Perchè bombardare gli ospedali di Gaza?

L’OMS stima che, fino all’11 gennaio, il sistema sanitario di Gaza abbia subito 309 attacchi dalle forze armate israeliane, con 612 persone uccise, 65 medici e operatori sanitari arrestati, 94 strutture sanitarie e 83 ambulanze colpite di cui 46 gravemente danneggiate. Soltanto 15 dei 36 ospedali (42%) e 13 su 72 (18%) centri sanitari periferici della Striscia sono parzialmente funzionanti. Gli attacchi ai servizi sanitari non solo colpiscono direttamente il personale e i degenti, ma anche l’intera popolazione. A Gaza si trovano 350.000 persone con malattie cardiovascolari e metaboliche croniche e 9.000 malati di cancro. Con circa 5000 parti  al mese.

La violenza nei conflitti armati contro l’assistenza sanitaria è ormai un fenomeno molto diffuso. L’anno 2022 ha segnato un triste record: 1.989 attacchi contro strutture sanitarie e il loro personale, con un aumento del 45% rispetto al 2021 e il numero totale peggiore nel decennio da quando la Safeguarding Health in Conflict Coalition (SHCC)[1] ha iniziato il suo macabro conteggio. Nella Striscia di Gaza non è una novità. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riferito che nei conflitti del 2008-2009, 2012 e 2014, missili, attacchi aerei e assalti di carri armati israeliani hanno danneggiato o distrutto più di 200 strutture sanitarie e più di 150 ambulanze. Oltre 30 operatori sanitari sono stati uccisi in servizio, più di 175 di loro sono rimasti feriti. Il sistema sanitario di Gaza non si è mai ripreso[2]. Confrontando i dati del 2022 della guerra in Ucraina con quelli correnti di Gaza, dal 7 ottobre al 9 dicembre 2023, in poco più di due mesi, il numero di operatori sanitari palestinesi uccisi a Gaza (286)[3] è stato ben oltre 3 volte superiore a quello degli operatori sanitari ucraini uccisi nell’intero anno 2022 (78)[4].

L’OMS stima che, fino all’11 gennaio, il sistema sanitario abbia subito 309 attacchi dalle forze armate israeliane, con 612 persone uccise, 65 medici e operatori sanitari arrestati, 94 strutture sanitarie e 83 ambulanze colpite di cui 46 gravemente danneggiate.[5] Soltanto 15 dei 36 ospedali (42%) e 13 su 72 (18%) centri sanitari periferici della Striscia sono parzialmente funzionanti. La sorveglianza delle malattie è completamente interrotta compresa la diagnosi precoce e la capacità dei laboratori. Negli ospedali, le attrezzature mediche (come monitor, ventilatori, incubatrici, radiografie e TC, analizzatori di laboratorio, macchine per anestesia) che dipendono dall’elettricità sono quasi completamente fuori uso.

Gli attacchi ai servizi sanitari non solo colpiscono direttamente il personale, ma anche l’intera popolazione che dipende da loro per l’assistenza sanitaria. A Gaza si trovano 350.000 persone con malattie cardiovascolari e metaboliche croniche e 9.000 malati di cancro.[6] L’OMS avverte che attualmente 180.000 persone soffrono di infezioni respiratorie, 55.000 hanno pidocchi e scabbia, 42.000 varie forme di eruzioni cutanee e 136.000, metà dei quali sono bambini sotto i 5 anni, hanno contratto la diarrea. Circa 183 bambini nascono ogni giorno e oltre 5.000 sono nati solo il mese scorso, tutti bisognosi di cure e nutrizione adeguate.[7] La violenza inoltre distrugge i servizi sanitari nel momento in cui sono più necessari: ferite non medicate che si infettano, tagli cesarei e amputazioni senza anestetici o antidolorifici.

