza, che si somma alle altre che ben si conoscono, viene esercitata con un doppio obiettivo: distruggere la partecipazione delle donne alla vita politica e ostacolare il progresso sociale, attaccando i diritti umani delle minoranze.

Loretta Deluca

Insegnante. Collaboratrice redazionale di Lavoro e Salute

http://www.blog-lavoroesalute.org/lavoro-e-salute-aprile-2023/

http://www.lavoroesalute.org

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *