NO AUTONOMIA DIFFERENZIATA. Da Napoli in poi
L’INTERVENTO DI CHIUSURA DELLA MANIFESTAZIONE
Grazie Napoli. Grazie compagne e compagni del comitato di questa
bellissima città. Grazie a tutte e tutti coloro che hanno voluto partecipare
a questa giornata meravigliosa: sindaci, associazioni, sindacati, forze
politiche. Ragazze e ragazzi delle scuole. Un grazie particolare al Comitato
di Napoli, che ha saputo tracciare il cammino per perseguire un obiettivo
che era una scommessa temeraria, una manifestazione di tante e tanti.
Grazie a questa piazza che abbiamo lavorato perché fosse di tutte e tutti,
nessuno/a escluso. Un progetto di utopia – essere insieme, connettere –
che può diventare una realtà, che sta diventando una realtà. Basta
comprendere che l’orlo del baratro è ormai scavallato e stiamo
precipitando verso il fondo: nessuno può salvarsi da solo.
Ieri, ascoltando la rassegna stampa, mi sono imbattuta in quello che posso
chiamare il dramma dell’indeterminatezza. L’indeterminatezza che sfuma i
contorni e tacita le coscienze. “L’ennesima tragedia del mare”; “A Gaza
ulteriori vittime tra la gente in fila per il cibo”. Continua la tragedia delle
morti sul lavoro, 146 oggi le vittime. Un numero, sì, quindi una
determinazione, ma che non cambia le cose. Da tempo, troppo tempo,
abbiamo smesso di interrogarci cosa ci sia dietro quegli aggettivi
indeterminati, quelle cifre sterili, che non ci sconvolgono più, nascondendo
volti, storie, nascite. E morti. Non possiamo, non dobbiamo assumerle
dietro il paravento di quell’indeterminatezza, di quella impersonalità, che
ci consente di narrare ed ascoltare l’inaccettabile, attraverso la
normalizzazione dell’orrore.
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Questa è la piazza di coloro che hanno deciso che questa normalizzazione
non va bene: nuoce gravemente alla nostra salute, alla salute della nostra
democrazia e dei nostri diritti. Noi siamo quelli che non sono disponibili alla
rassegnazione, che sanno indignarsi ancora. Che sanno lottare: con
passione, con gioia, con la costanza delle proprie ragioni. Siamo quelli che
non intendono considerare un evento fatale il fatto che i due maggiori
partiti della maggioranza si accordino per violentare le coordinate
essenziali su cui poggia la Repubblica Parlamentare – REPUBBLICA
PARLAMENTARE, due concetti enormi e di enorme significato –
semplicemente perché questa è la regola (decisa da loro, e da altri come
loro) di un gioco di potere, che pure giocano tra loro. Un gioco perverso;
tanta è la necessità di vincere, tanta è la brama di potere e di far cassa, di
arraffare, che accettano di contraddire persino le proprie origini, la propria
storia, i propri ideali (Dio, patria e famiglia, ve li ricordate?). A fine partita,
comunque vadano le cose, saremo tutti e tutte a pagare: più poveri, meno
liberi, sempre più privi di garanzie, più soli. Da questa piazza bella, da
questa bella piazza guardiamo al popolo del Sud che ha votato Fratelli
d’Italia: siete stati merce di scambio in quello sporco gioco! I vostri diritti,
la vostra possibilità di emancipazione sono stati svenduti, insieme alle
promesse elettorali che vi sono state fatte meno di 2 anni fa!
Dobbiamo fermarli, dobbiamo fermare Salvini e Meloni e la follia (loro e
dei loro maestri di palazzo), del loro Risiko autoreferenziale. Dobbiamo
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farlo noi, che sappiamo che i diritti universali si chiamano così, perché
devono essere garantiti uniformemente ed omogeneamente su tutto il
territorio nazionale, e non sulla base del certificato di residenza, né su
ipotetici quanto discutibili livelli ESSENZIALI. Che sappiamo che non c’è
produttività, efficienza, ricchezza territoriale che tengano: la Repubblica è
una e indivisibile. L’unità e l’indivisibilità ne sono la forza politica,
economica, sociale, culturale.