Il chirurgo britannico Tom Potokar del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) così descrive la situazione all’European Gaza Hospital: “Se potessi portare qui una persona che ha dubbi, e metterla qui, e farle sentire l’odore della carne in decomposizione, a vedere i vermi che strisciano dalle ferite di una persona che ha la carne necrotica e sentire le urla dei bambini perché non c’è abbastanza antidolorifici, e vogliono la loro mamma, che non apparirà perché è morta – credo che le persone potrebbero pensarla un po’ diversamente.”

Secondo la IV Convenzione di Ginevra, i Protocolli aggiuntivi, la risoluzione 2286 del Consiglio dii Sicurezza delle Nazioni Unite del 2016, e l’articolo 8 dello Statuto di Roma, che ha istituito la Corte penale internazionale, le strutture e il personale sanitario non possono essere attaccate a meno che vengano utilizzate per commettere un “atto dannoso per il nemico”. In caso di dubbio, si presume che NON vengano utilizzate a tale scopo. Se un ospedale perde il suo status protetto, dice il diritto internazionale, qualsiasi operazione militare deve adottare misure per proteggere i pazienti, il personale e gli altri civili.

Perché colpire la sanità a Gaza?

Durante la guerra in Siria nel 2016, Amnesty International denunciava: “E’ veramente ignobile che la distruzione degli ospedali sembri essere diventata parte della strategia militare delle forze armate russe e siriane”.[8] A Gaza sta accadendo lo stesso. L’ICRC distingue gli attacchi alle strutture sanitarie durante la violenza armata in quattro categorie principali:[9] (a) il targeting deliberato per ottenere un vantaggio militare; b) attacco deliberato per ragioni politiche, religiose o etniche; (c) il “danno collaterale”, ossia non intenzionale, dovuto a proiettili o mortaio puntato su un obiettivo militare; (d) il saccheggio di farmaci e attrezzature mediche, come avvenne nel 2003 a Bagdad portando il sistema sanitario al collasso virtuale.

I fatti a Gaza dal 7 ottobre 2023 tuttavia conducono ad altre considerazioni sulle possibili motivazioni di Israele per attaccare gli ospedali:

  1. Perché sarebbero usati da Hamas per nascondere armi e centri di comando, trasformando quindi tali strutture, il loro personale sanitario e i pazienti in “scudi umani”. Il diritto umanitario internazionale definisce “scudo umano” “un civile posto di fronte a un obiettivo militare in modo che il suo status civile dissuada il nemico dall’attaccare quell’obiettivo”.[10] La legge internazionale chiarisce inoltre che, anche se una forza armata utilizza impropriamente oggetti civili per proteggersi, il suo avversario è comunque tenuto a salvaguardare i civili da danni sproporzionati.

L’uso di scudi umani è assolutamente vietato.  Tuttavia, il diritto internazionale può anche essere manipolato, sostiene Nicola Perugini dell’Università di Edimburgo,[11] così da giustificare la violenza in corso. Dopo che Israele ha ordinato a oltre 1 milione di palestinesi nel nord di Gaza di trasferirsi a sud, chi non ha obbedito è stato etichettato come scudo umano, addossando quindi la responsabilità sui palestinesi stessi. “E così, una proibizione del diritto umanitario, cioè di usare i civili come scudo umano, viene applicata a un’intera popolazione per distogliere la responsabilità su chi bombarda.”

  1. Secondo Neve Gordon, della Queen Mary University di Londra,[12] esiste ampio consenso tra gli israeliani che una vittoria di qualsiasi tipo possa essere ottenuta solo scatenando una violenza letale su Gaza. Questo spiega il silenzio dei media e dell’opinione pubblica di fronte al massacro di donne e bambini che il loro esercito sta compiendo a Gaza. Per la maggior parte degli israeliani, “vincere” sembra in realtà giustificare quasi ogni violenza, compresa la eliminazione su larga scala del popolo palestinese e non solo di Hamas.

Legittimo quindi il sospetto che l’esercito stia praticando la “Dottrina Dahiya[13] formulata ai tempi della guerra del Libano del 2006, che approva l’impiego di “forza sproporzionata”.  Lo stesso portavoce delle Forze armate israeliane ha affermato che l’”enfasi è sul danno e non sulla precisione.”[14] Ciò significa massicci bombardamenti su Gaza deliberatamente mirati a obliterare infrastrutture civili, compreso il sistema sanitario.

