Elezione diretta: più potere al popolo o alla maggioranza di governo?
Il ministro degli affari regionali e delle autonomie, Roberto Calderoli, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Imagoeconomica. Sara Minelli)
L’articolo 1 della Costituzione sancisce che “la sovranità appartiene al popolo”. Dunque non si attua una sola volta con l’elezione del capo del Governo, ma i cittadini la esercitano continuamente sia attraverso i loro rappresentanti in Parlamento sia mediante le forme organizzate: partiti, sindacati, associazioni. L’Anpi metterà in atto tutte le azioni possibili per fermare i disegni di legge sulle riforme istituzionali e sull’autonomia differenziata
Il governo Meloni sta accelerando l’iter delle sue leggi di riforma istituzionale in vista delle elezioni Europee di giugno: il disegno di legge sull’autonomia differenziata è già stato approvato al Senato e sta per iniziare il percorso alla Camera dei Deputati, e il disegno di legge sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri ha iniziato la procedura al Senato.
L’Anpi ha da tempo espresso, attraverso i pronunciamenti dei suoi organismi dirigenti, la propria contrarietà ad ambedue i disegni di legge, che prefigurano un Paese diviso, più diseguale, meno autorevole e più autoritario. Insieme i due disegni di legge mirano a cambiare la Costituzione nata dalla Resistenza antifascista, per proporne un’altra, a detta dei proponenti, più adeguata ai cambiamenti sociali ed economici avvenuti dal ’48 in poi.
In realtà mai come oggi, a fronte della crisi sociale, economica e democratica che stiamo vivendo, sarebbe necessario ripartire dai valori solidaristici e dal modello di democrazia partecipata espressi nella nostra Costituzione.
La legge per l’autonomia differenziata delle Regioni produrrà effetti negativi sulla vita concreta delle persone (salute, lavoro, conoscenza, ambiente ecc.), inoltre l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri, impropriamente definito Premier, produrrà una torsione autoritaria del Governo, perché diminuirà il potere del Presidente della Repubblica e dello stesso Parlamento, alterando gli equilibri necessari a garantire il governo democratico del Paese.
In molti Paesi è prevista l’elezione diretta del Capo dello Stato, ma in nessuno l’elezione diretta del Premier, proprio per la difficoltà di mantenere in questo caso un adeguato sistema di pesi e contrappesi istituzionali a garanzia di una democrazia effettiva.
La presidente Meloni ha più volte sottolineato, nei suoi interventi, che la riforma proposta dal centro-destra darà più potere al popolo, che potrà scegliere finalmente il proprio Capo di Governo. Tuttavia, come ci hanno insegnato i costituzionalisti, l’articolo 1 della Costituzione non recita “la sovranità emana dal popolo” che la consegna a qualcuno, ma recita “la sovranità appartiene al popolo”.
Dunque la sovranità popolare non si attua una sola volta con l’elezione del Capo e relativa delega, ma si esercita continuamente attraverso i rappresentanti dei cittadini in Parlamento e le loro forme organizzate: i partiti, i sindacati, le associazioni. Indebolire l’autonomia del Parlamento, rendendolo ostaggio del Governo, non darà più potere al popolo ma al Capo, sia esso uomo o donna, peraltro eletto, secondo la proposta di legge, con sistema maggioritario e premio di maggioranza.
Si obietta che in questo modo avremo più stabilità del Governo e maggiore governabilità; questi temi sono sicuramente da affrontare, anche se l’esperienza di altri Paesi ci dice che non sempre maggiore stabilità corrisponde a maggiore efficacia e che la polarizzazione del confronto non favorisce la ricerca di soluzioni condivise per rispondere ai bisogni e ai diritti delle cittadine e dei cittadini.
Si dovrebbe piuttosto ragionare di riforme che, coerentemente con gli articoli 1 e 3 della Costituzione, rafforzino il ruolo e il potere del Parlamento e diano ai cittadini la possibilità di scegliere non un Capo, uomo o donna che sia, ma i propri rappresentanti attraverso una legge elettorale di tipo proporzionale.
Oggi tuttavia non ci viene proposto un confronto aperto a diverse soluzioni, ma ci si chiede solo di pronunciarci sulle modalità di elezione del Presidente del Consiglio dei Ministri, come ha sottolineato la ministra Casellati quando ha presentato il disegno di legge, affermando che il Governo era pronto a discutere solamente di proposte che non riguardassero l’elezione diretta del Premier.
Stando così le cose, sulla base delle considerazioni fatte fin qui, l’Anpi metterà in atto tutte le azioni possibili per fermare i disegni di legge del governo sulle riforme istituzionali.
La Costituzione è di tutti e non può essere cambiata a colpi di maggioranza.
Betty Leone, vicepresidente nazionale Anpi, coordinatrice del gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali
12/2/2024 https://www.patriaindipendente.it/
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!