Tornare alle Ussl? Bene, ma…..

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Come dice il proverbio “Chi di speranza vive disperato muore” ma di questi tempi ci aggrappiamo a ogni flebile respiro di ripresa di capacità politica – in questo caso sindacale – che ricostruisca un ragionamento seguito da atti concreti conseguenti.La notizia è che CGIL e UIL stanno, forse, uscendo dal coma aziendalista che li ha ridotti al silenzio (silenzio/assenso?) per alcuni decenni e vorrebbero un ritorno alle USSL (Unità Socio Sanitarie Locali) per ricostruire le fondamenta di un Servizio Sanitario Nazionale che ridia certezza di prevenzione, cura e assistenza che i governi con le politiche aziendali hanno consapevolmente distrutto.Ma… ci sono tanti dubbi sull’effettiva capacità di percorrere questa strada da parte dei due sindacati. Intanto dovrebbero dire cosa intendono fare nei confronti della Cisl, oggi sdraiata spudoratamente con questo governo, che è parte non piccola di una crepata “unità sindacale” . Ce lo chiediamo perché gli intrecci “organizzativi” tra i tre sono un grande ostacolo per fare le cose autonomamente, a meno che non sia una manifestazione.Comunque i dubbi più forti sono altri. Come si può parlare di sanità pubblica SE non dichiarano la disdetta dei contratti con la trappola delle assicurazioni con il welfare aziendale? SE non si chiede urgentemente l’assunzione di 70mila medici/infermieri, anche per tornare a standar di assistenza decenti? SE non predispongono un contratto unico della sanità? SE non si chiede la fine dell’intramoenia? SE non viene dichiarata l’incompatibilità tra lavoro pubblico e privato? SE non si chiede la fine progressiva dell’accreditamento delle strutture private? SE non si fermerà in tempo – con uno stato di mobilitazione immediata – questo Governo sull’Autonomia Differenziata che disintegrerà definitivamente la sanità in 20 sistemi egoisti?Senza aver risposto a questi SE la richiesta di Cgil e Uil si ridurrebbe a un cambio di nome sulle targhe all’ingresso delle ASL.

Siccome ci teniamo a vivere come persone pensanti riproponiamo a Cgil e Uil La piattaforma della Rete nazionale salute e sanità per la ricostruzione del Servizio Sanitario Nazionale.

  1. Riorganizzare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) laico, umanizzato e interamente a controllo e gestione pubblica, partecipata, democratica e popolare.
  2. Ridefinizione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non più basato su principi di aziendalizzazione e privatizzazione ma con la generazione diretta di servizi.
  3. Adeguato incremento del finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale con destinazione esclusivamente al Servizio Sanitario Nazionale di diritto pubblico.
  4. Eliminazione del profittevole meccanismo dell’accreditamento e delle convenzioni con i privati, con l’immissione nel ruolo della dipendenza di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali convenzionati.
  5. Recupero delle strutture sanitarie chiuse per i tagli lineari, inutilizzate e/o abbandonate su tutto il territorio nazionale.
  6. Rilancio delle politiche di prevenzione, a partire da quella primaria, in tutte le attività, nei territori e nei luoghi di lavoro, partendo da condizioni ambientali ed ecosistemi, reddito, salario, lavoro, abitazione, istruzione e servizi.
  7. Potenziare la rete dei consultori, secondo la L.405/75, che devono essere laici, gratuiti, aperti alle esigenze di salute e benessere delle donne e delle libere soggettività, senza discriminazioni di genere, età, fragilità, etnia, cultura, religione, classe, garantendo l’attuazione del diritto all’aborto, la promozione della contraccezione gratuita e la somministrazione della RU486 per l’IVG. Precludere l’accesso degli obiettori nel SSN pubblico.
  8. Piano straordinario di assunzioni di personale a tempo indeterminato, stabilizzazione dei precari e reinternalizzazioni del personale e delle attività esternalizzate, abolendo il tetto di spesa e con adeguati standard normativi di personale.
  9. Contratto Nazionale Unico per tutti i lavoratori e lavoratrici della sanità pubblica, convenzionata e privata, per superare le differenze giuridiche e contrattuali.
  10. Eliminazione del numero chiuso universitario compresi i corsi di laurea delle professioni sociali e sanitarie e delle specializzazioni, formazione universitaria del medico di medicina generale con adeguamento di strutture, borse di studio e programmi.
  11. Abolizione delle Casse e dei fondi privati di sanità integrativa e di malattia nei Contratti Collettivi di Lavoro Pubblici e Privati e della loro detraibilità fiscale.
  12. Rifiuto di ogni Autonomia Regionale Differenziata
  13. Ripristino dell’imposizione fiscale progressiva ed eliminazione del pareggio di bilancio in Costituzione.
  14. Ridefinizione delle attuali competenze tra Stato, Regioni ed Enti Locali.
  15. Abolizione di tutti i ticket sanitari, della pratica dell’intramoenia e dell’extramoenia, con l’esclusività del rapporto di lavoro, azzeramento delle scandalose liste d’attesa, introduzione nei LEA di tutta l’odontoiatria e delle patologie rare, orfane e invisibili.
  16. Per la democrazia e contro la repressione nel SSN e nella sanità esternalizzata e accreditata, contro la sua gestione verticistica e autoritaria, aggravata dalle grandi dimensioni delle aziende sanitarie.

PS. Cgil e Uil, questi i nostri 16 punti per un ritorno concreto alle USSL.

Franco Cilenti

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