  1. Una forma di guerra psicologica: gli attacchi agli ospedali dicono alla popolazione che nessun posto è sicuro. Tahani Mustafa, analista senior dell’International Crisis Group, afferma[15] che l’atto di far sentire i palestinesi insicuri in ogni struttura della Striscia serve a reprimere qualsiasi forma di resistenza. E aggiunge: “Ciò fa parte di un modello di vessazione di lunga data nei confronti del personale e dei servizi medici palestinesi, in cui Israele dimostra loro che nessuna persona e nessuno spazio è sicuro… [E’] il tentativo sistematico di intimidire le popolazioni locali e di minare la loro volontà di resistere”.

Si tratta di una vera e propria guerra psicologica (PsyWar – psychological warfare), o, più comunemente, propaganda,[16] ossia “un’azione praticata con metodi psicologici per evocare in altre persone una predeterminata reazione psicologica”. La distruzione di strutture essenziali può avere un impatto devastante sul morale e lo stato d’animo della popolazione.

  1. Ancora “targeting deliberato”, ma come parte di una campagna di terra bruciata per rendere Gaza inabitabile: una nuova Nakba, la totale pulizia etnica della Striscia di Gaza e dell’intera Palestina occupata. Secondo Raz Segal, esperto israeliano in moderno genocidio, si tratta di “un caso di genocidio da manuale” [17] e aggiunge che “dobbiamo essere chiari sul fatto che la violenza israeliana contro i palestinesi è una questione sistemica strutturale sin dalla creazione dello Stato israeliano,” parte integrante del progetto sionista di colonialismo di insediamento che mira, ha sempre mirato, ad impossessarsi della terra e a sbarazzarsi della popolazione indigena rispondendo ad una “logica di eliminazione”.

A detta di oltre 800 esperti di studi sull’olocausto e sul genocidio[18] le forze israeliane nella Striscia di Gaza stanno commettendo contro i palestinesi un genocidio. Il crimine di genocidio ha due elementi che devono essere provati: la esecuzione, comprovata nel caso di Israele dall’evidente devastazione di Gaza, e l’”intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale” nel linguaggio della Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.[19] Un database di oltre 500 dichiarazioni che dimostrano l’incitamento israeliano al genocidio fornisce ampie prove dell’intento genocidario.[20] Come sappiamo, in questi giorni la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja sta deliberando se le ragioni del Sudafrica che ha accusato Israele di genocidio sono abbastanza forti da emanare una misura provvisoria per fermare gli attacchi dell’esercito israeliano a Gaza.

Per concludere, sebbene gli operatori sanitari abbiano diritti che li proteggono, hanno anche obblighi e responsabilità, legati ai diritti dei feriti e dei malati affidati alle loro cure. Sono quindi anch’essi vincolati dal diritto internazionale umanitario e dalle leggi sui diritti umani, nonché dall’etica medica. È pertanto inquietante la notizia secondo cui un gruppo di medici israeliani, conosciuti sotto il nome di “Medici per i diritti dei soldati israeliani”,[21] il 5 novembre abbia chiesto esplicitamente il bombardamento dell’ospedale Al Shifa di Gaza City come “diritto legittimo” in quanto, pur in assenza di prove, l’ospedale fungerebbe da base per “gruppi armati palestinesi”. Un segno, forse, dell’abisso morale in cui stiamo sprofondando.

[Questo testo è un breve riassunto con alcuni aggiornamenti statistici del capitolo “Gaza, guerra agli ospedali. Il sistema sanitario di Gaza da luogo di cura protetto a obiettivo militare” che comparirà nella pubblicazione “Gaza 2024 Le ragioni del disarmo Dossier sull’embargo militare a Israele” a cura dal BDS-Italia https://bdsitalia.org/ , in uscita nei prossimi giorni.]