Noi che sappiamo che l’ad abbatterà il sud, ma colpirà pesantemente
anche il nord. Noi che sappiamo che da soli non ci si salva, e che una
Repubblica balcanizzata rappresenterà un arretramento per tutti/e,
ovunque si risieda; le già enormi diseguaglianze che caratterizzano nord e
sud sono vulnera ai principi della Costituzione, e non sono la pretesa
punizione per fannulloni, profittatori, per il popolo del ‘chiagne e fotte’,
come volgarmente l’intero Meridione è stato recentemente rappresentato
dal ministro Calderoli. Calderoli ce l’ha con i in una infelice uscita sui
professoroni perché gli stanno dimostrando nelle audizioni, con le loro
riflessioni, che l’AD, il suo disegno di legge è pieno di falle, di veri e proprie
ferite inferte alla Costituzione.
Al ministro che afferma che con “l’autonomia differenziata supereremo la
questione meridionale, che ci portiamo dietro dal 1861” rispondiamo che
la supereremo, perché verrà annullata qualsiasi possibilità di riscatto del
Meridione, che verrà inchiodato definitivamente alla sua condizione di
arretratezza e servitù economiche e militari, attraverso la
istituzionalizzazione delle diseguaglianze.
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Da questa piazza noi chiediamo il rilancio del Mezzogiorno, cancellato
persino dal testo della Costituzione nel 2001, con la riforma del titolo V.
Dicevo che dobbiamo fermarli.
Questa piazza è il nostro, ennesimo, inizio.
Questa piazza ci dà ragione, dopo 5 anni ed oltre di lotta contro il processo
eversivo dell’autonomia differenziata. Da questa piazza rilanciamo i
principi fondanti della Repubblica, che sono la forza di tutti noi. Saremo
ovunque ci sarà da affermare queste ragioni. Saremo ostinati, nel fare di
questo un movimento sempre più ampio, che si servirà di tutti gli strumenti
della democrazia. Nessun referendum, nessun ricorso in Corte
costituzionale saranno efficaci se la nostra mobilitazione non si
trasformerà in un grande movimento di cittadini/e. Noi promuoveremo e
parteciperemo a tutte le iniziative che contrastino anche a livello
istituzionale l’AD, se passerà, e poi le Intese. Ma decisiva sarà la
partecipazione di tutti/e, perché come per ogni lotta, per ogni
mobilitazione la vittoria, la conquista e la difesa dei diritti, politici e sociali,
dipende da tutte e tutti: dipende anche da te. Se non saremo presenti a
gridare forte le nostre ragioni in tutte quelle regioni che tenteranno di
accaparrarsi il proprio presunto posto al sole.
Abbiamo una lunga strada da percorrere, questa giornata con la
partecipazione di associazioni, sindacati, partiti, movimenti, sindaci e
soprattutto di donne e uomini che a proprie spese sono venuti qui a Napoli
ci dice che possiamo farcela. Non accada ciò che spesso è accaduto: dopo
una forte mobilitazione, dopo una grande manifestazione unitaria, ognuno
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torna nel proprio ‘orticello’, coltivato in solitudine. No, questa volta
dobbiamo tutti e tutte impegnarci a stare insieme per battere i disegni
eversivi di Meloni e Salvini, i disegni di chi vuole affossare al Nord e al Sud
i diritti universali delle persone, cancellare l’art. 3 della Costituzione con i
LEP, distruggere la Repubblica una e indivisibile, garante dell’uguaglianza
dei cittadini, senza distinzione e discriminazione. No questa volta
dobbiamo continuare insieme a promuovere nuove e buone lotte. Ancora
insieme per la Repubblica e contro i suoi affossatori.
Marina Boscaino
Portavoce nazionale Comitati Per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata,
l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti
Tavolo NOAD
Esecutivo nazionale NO AD
dei Comitati contro qualunque autonomia differenziata,
per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.
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