IL RIGASSIFICATORE DI PIOMBINO È SENZA GAS!
A Piombino, ricordiamo, è stata ormeggiata nel porto una nave rigassificatrice in nome di un’inesistente emergenza nazionale per mancanza di gas, che l’Italia regolarmente esporta.
La Nazione ce lo chiede, l’Italia senza quel gas avrebbe battuto i denti durante il freddo inverno, i Piombinesi Nimby non volevano sacrificarsi per la Patria, diceva un Giani entusiasta del progetto e un Cingolani deciso.
Cambia Governo, il progetto va avanti nonostante l’opposizione di migliaia di cittadini, la nave è in porto, la causa intentata dal Comune è in corso, il nuovo ministro Pichetto Fratin assicura che nel 2026 sarà trasferita in Liguria, il Presidente Toti, nominato commissario straordinario per il trasferimento, annuncia il sito, Vado Ligure, 4 km al largo.
Una vittoria della nostra lotta? Una vittoria di Pirro per chi, come noi, non vuole altri rigassificatori e dice no ai combustibili fossili.
Comunque, tornando alla Golar Tundra, la nave gasiera ormeggiata nel nostro porto: dopo un iter molto abbreviato Snam produce il documento definitivo sulla sicurezza, secretato a chiunque in nome della privacy. Ciò che è visibile è solo il verbale conclusivo dei lavori del Comitato tecnico regionale, sul sito della Regione Toscana. Un verbale conclusivo per modo di dire, perché detta ulteriori prescrizioni a Snam. Tuttavia in base ad esso la Golar Tundra può iniziare a rigassificare.
C’è però un problema, che è l’indice di Wobbe: ogni gas ha un valore calorifero diverso, ma per essere immesso in rete deve avere un valore standard, che si ottiene correggendo il gas tramite azoto. A questo scopo Snam aveva progettato un mega impianto in località Vignarca, ma nei mesi ci ha ripensato e ha modificato il progetto iniziale.
Di fatto la correzione dell’indice di Wobbe a Piombino ancora non si può fare. Da ciò ne consegue che la Golar può lavorare solo gas già perfetto.
E si arriva così alla notte tra il 7 e l’8 luglio, quando una metaniera entra nel porto di Piombino e rifornisce la Golar di 90.000 metri cubi di gas algerino, circa la metà del carico possibile della Golar.
Si vede che di più, sul mercato, non ne hanno trovato di questo gas che non necessita di correzione. Entusiasmo di Giani Eugenio e complimenti dal Governo. Depressione nella città di Piombino.
La Golar comincia nei giorni successivi a lavorare questo gas, con un imponente sversamento sull’imboccatura del porto di acqua fredda e ipoclorito. Così lavorano i rigassificatori a ciclo aperto: un Niagara di acque si rovescia di continuo in mare, ma i tecnici dicono che va bene così.
Un giorno, due giorni, 5 giorni… E poi il Niagara cessa. Da una dozzina di giorni la Golar è inattiva, non rigassifica e quindi non sversa in mare. È ferma.
Altre metaniere non sono arrivate, presumibilmente ha finito il gas o forse il motivo è diverso, ma non è dato saperlo.
Giani tace.
Snam tace.
Il Governo tace, però almeno non parla più di emergenza: ha scoperto le carte, l’Italia deve essere un hub del gas, come era dall’inizio e come noi abbiamo sempre detto.
Anche i giornali, che hanno celebrato con tanta enfasi l’arrivo della prima metaniera, tacciono. Ed ecco perché noi invece non vogliamo tacere e lo vogliamo proclamare.
Dopo pochi giorni dall’inizio della sua attività la Golar è ferma.
Che fretta c’era? Quella di schiacciare la volontà dei cittadini?
Maria Cristina Biagini
26/7/2023 https://www.perunaltracitta.org/
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