Riferimenti

[1] Ignoring Red Lines. Violence Against Health Care in Conflict. Safeguarding Health in Conflict Coalition (2022).   https://insecurityinsight.org/wp-content/uploads/2023/05/2022-SHCC-Executive-Summary-Ignoring-Red-Lines.pdf.

[2] World Health Organization (2015) Situation report #2 Occupied Palestinian Territory)http://www.emro.who.int/images/stories/palestine/documents/WHO_Sitrep_on_oPt__health_attacks_12.2015_-_final.pdf.

[3] Hostilities in the Gaza Strip and Israel | Flash Update #64 [EN/AR/HE] – occupied Palestinian territory | ReliefWeb (2023). https://reliefweb.int/report/occupied-palestinian-territory/hostilities-gaza-strip-and-israel-flash-update-64-enarhe.

[4] Ignoring Red Lines, op.cit. p.5.

[5] https://www.emro.who.int/images/stories/Sitrep_-_issue_20.pdf

[6] Devi, S. (2023) ‘Health care in Gaza continues to worsen under conflict’, The Lancet, 402(10414), p. 1736. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(23)02513-8.

[7] https://peoplesdispatch.org/2024/01/05/israel-is-decimating-gazas-health-infrastructure-as-disease-threatens-the-majority-of-its-population/?ref=peoples-health-dispatch.ghost.io

[8] Syrian and Russian forces targeting hospitals as a strategy of war (2016) Amnesty International. https://www.amnesty.org/en/latest/press-release/2016/03/syrian-and-russian-forces-targeting-hospitals-as-a-strategy-of-war/.

[9] https://www.icrc.org/en/doc/assets/files/publications/icrc-002-4072.pdf P.8.

[10] https://www.icrc.org/en/doc/assets/files/other/irrc-872-bouchie-de-belle.pdf. P. 885.

[11] Facchini, D. (2023) ‘Il discorso genocida del governo israeliano e la manipolazione del diritto contro chi abita Gaza’, Altreconomia, 15 ottobre. https://altreconomia.it/il-discorso-genocida-del-governo-israeliano-e-la-manipolazione-del-diritto-contro-chi-abita-gaza/.

[12] Gordon, N. (2023) ‘Why is Israel bombing Gaza hospitals, ambulances? It’s all about “winning”’, Al Jazeera, 10 novembre. https://www.aljazeera.com/opinions/2023/11/10/what-winning-the-war-means-for-israelis.

[13] Weiman, N. (2023) ‘La “Dottrina Dahiya” e i deliberati bombardamenti di Israele sui civili di Gaza’, Altreconomia, 14 novembre. https://altreconomia.it/la-dottrina-dahiya-e-i-deliberati-bombardamenti-di-israele-sui-civili-di-gaza/.

[14] https://www.theguardian.com/world/2023/oct/10/right-now-it-is-one-day-at-a-time-life-on-israels-frontline-with-gaza

[15] https://www.aljazeera.com/features/2023/11/20/why-does-israel-target-palestinian-hospitals-psyops-say-analysts

[16] https://www.britannica.com/topic/psychological-warfare

[17] ‘A Textbook Case of Genocide’: Israeli Holocaust Scholar Raz Segal Decries Israel’s Assault on Gaza (2023). https://www.youtube.com/watch?v=ZWGGjLZNuyg

[18] ‘Public Statement: Scholars Warn of Potential Genocide in Gaza’ (2023). https://twailr.com/wp-content/uploads/2023/10/Gaza-public-statement-and-signatories.pdf

[19] https://fedlex.data.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/cc/2002/358/20140611/it/pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-cc-2002-358-20140611-it-pdf-a.pdf

[20] https://www.aljazeera.com/opinions/2024/1/14/intent-in-the-genocide-case-against-israel-is-not-hard-to-prove

[21] Deveci, M. (2023) Israeli doctors group calls for bombing Al-Shifa Hospital in GazaAA.comhttps://www.aa.com.tr/en/middle-east/israeli-doctors-group-calls-for-bombing-al-shifa-hospital-in-gaza/3044872.

Angelo Stefanini

22/1/2024 https://www.saluteinternazionale.info/

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *