Sei morti sul lavoro in 24 ore. Per loro niente lutto nazionale
Continua senza fine la strage dei morti sul lavoro nel nostro paese. Continua nel silenzio criminale di governi responsabili per le leggi fatte e per quelle non fatte, per i tagli a tutti i sistemi di prevenzione e controllo, per lasciar fare imprese che sicure dell’impunità loro garantita aumentano i profitti risparmiando sulle spese per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Giovanni Colapito, Filippo Colapito, Tiziano Pasquali, Angelo Aleo, pasquale Cosenza, Sami Macukulli, vien voglia di gridarli noi i nomi che si aggiungono al tragico rosario di vittime innocenti di un lavoro che uccide ancora sei volte in aziende e parti d’Italia diverse.
Sono i morti sul lavoro in sole 24 ore, tra lunedì e ieri, che lasciano nel dolore e nel lutto solo le famiglie, nel silenzio assordante dei governanti e del circo mediatico troppo impegnato a spargere lacrime a reti unificate tra l’interessato e il servile sulle spoglie di uno dei principali responsabili della regressione politica e culturale della società italiana negli ultimi trent’anni.
E’ una fotografia della grave situazione in cui viviamo: Da una parte fiumi d’inchiostro e di parole per onorare, glorificare, incensare un personaggio che di onorevole non aveva nulla, dall’altra per chi è morto vivendo dignitosamente del proprio lavoro silenzio e omertà.
C’è uno scarto intollerabile! Da una parte sospensione dell’attività delle Camere e lutto nazionale, dall’altra neanche le solite vuote e farisaiche promesse.
Noi però non dobbiamo cadere nel rischio dell’assuefazione costruita con la menzogna che fa passare quelli che sono omicidi per tragiche fatalità.
Noi non dimentichiamo e onoriamo i nostri morti continuando la lotta fino a quando la vita e la dignità delle persone che lavorano per vivere tornerà a valer quanto e più del potente di turno.
Antonello Patta
Responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
14/6/2023 http://www.rifondazione.it
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