Alluvione Toscana, il mutualismo degli operai, lo sciacallaggio dei padroni
Oltre 500 volontari dal presidio ex GKN, con aiuti per la popolazione colpita dall’alluvione, mentre la proprietà preme per lo sgombero
Cinquecento persone, arrivate da tutta la regione e anche da fuori, sono partite questa mattina dal presidio ex Gkn. E continua per tutta la giornata il via vai di persone e volontari. Da ieri e oggi sono stati raccolti materiali per spalare il fango, oltre che casse di acqua, cibo in scatola, vestiti, pannolini per bambini, batterie e tutto quello di cui c’è bisogno nelle zone colpite dall’alluvione. Altri cento volontari sono rimasti invece al presidio per continuare a organizzare le squadre e la raccolta del materiale.
Le squadre di volontarie e volontari sono organizzate insieme da Collettivo di Fabbrica, lavoratori Mondoconvenienza in sciopero, k100 Camilo Cienfuegos, Brigate di Soldarietà attiva, Centro storico Lebowski, Casa del Popolo Quinto Alto, Soms Insorgiamo.
“Il nostro punto di raccolta e le nostre squadre si uniscono alle altre azioni di solidarietà attivate dal territorio – dichiara la RSU ex Gkn – perché in questi casi c’è bisogno di tutte e tutti e il nostro presidio si è subito messo a disposizione. La proprietà invece, in un momento come questo, non trova altro da fare che lo sciacallaggio più clamoroso. Ieri, dopo due giorni di silenzio, durante i quali non si è minimamente preoccupata di verificare la nostra salute, la sicurezza dei lavoratori e lo stato dello stabilimento, ha mandato un messaggio per chiedere l’immediato sgombero, chiedendo l’impiego delle forze dell’ordine, adducendo come scusa un non precisato fenomeno di dispersione elettrica”.
In questi giorni, i lavoratori ex Gkn sono rimasti in turno regolarmente, svolgendo attività di guardiania e manutenzione. Lo stabilimento, quasi miracolosamente, è stato impattato pochissimo dall’esondazione con qualche lieve allagamento in zone periferiche del piazzale. E’ il caso di dirlo: miracolosamente, anche perché lo stato di incuria in cui Qf/ex Gkn ha lasciato lo stabile, fa sì che il tetto abbia normalmente perdite dovute alla pioggia. Lo stabilimento è stato coinvolto nel distacco di corrente che ha interessato intere zone di Campi Bisenzio. Nella notte tra venerdì e sabato, la corrente è stata ripristinata. Nella mattina di sabato, infine, lo stabilimento risultava perfettamente funzionante. E, come è noto, il Collettivo di Fabbrica ha iniziato a contribuire – come tutta la popolazione fiorentina e campigiana del resto – alle squadre di volontarie e volontari.
Il tutto mentre gli operai sono sotto licenziamento e molti dei loro si sono ritrovati con la casa completamente allagata e molte delle proprie cose distrutte. E’ in questo scenario che ieri è arrivata la comunicazione del liquidatore, che non ha mai visitato lo stabilimento, né prima né dopo l’alluvione, eppure chiede lo sgombero a causa di un non meglio precisato problema di dispersione elettrica.
“Siamo al puro sciacallaggio – conclude la RSU – qua si contano le vittime, i danni, la proprietà invece tifa evidentemente alluvione, per avere una scusa in più. La richiesta di sgomberare lavoratori in regolare turno di guardania e manutenzione, è clamorosa, oltre che sfacciatamente antisindacale. Altrettanto clamoroso è il fatto che, in mezzo all’emergenza e a una penuria di mezzi di soccorso, chiedano l’intervento delle forze dell’ordine per farlo. Chiarisce però in maniera definitiva che la proprietà dell’ex-Gkn è contro i suoi operai, contro le persone che qua vivono, lavorano. E che questa proprietà teme più di ogni altra cosa la fabbrica socialmente integrata: il legame viscerale di comunità tra Gkn e il territorio. Del resto, loro qua non vogliono evidentemente fare altro che liquidare e fare soldi sulla vendita dello stabilimento. Questo grado di sciacallaggio, di grottesca impunità, non potrebbe esistere evidentemente se non si sentissero coperti da un pezzo importante della politica”.
Ieri, la convergenza tra Bsa, k100, Collettivo di Fabbrica, lavoratori in Mondoconvenienza in sciopero, Cdp Quinto e Lebowski ha messo all’opera 25 squadre di volontarie e volontari. Purtroppo solo una idrovora era a ttiva e Campi è congestionata da troppo afflusso. «Ci sarà bisogno di spalare ancora per giorni e giorni. La solidarietà deve coordinarsi e prolungarsi. C’è bisogno di acqua, tanta acqua potabile, ma in generale vi chiediamo di guardare la lista con attenzione del materiale che chiediamo, perché evolverà», ha avvertito il Collettivo di Fabbrica.
