Tanja Stopper: La scalata della NATO alla guerra e i governi più stupidi d’Europa
La blogger tedesca Tanja Stopper* lancia l’allarme contro l’escalation della guerra: “Con un cocktail letale di veleno fatto di ipocrita arroganza, ignoranza profonda, totale negazione della realtà e gigantesca megalomania, la NATO, ubriaca di guerra, si sta apertamente e deliberatamente dirigendo verso uno scontro diretto con la Russia sotto gli occhi di tutti…”
Così facendo non vuole solo continuare la guerra per procura, ma vuole portare i propri soldati in Ucraina allo scontro diretto con i soldati russi e attaccare la Russia con le proprie armi nucleari…”
Il confronto indiretto attraverso la guerra per procura non è più sufficiente e così si spinge verso la Terza Guerra Mondiale. Perché uno scontro diretto non può che sfociare in una guerra nucleare. Ciò significa che i fanatici presunti “difensori della moralità” – primo fra tutti il governo tedesco – danno seriamente per scontato che vinceranno una guerra nucleare.
Abbiamo il governo più stupido d’Europa, perché dice di voler assumere anche qui il ruolo di leadership. In realtà, i nostri signori della guerra ci stanno portando in un abisso nucleare.
Virtù cardinali o vizi cardinali?
Secondo la “dottrina del benefattore”, noi siamo i bravi ragazzi. Almeno questo è quello che i servizi stampa e gli stessi chef ci ripetono costantemente. Buon appetito! Indurre il cambiamento di mentalità verso una società di guerra richiede la convinzione di far parte dei bravi ragazzi. Perché questo giustifica tutto, pensano. Lo chiamano “orientare al valore”. Ma fai attenzione: può rimanerti in gola molto presto!
La puerile strategia autoritaria non potrebbe essere più semplice: la “dottrina del benefattore”. E i bravi ragazzi fanno solo cose buone, ecco perché sono bravi. Ciò non solo rende superflue le domande critiche sulle loro azioni e dichiarazioni, ma significa anche che, se li critichi, sei già uno dei cattivi. Gli argomenti possono essere ragionevoli quanto si vuole, ma sono irrilevanti, il contenuto non interessa.
Poiché il “mangia o muori” non lascia alcun margine di manovra, è tracciato un percorso la cui corsia a scartamento ridotto è stata murata in cemento su entrambi i lati. A intervalli regolari si va ai box per il rifornimento di pressione dell’indottrinamento (buonooo, buonoooo, buonooooo …) e per renderlo più facile da tollerare e rinforzarlo, c’è poi sempre la pillola amara (Putin è stato di nuovo cattivo, quindi dobbiamo fare qualcos’altro di buono, ad esempio alimentare la guerra con armi e munizioni e sperare in “risposte” dai sistemi di allarme precoce dei missili nucleari russi) …
Strategia comunicativa: asserire la moralità e praticare l’amoralità
Può essere così facile quando sei dalla parte del bene, perché non c’è bisogno di mettere in discussione nulla. Hai solo bisogno dei termini giusti per suscitare clamore superficiale, perché non importa cosa c’è dentro. Va tutto bene fuori e male dentro.
Diamo ora uno sguardo più da vicino: cosa c’entra tutto questo con l’orientamento ai valori? Il “buono” non è un valore: ciò che è buono dovrebbe essere prima definito in modo più preciso attraverso dei principi. La “dottrina del bene” dovrebbe essere ricca di contenuti se l’orientamento ai valori dovesse essere preso sul serio. Cosa ci sarebbe di più ovvio che citare le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, coraggio e moderazione come valori più alti dell’azione morale? «Ubriachi di giustizia, incommensurabilmente coraggiosi e davvero intelligenti (crediamo) gettiamo le nostre armi nella battaglia ucraina», ha giustamente affermato Thomas Fasbender.
Secondo il filosofo Thomas Pieper, però, la saggezza viene prima; è la misura della giustizia, del coraggio e della moderazione. Azione saggia significa quindi considerazione, autocontrollo, ragione e, soprattutto, prudenza. In breve: moralità.
Ciò significa: 1. ripetere che “Abbiamo il governo più stupido d’Europa”; 2. che il nostro governo e la NATO affermano di agire in modo moralmente orientato ai valori, ma praticano esattamente il contrario. Nietzsche e de Sade probabilmente ne sarebbero felicissimi.
Quod erat demonstrandum.
A che serve dire poi “avevo ragione”?
Ora siamo al punto su cui avevamo messo in guardia più di due anni fa, perché era prevedibile che accadesse se non si cambiava rotta. Non esiste altra strategia: “Noi” (!) dobbiamo vincere, qualunque cosa accada e a qualsiasi costo, perché “noi” abbiamo ragione.”
Ma, come dice il colonnello (in pensione) Wolfgang Richter, “non serve a nessuno scrivere poi sulla lapide: avevo ragione”!
Originale in tedesco su Pressenza: https://www.pressenza.com/de/2024/06/massive-eskalation-der-nato/
6/6/2024 https://osservatorionomilscuola.com/
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