Emilia Romagna: Bonaccini gioca coni CAU e i PUA
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CAU centro di assistenza urgenza, è made in Emilia-Romagna.“Quindi il primo punto fermo è che provo ad analizzare l’attività autonoma della regione ovvero il suo Servizio Sanitario Regionale.“I CAU rispondono alle urgenze differibili a bassa complessità clinico assistenziale. Aperti 24h su 24 con medici, infermieri e, ove necessario, operatori socio-sanitari.
La finalità ufficiale è ridurre gli accessi impropri nei PS. Si accede o dovrebbe accedere attraverso il numero 116117, che opera già un triage telefonico che può determinare anche l’indirizzamento dell’utente al proprio MMG o direttamente ad un PS, ma alla fine ci si va direttamente. Il più è sapere che esiste anche se questo problema stia scemando.
Ne vengono approntati in media 1 per distretto (100.00 persone) nelle CdS (Case di Comunità), ove necessitano (con particolare attenzione nelle zone montuose o con bassa densità della popolazione) ed anche negli ospedali per gestire funzionalmente i flussi degli accessi al PS.
Nati da circa 1 anno abbondante i primi dati possono solo offrire una tendenza, ed anche provvisoria, e non strumenti di analisi con cui apportare correzioni per stessa ammissione della dirigenza ASL. Ricordo che i CAU sono un servizio sanitario di diritto pubblico, allo stato attuale non c’è la partecipazione, neanche parziale, del privato in convenzione.
L’ASL comunica come tendenza:
- diminuzione di accessi ai PS di codici bianchi;
- aumento dei codici verdi;
- un evidente numero di doppio ingresso, sia al CAU e sia al PS;
- un aumento di arrivi ai PS con ambulanza di utenti autonomi, ovvero utenti autosufficienti dal punto di vista motorio.
Avendo una visione personale critica mi limiterò a ragionare su quanto affermato solo dall’Azienda.
Inizio dalla riflessione che se rimodulare i servizi territoriali, sostituendo i poliambulatori pubblici con le Case della Salute, che aveva tra gli obiettivi anche la riduzione degli accessi ai PS, ed arrivare ad approntare i CAU vuol dire che le CdS sono state un insuccesso e se da loro stacchi quella parte destinata all’obiettivo in questione solo dandogli una riverniciatina addirittura rimettendogliela dentro, ecco, o non sai fare il tuo lavoro o stai solo facendo marketing politico e per il consenso o qualcosa non torna.
- La diminuzione dei cod. bianchi è un dato positivo? Si.
- L’aumento dei cod. verdi è un dato negativo? No.
- Le doppie file sono un dato negativo? No.
- L’aumento di trasporti in ambulanza sono un dato negativo? No.
Se teniamo conto che una buona parte delle persone che sono andate in un CAU erano potenziali cod. bianchi nei PS anche l’invarianza degli stessi sarebbe stato un dato positivo.“Diventa ancora di più interessante la riflessione sugli altri dati se supponiamo che siano una diretta conseguenza dell’attività dei CAU.
Ho dei sintomi che non determinano in me uno stato di preoccupazione, non riesco a contattare il mio MMG (medico di famiglia) e non voglio perdere ore e ore in un PS e invece di aspettare i giorni seguenti, o ancora di più perché i sintomi li avverto periodicamente, vado al CAU dove interpretano quei sintomi come prodromi di un accidente vascolare.“Mi mettono in ambulanza verso il PS dove vengo classificato minimo come cod. verde.“Diagnosi precoce? Tempestiva? Prevenzione? Aumentano i cod. verdi o maggiori, aumentano i casi di doppia fila e aumentano i trasporti in ambulanza perché mi vietano di guidare.“Potevo morire in casa ed invece mi risolveranno una stenosi coronarica.
Un Lucano?
Posso essere critico quanto voglio sui CAU ma se c’è questa offerta può solo dare benefici.
Ma qual è il costo del CAU e perché è stato necessario farli o si poteva fare altro?
Costi
- con il solito epitaffio lavorativo “a parità di risorse umane a legislazione vigente” ( attenzione qui è quella regionale) fai mobilità interna e privi di risorse umane altri servizi, e già con i dati che offri devi integrare le risorse umane per l’aumento dei cod. verdi (dimenticavo che l’aumento dei verdi è maggiore del calo dei bianchi ed a parità i verdi impegnano più persone di un bianco ), per l’aumento dei viaggi delle ambulanze ecc.; questo porta al mio tormentone personale sull’abolizione del numero chiuso all’università come primo punto per qualsiasi risoluzione dell’inefficienza del SSN.
