Neonati abbandonati, un crimine israeliano sotto i radar dei media
Una stanza dell’ospedale pediatrico Al-Nasr dopo l’evacuazione del personale. Mohamed Baalousha/ Al-Mashhad
Orient XXI, 8 gennaio 2024.
Se la portata del genocidio in corso a Gaza ha spinto diverse redazioni francesi a rivedere la propria copertura mediatica, molti aspetti degli abusi commessi dall’esercito israeliano non vengono riportati dai media principali. Tra questi crimini, l’abbandono forzato di cinque bambini lasciati senza aiuto in un ospedale nel nord dell’enclave.
Gaza, 10 novembre 2023: l’ospedale Al-Nasr, nel nord dell’enclave, viene evacuato con la forza dall’esercito israeliano in un caos indescrivibile. L’équipe medica costretta a partire lascia dietro di sé, con la morte nel cuore, cinque bambini impossibili da spostare senza un’ambulanza attrezzata. Un funzionario israeliano informato del problema assicura che verrà fatto ciò che è necessario. Situato in una zona di intensi combattimenti, l’ospedale è rimasto poi inaccessibile per un certo tempo.
Diciassette giorni dopo, durante la tregua, Mohamed Baalousha, giornalista corrispondente del canale emiratino Al-Mashhad, è entrato nell’ospedale fantasma con la sua macchina fotografica. Ciò che ha scoperto quel 27 novembre nel reparto di terapia intensiva è stata una scena di assoluto orrore: corpi di neonati senza vita, in stato di decomposizione. La CNN , che ha potuto vedere le immagini non sfocate fornite dal giornalista, così le descrive:
I minuscoli corpi dei bambini, molti ancora attaccati a fili e tubi destinati a mantenerli in vita, si stanno decomponendo nei loro letti d’ospedale; bottiglie di latte e pannolini di ricambio sono ancora lì accanto, sulle lenzuola.
I corpi sono in un tale stato di decomposizione che si vedono “poco più che scheletri lasciati in alcuni letti”. […] Mosche e vermi strisciano visibilmente sulla pelle di un bambino”. Su sua richiesta, Stefan Schmitt, un medico legale della Florida International University, ha esaminato il video e ha stimato il livello di decomposizione dei bambini come “avanzato”. Secondo lui, nessuno è intervenuto da quando i bambini sono stati abbandonati. “Questi resti si sono decomposti sul posto, cioè si sono decomposti su questi letti […] Lo si può vedere grazie ai fluidi corporei fuoriusciti durante la decomposizione”, secondo il patologo .
Presi di mira durante l’evacuazione
Le indagini incrociate di diversi media e della ONG Euromed, che chiede un’indagine internazionale indipendente, evidenziano la responsabilità di Israele in questa terribile storia. Dopo un’indagine approfondita, i giornalisti della CNN hanno potuto ricostruire la vicenda in un articolo pubblicato l’8 dicembre. Diversi funzionari ospedalieri e membri del personale medico concordano nei loro resoconti di un’evacuazione senza ambulanza, nel panico generale.
In un video pubblicato il 9 novembre [il giorno prima dell’evacuazione], il dottor Mustafa Al-Kahlout, direttore degli ospedali pediatrici Al-Nasr e Al-Rantissi –che si trovano a 500 metri di distanza l’uno dall’altro e sono stati tutti e due evacuati con la forza– riferisce che l’ospedale Al-Nasr è stato “colpito due volte”, riportando “molti danni”, che l’ossigeno nei reparti di terapia intensiva “è stato tagliato” e riferisce che almeno un paziente è morto, mentre altri rischiano di morire. Descrive una situazione apocalittica: “Siamo circondati… le ambulanze non possono raggiungere l’ospedale e chi ci ha provato è stato preso di mira dai soldati”.