L’assemblea in programma oggi, 5 novembre, ci sarà ma «cambia ulteriormente natura».
«Seguite il nostro ragionamento, per come è, per quello che è. Perché vi riporta tutta la fatica, la problematizzazione di fronte a cui siamo. Ve la restituisce e la socializza. Affrontiamola insieme», esortano i lavoratori ex GKN ricapitolando la vicenda. Quella che doveva essere una assemblea con il movimento internazionale delle imprese recuperate (tra gli interventi quelli di Viome, lotta storica in Grecia, sotto sgombero anche loro oltre a delegazioni internazionali di lavoratrici e lavoratori della CGT spagnola, Association pour l’autogestion, Solidaires) è diventata “anche” una giornata di lotta contro i licenziamenti e la speculazione immobiliare. «L’ora x è l’ora in cui i licenziamenti saranno definitivi e qua avranno sfondato, trasformando ex Gkn in una operazione immobiliare», si legge nella nota alla stampa.
«Poi sono scesi 150/200 millimetri in quattro ore. Il Bisenzio è salito di 7 metri in due ore. E qua è venuto giù di tutto. In due ore alcuni colleghi si sono trovati con le vite azzerate. Ed alcuni sono ancora con l’acqua in casa. E allora ti fermi. Ti crolla addosso il mondo.
Eppure, non è quello che hai sempre sostenuto? Non è esattamente la dimostrazione che è corretto quello che stai facendo? Che qua, in Gkn, dobbiamo battere la speculazione e creare un polo produttivo al servizio della transizione climatica? Che vincere qua, è un’urgenza. E questa urgenza ci permette di uscire dall’eterno stato di emergenza?». Ecco perché sarà l’assemblea delle imprese recuperate, contro i licenziamenti, per la fabbrica socialmente integrata, per Mondoconvenienza, ma anche di tutte e tutti i solidali venuti a spalare e a dare una mano.
Ultima avvertenza: «La situazione però cambia di ora in ora e per questo vi chiediamo di seguire i nostri social, per ogni comunicazione. Dobbiamo rispondere all’emergenza ma anche all’urgenza del cambiamento sociale e climatico. Perché se non troviamo la via per costruire una fabbrica socialmente integrata, ecologicamente avanzata, purtroppo il fango che spaleremo nei prossimi giorni, presto o tardi, ritornerà».
Il progetto industriale dal basso, intanto, va avanti, con ulteriori verifiche e con mobilitazioni di supporto, come la campagna di azionariato popolare per la cooperativa Gff, che ha superato quota 100mila euro: “Ogni verifica del progetto industriale deve tener conto del fatto che questo sta dentro la vertenza. L’intervento pubblico chiuderebbe questa partita in cinque minuti. Il governo dimostri che non vuole una speculazione immobiliare su quest’area”, ha spiegato il Collettivo all’indomani delle nuove lettere di licenziamento, denunciando un rischio di speculazione che sembra confermato prima dalla rivalutazione economica dello stabilimento da parte di Melrose e poi dalle ultime variazioni societarie di QF/ex Gkn, con la Pvar, società creata da Francesco Borgomeo controllante di Qf, che ha passato il 50% delle proprie quote alla Toscana Industry Srl, società con la quale condivide una parte dell’oggetto sociale: “l’acquisto, la vendita, la permuta, la costruzione, la ristrutturazione, la gestione di beni immobili”. Tutti dati recuperabili dalle visure camerali.
Alle istituzioni si chiede di rilevare lo stabilimento, con un consorzio industriale a partecipazione pubblica, e concederlo, in affitto o in rent-to buy, alla cooperativa dei lavoratori dentro un condominio industriale complessivo per le aziende che lo vorranno abitare: “Il Ministro Urso dice che bisogna stare attenti a come si utilizzano i fondi pubblici, siamo d’accordo e infatti ricordiamo che a Qf sono stati concessi due anni di cassa integrazione ‘a fondo perduto’, senza alcuna causale, senza piano industriale e senza nemmeno chiedere di ritirare la liquidazione, è stata data liquidità pubblica a un’azienda in liquidazione. Ora chiediamo che l’ammortizzatore sociale venga messo a disposizione della cooperativa dei lavoratori, per realizzare un piano che in dieci anni porterebbe un gettito fiscale positivo complessivo di quasi 50 milioni di euro”.
5/11/2023 https://www.popoffquotidiano.it/
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