Il Re Nebbia dell’Emilia Romagna

Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Lui, Stefano Bonaccini, comincio a pensare sia davvero immenso.
Un Re, peccato che manchi nell’ultimo miglio (primarie del PD, DDL Gelmini, un po’ come la Juventus con la Coppa dei Campioni).
E’ immenso nelle sue trame, il Re Sole de ‘noatri, il Re Nebbia, si il Re Nebbia gli sta addosso benissimo perché nebbia crea, produce condizioni in cui nessuno riesce a trovare il collegamento tra partenza ed arrivo.

400mila preferenze non sono un dettaglio, europarlamentare, in partenza, ma c’è da dare l’ultimo colpo, quello per entrare nella storia, per alcuni nella quota lato oscuro della forza.

Il 26 giugno viene promulgata la Legge 86 2024, la legge nata dal DDL Calderoli, la legge dell’autonomia differenziata.

Tutti contro il DDL Calderoli prima e Legge dopo, ma nessuno che dichiari di essere contro l’autonomia, Lui invece si, sempre dichiarato autonomista convinto.

Diventa legge, che fare?
Come dire agli italiani che si è contro? Che non erano assenti negli ultimi 5 anni ma solo in altre faccende affaccendati e lo vogliono dimostrare.

La CGIL costruisce la Via Maestra per lottare contro il DDL Calderoli e ora la dedica alla lotta per partire con il referendum abrogativo della Legge.
Tutti a bordo: Arci, Anpi, anche la UIL, PD e partiti satelliti, i nostri Comitati contro ogni autonomia, il Tavolo no AD e chi più ne ha più ne metta.

Lo scopo è nobile: giù tutta la Legge 86. Quesito unico. Semplice Semplice
E’ il lavoro di chi non può fare il ricorso, quello spetta alle regioni, almeno una DIAMINE!
2 mesi in piena estate non spaventano se la CGIL e tutti quanti noi facciamo sul serio, basta attivare le sue e le nostre sedi balneari e ne raccogliamo 1 milione minimo di firme.
A raggiungere il quorum al referendum ci si pensa dopo.
E la Corte costituzionale approverà il quesito?
Con 1 milione di firme se non passa ci fa un favore, immaginate piazze piene in protesta.



Intanto qualcuno lavora per recuperare 5 consigli regionali con la motivazione del rischio di non raggiungere le 550 mila firme.
Lui no, Lui si preoccupa del piano B, che però non condivide con nessuno, come sempre.
Ma è un lavoro diplomatico un po’ distratto, la Via Maestra si sente sicura, 500 mila firme sono il minimo sindacale si potrebbe dire.
I nostri Comitati contro ogni autonomia sono una pulce dentro la Via Maestra, con le paure che ogni pulce ha per le proprie dimensioni relative ed assolute ( badate però: solo sulla carta e con tendenze in crescita esponenziale, ndr), si fida, cosa altro potrebbe fare?
Però non perde la propria visione e continua a lavorare seriamente nel costruire le basi per il ricorso anche di una sola regione alla Corte costituzionale impegnando i migliori competenti che ha a disposizione.
Quello che Bonaccini non aveva previsto (perché bisogna ricordarlo che lui ci lavora da anni, è uno dei 3 presidenti che nel 2018 firma le prime bozze per l’autonomia differenziata con Gentiloni a Camere sciolte, poi con Conte 1 e 2 e ancora con Draghi che si dimette e gli fa saltare per aria il DDL Gelmini…), ecco, quello che non aveva previsto era la 5a regione, quella che mancava alle 4 di sinistra, la Sardegna.
Ora sono 5, il numero che serve per chiedere il referendum abrogativo, ricorrendone i presupposti.

Esplode la sua grandezza, la grandezza del Re Nebbia.
Ed anche la sua esperienza, quella che un vero e grande comunicatore sa lavorare anche dietro le quinte, con la stessa discrezione messa in campo nel portare avanti un po’ di tentativi di mettere l’autonomia differenziata in ogni Legge di Bilancio possibile, durante il covid, o quando si mise a giocare con Zaia per arrivare a quella sciagura scampata che passa sotto il nome di “DDL Gelmini”!

Il 3 luglio alle 14,30 con procedura d’urgenza e all’oscuro di tutti la 1a Commissione regionale Emilia-Romagna delibera parere favorevole a due oggetti, l’ogg. 8542 che propone il referendum con il quesito che abroga tutta la Legge 86 e l’ogg 8552 che abroga parte della Legge.

Il 9 luglio è prevista la seduta dell’Assemblea Legislativa Emilia-Romagna perché i due oggetti vengano discussi e votati.