In una registrazione audio rilasciata dalle forze armate israeliane l’11 novembre è riportata una conversazione tra un alto funzionario non identificato dell’ospedale Al-Rantissi e un ufficiale del Coordinamento delle Attività Governative Israeliane nei Territori (COGAT) riguardo all’evacuazione dei due ospedali; il primo avvisa l’agente del COGAT che le ambulanze non possono raggiungere l’ospedale, e l’israeliano risponde: “Organizzerò il coordinamento con il centro di pronto soccorso. Non preoccuparti, sono vicino all’esercito, andrà tutto bene.” “Ma le ambulanze porteranno sia pazienti che personale medico?”, chiede il direttore dell’ospedale. “Nessun problema”, risponde l’ufficiale israeliano. Ma le ambulanze non sono mai arrivate. Quando i pazienti e il personale hanno cominciato a uscire a piedi, con le bandiere bianche improvvisate in mano, come concordato con l’agente del COGAT, sono stati presi di mira da colpi di arma da fuoco, come testimonia un video del 10 novembre.
Secondo la ONG Euromed, il dottor Al-Kahlout “ha detto di aver informato l’ufficiale dell’esercito israeliano […], menzionando che [i neonati] non potevano essere trasferiti, e l’esercito [in risposta] ha detto che ne era a conoscenza e che avrebbe agito di conseguenza. La ONG riferisce inoltre che durante un colloquio telefonico (di cui non è stata precisata la data) con il direttore dell’ospedale, un ufficiale israeliano ha affermato che tutti i neonati rimasti erano stati salvati e trasferiti in un luogo sicuro.
In una registrazione audio del 10 novembre trasmessa da Medici Senza Frontiere (MSF), un infermiere volontario, presente con la sua famiglia che si era rifugiata nell’istituto, ha affermato che il personale ha dovuto lasciare l’ospedale in trenta minuti. Ha detto che quando è fuggito è riuscito a portare con sé un bambino e poi lo ha consegnato a un’ambulanza diretta all’ospedale Al-Shifa. Ma riferisce che quattro bambini sono stati lasciati in terapia intensiva. Euromed e il media emiratino Al-Mashhad, dal canto loro, parlano di cinque bambini ritrovati in stato di decomposizione dopo la tregua. L’infermiere si lamenta nella registrazione:
Lasciare morire i piccoli pazienti davanti ai miei occhi è la cosa più dolorosa che abbia mai vissuto, è indescrivibile. Ci ha spezzato il cuore, non potevamo aiutarli, non potevamo prenderli, siamo riusciti a malapena a scappare con i nostri figli, siamo solo dei civili.
Anche il direttore degli ospedali di Gaza presso il Ministero della Salute, il dottor Mohammad Zaqout, ha detto alla CNN : “Li abbiamo informati che questi bambini erano su dei letti e non potevano essere evacuati. Abbiamo preso in braccio altri bambini quando siamo stati costretti a evacuare”.
La smentita israeliana e la rinuncia della Croce Rossa
In un articolo del 12 novembre, il Washington Post cita Mohamed Abou Mughaissib, vice coordinatore medico di MSF a Gaza, riguardo a questo caso:
Il personale medico è stato evacuato a causa del bombardamento dell’ospedale pediatrico e non è riuscito a salvare i bambini portandoli via, quindi hanno lasciato cinque bambini da soli nel reparto di terapia intensiva, collegati a macchine e ventilatori. […] Siamo a questo punto: lasciare i bambini soli con i respiratori.
Da parte sua, l’esercito israeliano ha fermamente negato ogni responsabilità per la morte di questi bambini. “Dato che l’IDF non ha operato all’interno dell’ospedale Al-Nasr, queste accuse non solo sono false, ma costituiscono anche uno sfruttamento perverso di vite innocenti, utilizzate come strumenti per diffondere pericolosa disinformazione”, ha affermato l’esercito in una dichiarazione alla CNN. Interrogato più volte dal canale americano sul perché non avessero fornito ambulanze per l’evacuazione, come aveva promesso l’ufficiale del COGAT nella conversazione registrata con il direttore dell’ospedale, e se erano al corrente della presenza di bambini lasciati nel reparto di terapia intensiva come affermato dal dottor Zaqout, l’esercito israeliano non ha risposto. In una sessione di domande e risposte online con i giornalisti, il portavoce dell’esercito Doron Spielman ha liquidato la storia come niente più che una “diceria”: “Non ci sono stati bambini prematuri andati in decomposizione a causa dell’IDF. Probabilmente non c’è stato nessun bambino decomposto”, ha azzardato. “Hamas è responsabile dell’ospedale Nasr, e noi non stiamo occupando l’ospedale Al-Nasr”, ha insistito.
