Nuove nubi incombono…su Ravenna
IL RIGASSIFICATORE E’ SALE SULLE FERITE APERTE!
ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 6.5.2023
Ravenna non ha ancora elaborato il lutto delle “vecchie” nocività industriali CHE HANNO VIOLENTATO IL TERRITORIO NEGLI ULTIMI 50 ANNI che, ecco, vengono “regalati” dai decisori politici,subalterni al potere economico, ulteriori gravi rischi; parliamo di “lutto non elaborato” in quanto i danni della industria chimica non sono stati né risarciti decentemente (un vero risarcimento non è in effetti umanamente possibile) ma neppure monitorati e censiti in maniera esaustiva; tutt’oggi si evidenziano tumori correlati ad amianto e ad altri cancerogeni che , oltre a costringere le persone colpite a gravi sofferenze e riduzioni della speranza di vita, non vengono riconosciuti neanche in ambito assicurativo ( Inail…) ;
indubbiamente ci troviamo in una comunità che il ceto politico locale ha tentato di ipnotizzare fino a prevenire forme di protesta che erano non solo auspicabili ma anche prevedibili;
il ceto politico ed amministrativo ad esso collegato è riuscito a nascondere che a Ravenna si beve amianto più che in tutte le altre città italiane , se si eccettuano, forse, le zone terremotate ma nelle immediatezza degli eventi sismici;
pure le acque superficiali sono “messe male” se i maggiori picchi di ftalati ( uno dei pochi inquinanti monitorati , la provenienza si può facilmente immaginare) sono risultati nelle acque del territorio romagnolo.
RAVENNA E’ UNA CITTA’ MARTIRE DEL LAVORO E NON PARLIAMO SOLO DELLA STRAGE DELLA MAECNAVI ,CHE E’ STATA LA PIU’ ECLATANTE PERCHE’ CONSUMATASI IN UN SOL GIORNO , PARLIAMO ANCHE DELLA STRAGE STRISCIANTE : LO STILLICIDIO CONTINUO DI TUMORI E DI MORTI da inquinamento in fabbrica e fuori co Inail e Inps , in sinergia tra loro, a negare i diritti degli operai ;
in questo quadro arriva (arriverebbe, perché non è detta l’ultima…) il rigassificatore; quello che pensiamo del rigassificatore lo abbiamo comunicato alla Regione E-R nel corso del “ teatrino” delle osservazioni che si potevano inviare entro il 13 ottobre 2022; alle osservazioni (il testo è disponibile per chi interessato) ovviamente la Regione non ha dato nessuna risposta ; fatto in verità non sorprendente in quanto la Regione, da sempre, interloquisce solo con chi è disponibile a forme palesi di collateralismo politico ; ai soggetti “critici” le istituzioni locali (non diversamente da quelle nazionali) rispondono col silenzio e anche/persino negando l’accesso ai dati (con i “big data” ridotti al ruolo di “sol dell’avvenire”)
Ora riteniamo che vadano approfonditi alcuni temi:
– Non si esce dal rischio della catastrofe planetaria con “protesi” e pannicelli caldi; meno che mai se ne esce con proposte e pratiche di greenwashing
– Come RETE NAZIONALE LAVORO SICURO e come AEA riteniamo che occorra mettere in discussione il modo ( che fa strage di operai tutti i giorni nei luoghi di lavoro: “almeno” 1400 eventi acuti mortali all’anno solo in Italia ) ma anche l’oggetto della produzione; l’approccio al “tema” deve essere un approccio di classe: “l’effetto serra è responsabilità dei ricchi” dicono gli economisti “indipendenti”; metà della CO2 è prodotta dal 10% della popolazione; un cittadino statunitense produce CO2 come 10 indiani !