La notizia ci arriva da un’agenzia di ADN Kronos, niente e nessuno ne sapeva niente, neanche dopo il parere positivo della commissione si trovano i processi verbali e i numeri della votazione, nessuno sapeva che la Lega E-R abbia abbandonato la commissione e lo scopriamo dagli stessi, che una parte dei firmatari del PD dell’8542 (abrogazione totale) non firmano l’8552 ( abrogazione parziale), che sono firmatarie di entrambi la Consigliera M5S e Europa Verde ed il Consigliere superstite di Emilia Coraggiosa Federico Amico.
Il Re Nebbia tira fuori il coniglio dal cilindro del tipo “ mi spiace ma devo dimettermi e devo fare in fretta e se la Corte costituzionale boccia il quesito sull’abrogazione totale bisogna avere il piano B, quella parziale”.
Secondo voi pensa che la B del piano B stia per Bonaccini?



Magia pura!

Mentre tutti erano affaccendati sulla Via Maestra lui probabilmente lavorava sulle altre 4 regioni e talmente bene che ci sta il timore che la Sardegna deliberi per il secondo quesito. Gioca in casa con Puglia e Campania e sicuramente con la Toscana ospite fissa di chi l’ha vista.

Voi riuscite ad immaginale la Corte Costituzionale che deve decidere su due quesiti che sono uno la negazione dell’altro?
Avete mai visto una campagna referendaria con un secondo quesito che limita i danni?
Avete mai visto un referendum in cui i promotori dichiarano in partenza la possibile sconfitta dall’ammissibilità del quesito passando per il quorum fino al risultato finale?

Voi riuscite ad immaginare la frustrazione di chi (i componenti della Via Maestra), a 30 gradi all’ombra, dovrà andare a raccogliere le firme sapendo che è un lavoro inutile perché la possibilità che il quesito parziale venga dichiarato ammissibile è una clamorosa via di fuga offerta su un piatto d’argento per la bocciatura dell’abrogazione totale ricorrendone i presupposti?

Come spiegheranno ai possibili firmatari che c’è un grosso rischio che il quesito non passi e ci sarà un referendum che farà sopravvivere la Legge 86 grazie al Presidente del PD ed alla Consigliera regionale Marcella Zappaterra, prima firmataria degli ogg. 8542 e 8552, con la sua “attitudine” a sfornare Atti di Indirizzo ad ogni “contesto” che cambia a partire dal 28 aprile 2022 quando sostenne la Comunicazione del Presidente della regione che prometteva di espungere la scuola e chiedeva una legge quadro per l’autonomia regionale.

Ma non era più facile che una regione, ripeto una, perché ne basta una, impugnasse la Legge davanti alla Corte lasciando alla via Maestra il percorso referendario?
Di fatto tutto questo produce anche che nessuno pensa più a questa altra possibilità.

Ancora, nessuno pensa più che nella stessa Commissione, sempre che la Signora Emma Petitti l’abbia trasferita come da regolamento, giace la LIP regionale che chiede l’interruzione dei negoziati con il ritiro delle pre-intese che l’E-R ha siglato nel 2018-2019 con il governo sottoscritta da 6000 cittadini dell’E-R.
Lip regionale che se fosse discussa con la stessa, ma dovuta, urgenza risolverebbe in un colpo le atroci responsabilità dell’Emilia-Romagna.

Mentre scrivo incontro un articolo de La Repubblica con le dichiarazioni di Bonaccini sulle tempistiche delle sue dimissioni in funzione dell’ultima Assemblea legislativa sotto il suo mandato.
Parla di un ricorso alla Corte costituzionale quando invece in OdG ci sono solo i due quesiti referendari.
Errore?
Poi una dichiarazione di De Maria, marito della Vicepresidente della regione (non è un dettaglio) in qualità di coordinatore della corrente di Bonaccini nel PD, esternazioni come se non ci fosse un domani sull’importanza di dichiararsi “diversamente autonomisti” (diversamente dalla Lega) e finisce Stefano Caliandro, Consigliere regionale che ha firmato entrambe le proposte referendarie, il quale avverte di lotta dura e senza paura per difendere la Signora Emma Petitti dalla mozione della Lega per irregolarità regolamentari (ma guarda un po’).
Le ultime righe, ebbene sì, ci dicono che saranno votate le due proposte referendarie. Alè!


Conclusione a base di domande.

Se il secondo quesito ha un tale valore da accettare il rischio di ammissibilità del quesito sull’abrogazione totale, ecco, perché non si è confrontato con nessuno delle sue cittadine e dei suoi cittadini?

Perché i non PD, Zamboni, Piccinini e Amico firmano entrambe le proposte? Profumi elettorali?

Perché molti, tra cui Antonio Mumolo, che hanno firmato nel 2018 la Risoluzione che dava mandato a Bonaccini per negoziare la richiesta di autonomia differenziata non hanno firmato nessuna delle due proposte?

Perché le Consigliere Maletti, Montalti e Mori ed i Consiglieri Fabbri e Costa, tutte e tutti PD, hanno firmato la proposta di abrogazione totale ma non quella di abrogazione parziale?
Interverranno martedì 9 luglio in Assemblea?

Morto il re, viva il RE la viceRE!

Antonio Madera

Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

6/7/2024

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