- quando l’utente capirà che il CAU gli risolve il problema della difficoltà di rintracciare il MMG allora il pagamento a vuoto di quest’ultimo della quota assistito sarà una perdita per la collettività ed un utile/incasso, di fatto non spettante, per il Medico;
- ai non residenti pare, non ho certezze, costa il ticket da pagare al medico che lo visita. Perché è un privato accreditato? Sono già dentro?
Motivi per cui sono stati necessari.
- chiusura totale o notturna di PS soprattutto nelle periferie dei territori provinciali senza implementare le risorse umane dei PS superstiti;
- mancato rispetto del DM77 per la creazione delle Case di Comunità (CdS) “ spoke” con i PUA (punto unico di accesso, dove la persona viene presa in carico) che elimina di fatto la risoluzione alla prima domanda “ ho sintomi, dove e a chi mi rivolgo” ;
- mancato rispetto del DM77 che indica la filiera delle ammissioni protette e delle dimissioni protette che non elimina ma organizza il flusso degli accessi ai PS;
- mancato rispetto del DM77 per la gestione della medicina territoriale che punta alla gestione domiciliare della salute territoriale per mancanza di risorse umane ( anche se il DM77 recita uguale epitaffio risorse umane a legislazione vigente” e non abolisce il numero chiuso);
- mancato rispetto del DM77 perché prometti di costruire ospedali di comunità ( OdC) negli ospedali ( unica controindicazione alla costruzione degli OdC) e quelli che hai già ( perché è una struttura che il DM/77 recepisce dall’E-R) sotto il nome “letti tecnici” li chiudi trasferendoli negli ospedali fondendoli, nella migliore delle ipotesi, con i reparti di lunga degenza;
- continua diminuzione senza rimpiazzo degli organici dei PS che causano alienazione e conseguente fuga verso il privato accreditato, perché non è vero che il personale vuole come prima cosa gratifiche economiche in quanto è lampante che puntino a migliori, o normali, condizioni lavorative;
- aumento del 20% della quota degli assistiti dei MMG che li rendono ancora meno rintracciabili;
Ora, la domanda è: rispettare il DM77 e correggerlo nelle sue criticità ( risorse umane, abolizione del numero chiuso, modello di privatizzazione nelle periferie territoriali ecc. ) non è un investimento migliore anche se a lungo termine? Il “cult” è subito messo nel piatto “il problema lo abbiamo ora e i CAU rispondono a questo”. Si, ma intanto correggiamo sul lungo termine? Cult 2: non abbiamo risorse per i tagli.
Mentre scrivo leggo un’intervista alla Segretaria Schlein che rimprovera il governo “il PNRR ci fa costruire i muri ma poi non li riempiamo con le risorse umane”. Cara Schlein la Mission 6 del PNRR, da cui il DM77, l’ha fatto Speranza con Bissoni e Sandra Zampa, mica questo governo.
Mi tocca citare Andreotti, proviamo a pensar male che ci prendiamo di più! Ogni volta che pensiamo alla stupidità dei politici per giustificare scelte incomprensibili ci dimentichiamo o, peggio, non pensiamo che dietro le loro “quinte” ci sono quelli che decidono e le loro truppe di gestione dati a noi mai offerti se non in modo frammentario e limitati strettamente alla problema in esame e quindi difficile da collegare. Sfatato il luogo comune della Lombardia come patria ( o regione autonoma, fate voi ) della privatizzazione io penso che l’Emilia-Romagna non sia da meno ma è sicuramente più brava a nasconderlo ( o la Lombardia a rivendicarlo ) e ancora può contare sulla fiducia del proprio popolo che crede a qualsiasi esternazione dei propri amministratori, però le liste d’attesa nel privato accreditato cominciano a produrre qualche dubbio, vi sfido a produrre una delibera o determina regionale in tema di sanità che non sia una cessione di prestazioni pubbliche ai privati perché l’obiettivo è quello, l’obiettivo è, ma forse siamo già all’era e non più all’è, mantenere solo la governance pubblica su un sistema, quindi ha ragione Bonaccini a non dire servizio, di erogazione effettuato dal privato accreditato.