Una dichiarazione del Ministero della Sanità di Gaza rilasciata dopo il video dei resti dei bambini afferma che l’esercito ha assicurato al personale dell’ospedale Al-Nasr che il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) sarebbe arrivato per evacuare i pazienti. “Invece, i loro corpi decomposti sono stati ritrovati nei loro letti […] Questi bambini hanno esalato il loro ultimo respiro da soli e sono morti da soli”. Contattato, il CICR ha spiegato alla CNN di aver ricevuto “diverse richieste” di evacuare gli ospedali nel nord di Gaza, ma che a causa della “situazione di sicurezza”, non ha “svolto alcuna operazione o evacuazione, e le squadre non si sono impegnate in questo tipo di azioni”. Il CICR ha aggiunto che le immagini dei bambini di Al-Nasr costituiscono una “tragedia indescrivibile”.
Il 16 dicembre, il giornalista Mohamed Baalousha, autore del video, è stato preso di mira da un cecchino israeliano e ferito alle gambe. Il suo video rimarrà nella mente di tutti coloro che lo hanno visto. Per l’avvocato Johann Soufi, specialista in diritto internazionale, se dopo un’indagine indipendente fosse dimostrato che l’esercito israeliano era stato informato della presenza di bambini e che aveva comunque forzato l’evacuazione, ciò costituirebbe un crimine di guerra:
Gli ospedali e i pazienti sono particolarmente protetti dal diritto internazionale umanitario. Non ci sono quasi eccezioni a questo principio e, in ogni caso, l’esercito israeliano era vincolato ai suoi obblighi di proporzionalità, precauzione e umanità nei suoi attacchi. I fatti descritti dalla CNN violano questi tre principi.
Già il 12 ottobre sul canale Sky News, ben prima dell’evacuazione dell’ospedale Al-Nasr, l’ex primo ministro israeliano Naftali Bennett era stato interrogato sui “bambini nelle incubatrici di Gaza il cui sistema di supporto vitale è stato bloccato perché gli israeliani hanno tagliato l’energia elettrica”. La sua risposta rifletteva già lo stato d’animo in cui si svolgono le operazioni dell’esercito israeliano: “E voi mi state facendo davvero domande sui civili palestinesi? Ma avete perso la testa?”
Delle oltre 22.000 vittime dei bombardamenti israeliani a Gaza dal 7 ottobre, più di 5.350 sono bambini. Israele dovrebbe essere perseguito per ciascuna di queste perdite. Il video dei neonati dell’ospedale Al-Nasr è una delle immagini più inquietanti di questa offensiva di brutalità senza precedenti. Tuttavia, non è finito sulla prima pagina dei notiziari televisivi mondiali e non ha suscitato alcun commento da parte dei leader occidentali.
Trentatré anni fa, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno scatenato la guerra contro l’Iraq. Una storia in particolare ha commosso il mondo intero ed è servita a mobilitare le opinioni contro Saddam Hussein. Il 10 ottobre 1990, a Washington, bastarono sei minuti perché una “infermiera” kuwaitiana convincesse gli americani ad entrare in guerra. La giovane in lacrime raccontò ai senatori che le forze armate irachene erano entrate con la forza nel reparto maternità dell’ospedale kuwaitiano Al-Addan, che avevano prelevato i bambini dalle incubatrici e gettato a terra quei bambini che morivano di freddo. Questa menzogna contribuì a far sì che il Congresso americano approvasse l’attacco all’Iraq. In realtà, l’infermiera era la figlia dell’ambasciatore del Kuwait a Washington e la sua testimonianza era stata inventata e scritta da Michael K. Deaver, ex consigliere per le comunicazioni del presidente Ronald Reagan –una delle tante mistificazioni inventate da specialisti della comunicazione.1 Ciò che gli americani avevano immaginato, alla fine Israele lo ha realizzato.
1 Vedi: Ignacio Ramonet “Le bugie di Stato”, Le Monde Diplomatique, luglio 2003.
https://orientxxi.info/magazine/bebes-prematures-un-crime-israelien-sous-les-radars-mediatiques,6981
Traduzione a cura di AssoPacePalestina
12/1/2024 https://www.assopacepalestina.org/
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