“GAZA VINCERÀ, PALESTINA SIAMO QUA!”

Dalla piazza di Milano, un solo grido in solidarietà al popolo palestinese: “Gaza Gaza vincerà, Palestina siamo qua!”.

Ieri a Milano una manifestazione ricca di bandiere palestinesi ha sfilato per la città, partendo da piazza Duca d’Aosta, di fronte alla Stazione Centrale, e arrivando in via Giacosa, dove si trova il parco Trotter. I numeri rilasciati dai mezzi di stampa parlano di 4.000 persone. Altre fonti dicono che i manifestanti e le manifestanti erano molte ma molte di più.

Per presenza di giovani e vivacità, la manifestazione di Milano assomigliava a quella dello scorso 22 luglio a Losanna (1), quando i curdi e le curde della diaspora sono scesi in piazza per ricordare le conseguenze che il trattato di Losanna del 1923 fece ricadere sul loro popolo.

Tra le vie di Milano, (2) c’erano infatti tanti ragazzi e tante ragazze, la maggioranza rappresentata dai figli e dalle figlie della migrazione, che davanti all’immensa tragedia palestinese, resa ancora più dura dai bombardamenti incessanti di Israele e dall’embargo totale, che include i beni essenziali e i medicinali, hanno deciso di schierarsi.

Probabilmente rappresentavano la maggioranza di quel corteo, ma tutte le generazioni erano presenti. Non mancava infatti quella scesa in piazza più volte in passato a sostegno di Cuba e del Vietnam contro la superpotenza militare e, allora, anche economica, rappresentata dagli Stati Uniti. C’era però anche la generazione di mezzo, quella che all’epoca del G8 viveva i suoi vent’anni e faceva le prime prove di piazza sperimentando manganelli e gas lacrimogeni della polizia nella Genova che resisteva.

Cosa unisce le manifestazioni del passato a quella di ieri e cosa tiene insieme tutte queste generazioni? E’ la scelta di lottare e restare al fianco degli oppressi, di non scivolare nell’indifferenza del non vedo, non sento, non dico. E’ un grido che supera tutti i confini disegnati dall’uomo per arrivare a Gaza e alla sua popolazione, come diceva il coro “Gaza Gaza vincerà, Palestina siamo qua”.
E’ credere che dobbiamo restare umani, come ripeteva Vittorio Arrigoni e come, con altre parole, diceva lo striscione di tre giovani ragazze “You don’t need to be a muslim to stand up for Palestine. You just need to be human”.
E’ un urlo accorato e determinato che si rivolge a Israele, ai potenti che muovono pericolosamente le fila del mondo e a tutta l’umanità per dire:
“Fermiamo il genocidio a Gaza. Salviamo Gaza”.
E’ la consapevolezza che bisogna restituire al popolo palestinese i suoi diritti, come recitavano gli striscioni “Vita, terra, libertà per i palestinesi” e “From the river to the sea Palestine will be free”, oltre al coro “Palestina Palestina terra mia, Israele via via”.

E’ l’orgoglio di sapere che non si è antisemiti se si mette Israele davanti ai suoi errori e orrori come scritto sul cartello “Pro-Palestina diverso da antisemitismo”.

Sotto un bombardamento incessante, a Gaza si continua a morire. Ma a Gaza si muore anche per mancanza di medicinali, di dottori e infermieri che possano far fronte alle migliaia di feriti. A Gaza a breve si inizierà a morire anche di sete e di fame. Allora quando si hanno delle piazze che chiedono di fermare l’assedio di Israele in corso che cancella dalla faccia della terra migliaia di persone, perché non dovremmo ascoltarle?

Carla Gagliardini

LINK:
1 – KURDISTAN: TRATTATO DI LOSANNA – CENT’ANNI DI SOLITUDINE

2 – Milano, manifestazione pro-palestinesi alla Statale: slogan “intifada fino alla vittoria” 

Mirka Garuti

17/10/2023 http://alkemianews.it/

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