Siamo arrivati al punto che è impossibile ridurre le risorse umane, perché al di sotto di queste gli ospedali li devi chiudere ed in più perchè spendendo a favore del privato accreditato non puoi operare più ulteriori convenzioni, e non hai più soldi cosa e allora cosa ti rimane da fare? Ti rimangono sul groppone tutte le risorse architettoniche tarate per quantità di servizio pre convenzioni e accreditamenti che allo stato attuale sono sproporzionate e con costi di manutenzione non più sopportabili. E allora perché non infilarci dentro i privati accreditati direttamente o attraverso le Fondazioni? Ma se gli IRCCS sono la soluzione negli ospedali soprattutto universitari come fai nei territori periferici?
Il DM77 ( leggi bene Segretaria Schlein) nel suo fine perverso indica la soluzione producendo il modulo elementare della salute territoriale che consiste nella farmacia e nel poliambulatorio privato come CdS spoke. Ma per essere CdS deve avere il PUA, punto unico d’accesso facilmente individuabile e fruibile dove la persona viene presa in carico, e per averlo devi essere collegato alla rete dati dell’ASL. Ma i dati sono “dati sensibili” e quindi protetti dal Codice Privacy che ne impedisce l’accesso a terzi e quindi il poliambulatorio privato accreditato non può avere il PUA. Pensate se Amazon aprisse anche un solo poliambulatorio privato accreditato e potesse accedere alla rete. E quindi pensi che il DM77 sia dalla parte del popolo perchè lo protegge proteggendo i suoi dati sensibili. Sarà così?
Qui ci sta una cosa sfuggita ai più: la campagna vaccinale per il covid ha prodotto, con la compilazione della scheda anamnestica e clinica del candidato alla vaccinazione, il più grosso e totale aggiornamento dell’anagrafe sanitaria di tutta la popolazione italiana. E l’aggiornamento ha anche la caratteristica di non essere statico, fotografia della persona in quel momento, ma dinamico, ovvero fotografia della persona e come e se è cambiata nel periodo delle 3- 5 somministrazioni del vaccino. Capite nella pancia della regione che quantità di dati aggiornati e completi ci sono? E badate non ho detto regione a caso, perché ogni regione ha i suoi. Quando registravo in rete le vaccinazioni spesso trovavo il “ salto “ del richiamo come ad es. avevo la registrazione della seconda dose ma non vedevo la prima semplicemente perché l’aveva fatta in un’altra regione o aveva avuto un tampone positivo diagnosticato sempre in un’altra regione.
Torniamo ai CAU. Come risolvo il problema della CdS spoke che non possono essere un poliambulatorio privato accreditato? Serve una MAGIA! E i CAU sono il coniglio che esce dal cilindro. I CAU sono per te che non trovi il medico di famiglia e non vuoi perdere ore ad un PS, stiamo pensando a te e alla tua famiglia.
E’ più facile.
Comincio ad aprire i CAU nelle CdC ( dove dovrebbero, almeno nella loro funzione, esserci già ma posso sempre dire che le CdC non sono le CdS ) e piano piano ( e poi dicono “ il problema è ora” e quindi investimenti a lungo termine non sono possibili…) creo l’emergenza risorse umane che risolvo con liberi professionisti pagati a gettone che poi si organizzano o vengono sostituiti con convenzioni ai privati. Le risorse umane pubbliche residue, eccetto il coordinatore infermieristico, che si liberano verranno messe in un altro CAU più periferico che diventerà CdS Spoke e così via. Il coordinatore infermieristico ed il dirigente medico di distretto mantengono la governance pubblica, il PUA può esserci e magicamente la CdC spoke non è un poliambulatorio privato accreditato ma lo contiene, semplice semplice.
Quindi il mio delirio dice che i CAU ( pubblici) con tanto di PUA (pubblico) a disposizione dei privati accreditati saranno insieme alla farmacia i gestori di quella medicina territoriale che il DM77 prometteva. Sarò matto quanto volete ma io un altro motivo per comprendere la necessità dei CAU senza togliere il numero chiuso all’università, senza assumere e senza ripristinare condizioni lavorative almeno accettabili, ecco, faccio veramente fatica a trovarlo.
E se allora apprezzate la mia follia ponetevi la domanda: quando smetterò ( noi io, voi, voi vi ponete la domanda) di pensare che le cose incomprensibili che fanno politici ed amministratori non sono indice di impreparazione ma di assoluta pianificazione e addirittura genialità?
Poi rimango sempre uno che lotta contro ogni progetto di autonomia differenziata e quindi vi chiedo: visto che questa è la storia dell’Emilia-Romagna, qualcuno mi sa dire come risolveranno il problema le altre regioni? No no, non della salute territoriale ma di come privatizzarla!
Antonio Madera
Medico. Bologna
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