– Per una inversione di tendenza occorre modificare radicalmente la base produttiva e questo non sarà possibile senza la partecipazione attiva del movimento dei lavoratori e dei proletari : FATTO E’ CHE –FACENDO TESORO DELLA LOTTA DEGLI OPERAI DELLA GKN- dobbiamo cercare di arrivare il giorno prima piuttosto che rincorrere la crisi ! Arrivare il giorno prima sia per prevenire gli eventi mortali improvvisi che quelli dopo lunga latenza (la storia dell’amianto ce lo ricorda)
– I cambiamenti climatici non sono responsabilità solo degli “spacciatori” di fossili ma anche , alla pari, delle industrie tossicodipendenti/energivore ; peraltro spesso i due gruppi si intrecciano tra loro o addirittura coincidono; le penose “argomentazioni” della amministrazione comunale di Ravenna (“non vogliamo lasciare le famiglie al freddo” ) mistificano la realtà: le soluzioni (pseudosoluzioni) che incombono sulla comunità locale sono imposte dai settori industriali energivori di cui Bonaccini e il ceto politico e-r rappresentano il “comitato di affari”; abbiamo calcolato le emissioni di CO2 di una azienda ceramica (22.000 tonnellate annue) : equivalgono alle emissioni di CO2 relativi agli “usi civili” del doppio degli abitanti del comune il cui territorio ospita lo stabilimento in questione; anche a Ravenna è facile fare questi calcoli : una azienda chimica del polo industriale ha dichiarato di consumare, da sola, in un anno, 6347339 Smc (metri cubi standard) di metano ….altro che evocare il rischio di anziani che potrebbero patire il freddo …
– Ci sono produzioni industriali che dobbiamo riconvertire, produzioni che dobbiamo abolire e produzioni da salvaguardare con mezzi meno energivori e con energie rinnovabili ; in primis tra quelle da abolire : merci di morte e inquinanti , armi, fuochi artificiali, filiera del tabacco con tutti i suoi truffaldini surrogati, ecc. la lista è molto lunga
– Il greenwashing incombe ed è foriero di nuovi lutti e disastri : alcune aziende chimiche ravennati e italiane in genere, spesso “mandando avanti” pseudo- sindacati collusi , ipotizzano pericolosi percorsi trasformisti ,percorsi imboccati peraltro non certo per pulsione ecologista ma per motivazioni economicistiche : idrogeno blu, cattura della CO2, biometano ecc.; particolarmente nutrita pare la schiera ravennate di “catturatori di CO2” ; ovviamente si tratta di progetti e messaggi tesi a tentare di perpetuare l’attuale modello di sviluppo capitalistico e che sottintendono quasi sempre il ricatto occupazionale ( da Ravenna a Portovesme, a Taranto, a tutto il pianeta) ; dobbiamo contrastare questi tentativi trasformisti che cercano di perpetuare le vecchie pratiche di rapina nei confronti della natura e di sfruttamento nei confronti dell’uomo.
– ULTIMO MA NON ULTIMO: il tema della sicurezza dei lavoratori; la valutazione comparata dei rischi per i lavoratori, tra comparto fossile e comparto energie rinnovabili, è palesemente a favore di quest’ultimo; il comparto fossile è sempre stato (storicamente: da Ribolla a Marcinelle negli anni cinquanta, alla Turchia e Cina ancora oggi) teatro di stragi; non parliamo solo di carbone ma anche di gpl da Viareggio (2009) all’evento della tangenziale di Bologna del 2018; solo il cinismo e la indifferenza padronale possono negare o rimuovere questa drammatica discrepanza anche se non sorprende il totale disprezzo della vita dei lavoratori.
– Tuttavia, pur a fronte di analisi ed obiettivi chiari, il “movimento” non è ancora abbastanza forte per orientare le scelte verso la giustizia sociale ed ambientale; occorre tenere conto di pericolosi ammiccamenti alla cosiddetta “fusione nucleare” e di scelte concrete che vanno verso la fissione nucleare tradizionale in maniera esplicita; vedi recenti scelte della Francia: annuncio di assunzione di 100.000 nuovi lavoratori nel comparto dell’atomo, vedi anche il nuovo reattore nucleare in Finlandia -l’OLKILUOTO 3- costruito peraltro con tecnologia Ansaldo ; in Francia addirittura si sta ricorrendo ad una fonte energetica come l’olio di scisto, ancora più inquinante del petrolio “normale” !;
dunque ci troviamo di fronte ad un tragitto che è ancora ben in ripida salita; occorrono coraggio, determinazione , chiarezza e generosità a favore delle nuove generazioni per andare avanti nella lotta.
NON SI DEVE (RI)GASSIFICARE MA RIANIMARE IL TERRITORIO !!!
IL RIGASSIFICATORE è SALE SU FERITE ANCORA DEL TUTTO APERTE !!!
RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
AEA- associazione esposti amianto e rischi per la salute via Polese 30 40122-Bologna
Ravenna/Bologna , 6.5.2023
contatti: vitototire@gmail.com/ 3334147329 Bologna;e.gallori@gmail.com, Firenze;savio.galvani@gmail.com,Rimini; davidefabbriblogger@gmail.com
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