L’Unione Europea sposta ingenti fondi dal clima alla guerra
Il cambiamento climatico sta rapidamente mutando la geografia europea minacciando di rendere presto inabitabili o quantomeno ostili intere aree del continente e provocando ogni anno miliardi di euro di danni e centinaia di vittime.
Eppure l’Unione europea avrebbe deciso di modificare le sue priorità di spesa, puntando meno sulle questioni ambientali e investendo di più sulla guerra.
Lo scrive il quotidiano economico britannico “Financial Times” che cita fonti diplomatiche secondo cui, tale cambiamento di paradigma sarebbe dovuto alle reazioni negative dei cittadini europei alla gestione della lotta al cambiamento climatico e, ovviamente, ai riflessi del conflitto in Ucraina.
«In un contesto restrittivo per i bilanci nazionali, gli Stati membri del blocco comunitario hanno tagliato, da 10 a 1,5 miliardi di euro, il fondo generale destinato a stimolare l’innovazione e hanno assicurato che potrà essere utilizzato solo per progetti legati alla difesa e non per le tecnologie verdi o altre questioni legate al clima», riferisce il giornale di Londra.
La Banca europea per gli investimenti (Bei), che nel 2019 si autodefiniva addirittura “banca per il clima”, negli ultimi mesi ha dovuto affrontare crescenti pressioni per aumentare l’entità dei prestiti concessi al settore della cosiddetta difesa. All’inizio di quest’anno la banca ha annunciato il lancio di un “fondo di capitale di difesa” da 175 milioni di euro destinata a fornire capitale di rischio alle Pmi e alle startup che presentano progetti innovativi nelle tecnologie di difesa e sicurezza.
Lo spostamento delle priorità dell’Ue verso la difesa è un fatto confermato anche dalla creazione nel 2022 del “Fondo europeo di sovranità”, che avrebbe dovuto aumentare la spesa nel comparto ecologico e dello sviluppo di tecnologie avanzate. Secondo il giornale, durante l’ultimo vertice Ue di dicembre, i leader continentali hanno chiarito che avrebbero accettato solo 1,5 miliardi di euro in più per la difesa dopo che la Commissione europea aveva spinto per una “piattaforma tecnologica strategica” (Step) da 10 miliardi di euro che avrebbe anche incluso investimenti in tecnologie a basse emissioni di CO2.
Secondo il giornale britannico, la piattaforma Step è destinata esclusivamente a finanziare i programmi esistenti e non a creare un nuovo meccanismo di finanziamento basato sul debito condiviso.
Bruxelles stima che tagliare le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 richiederebbe investimenti annuali di 1,5 trilioni di euro ma secondo le fonti diplomatiche del Financial Times, «gli investimenti per rendere più verde l’economia probabilmente diminuiranno drasticamente dopo il 2026, quando il fondo di recupero si esaurirà», tenendo conto anche del fatto che alcuni dei Paesi membri, fra cui la Germania, hanno chiarito che l’adozione di questo strumento è stato “un evento unico”.
I paesi dell’UE stanno anche discutendo il finanziamento di ulteriori aiuti militari a Kiev per un importo di 5 miliardi di euro all’anno attraverso un fondo separato, lo European Peace Facility, con una decisione prevista entro marzo. Bruxelles sta discutendo su come l’EPF, che ha già rimborsato i capitali dell’UE per quasi 6 miliardi di euro di armi inviate in Ucraina, possa essere ricalibrato per finanziare anche la produzione di armi.
31/1/2024 https://pagineesteri.it/
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