QUESTE E QUESTI NON SONO POST FASCISTI

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La politica liberista che ha governato il Paese negli ultimi quarant’anni, con i suoi atti legislativi, ha mirato alla sovversione contro la Costituzione che all’art. 3 stabilisce
…. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economicae sociale del Paese.”.

Questo attacco alla Costituzione è storicamente provato. Atti sovversivi che fanno diventare giochi di ruolo i tentativi della destra fascista con le stragi di massa degli anni 70.
Una guerra allo Stato di diritto come base della democrazia parlamentare che oggi viene ulteriormente pianificata con il progetto dell’autonomia differenziata sostenuta da Lega Nord e PD.

Il fascismo risponde sempre fedele al richiamo delle forme che il capitalismo ha assunto nella storia italiana, a volte
sostegno politico, vedi il MSI, a volte esecutori della strategia della tensione, a volte nella versione istituzionale, vedi
il ventennio, e oggi come prosecutore nelle forme di repressione, delle politiche di restaurazione sociale e statale dopo aver completata la liberista riconversione economica della Agenda. Iper liberismo iniziato con i governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1/2 e sistematizzato da Draghi per arredare l’habitat funzionale ad uno Stato liberticida, per piegare istituzionalmente la residua resistenza dei lavoratori ed imporre politiche extraparlamentari unilateralmente favorevoli ai profitti aumentando lo sfruttamento del lavoro, fidando del silenzio, o del mormorio, suicida dei maggiori sindacati.

Il risultato non poteva che essere quello che è stato: un governo di stampo neofascista che opera con estrema facilità in un sistema elettorale truffaldino nato con il referendum sulla legge maggioritaria del 1991. Ovviamente per questi presunti post fascisti è facile, con la spinta mediatica dei grossi giornali e delle televisioni, mettere mano alla storia italiana e della Costituzione antifascista con un sguaiato revisionismo che punta all’annichilimento della cultura antifascista. Quella cultura che è stata tramortita da tanta parte dei suoi ex difonsori. Iniziarono Luciano Violante, dirigente dei DS (ora PD) in perfetta sintonia con la campagna de La Repubblica armata dalla penna smemorata di Giampaolo Pansa.
Siamo di fronte a un dispiegamento neofascista – esplicito nei messaggi ed implicito nei provvedimenti – negli ambiti istituzionali, sostenuto da una prima linea di ferro formata da televisioni, tutte, e dai grossi giornali, quasi tutti. Però senza l’iniziale consenso sociale alla dittatura del ventennio.

Ora ci ritroviamo con una destra che governo con una infima minoranza di voti ma che determinerà, in base al Patto di non belligeranza di quello che resta del centrosinistra, il disimpegno definitivo dello Stato a sostegno dei servizi pubblici, istruzione e sanità in primis, con l’aumento dei finanziamenti alle università da parte di industrie del comparto bellico che poi determinano anche gli indirizzi per le borse di studio e gli stessi contenuti di alcuni corsi universitari.
Al contempo nelle scuole i militari sono stati investiti come educatori, con stages formativi nelle caserme, anche con lezioni da “storici” sulla Costituzione, e per finire “mente sana in corpo sano” alzabandiera corsi di diseducativa ginnastica militare.
Non stiamo tornando, per adesso, al ventennio ma è certo che la repressione di questo governo di estrema destra contro il dissenso di piazza aumenterà velocemente, in particolare contro i lavoratori, gli studenti, i giovani in genere e da alcune settimane contro gli ecoattivisti perchè la strada gliela hanno asfaltata tutti i governi precedenti.

Altro obbiettivo, strettamente connesso al revisionismo storico, è la rinascita della guerra come valore nazionale
con le campagne di odio e di fobia contro i popoli extraoccidentali e fuori dalla servitù verso gli USA, e prima fra tutti quello russo. In merito è orrendo quanto affermato dalla scrittrice ucraina Larisa Nitsoy che ha proposto di obbligare gli ucraini che sono contro la guerra della NATO contro la Russia tramite Zelensky a portare una stella rossa applicata sui vestiti, calpestando la memoria della shoah con le leggi razziali e i campi di sterminio della Germania nazista.

Una guerra contro una Russia che si è vista stracciare ogni accordo di pace fatto con l’Europa, siglati dal 2008 al 2021, che però ancora una volta si è dimostrata colonia degli USA. Accordi che escludevano l’accerchiamento militare della NATO e che se rispettati l’invasione dell’Ucraina non sarebbe mai avvenuta e la guerra non sarebbe mai scoppiata.
In questa colonia USA il governo italiano è all’avanguardia nel sostegno militare ed economico con l’invio di armi. Come Mussolini servo di Hitler.

Redazione Lavoro e Salute

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