Le crudeltà dei sionisti sui prigionieri palestinesi

MEMO. Di Sayid Marcos Tenório. Nell’infinita lista di crimini atroci commessi dal regime nazista di “Israele” nella Striscia di Gaza, ce n’è uno di cui difficilmente si parla: la bestialità con cui “Israele” tratta i prigionieri palestinesi, privandoli dei diritti più elementari garantiti dalle Convenzioni internazionali, e sottoponendoli alle condizioni di detenzione più indegne, dure e violente.

Il diritto internazionale classifica la maggior parte dei prigionieri palestinesi come prigionieri di guerra, che hanno diritto alla protezione prevista dalla Convenzione di Ginevra III relativa al trattamento dei prigionieri di guerra. Altri sono prigionieri soggetti alle disposizioni della Convenzione di Ginevra IV relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra. “Israele” si rifiuta di applicare queste Convenzioni ai prigionieri e ai detenuti palestinesi.

L’ultima politica criminale escogitata da “Israele” riguarda il disegno di legge presentato dal partito suprematista Otzma Yehudit (Potere Ebraico) che vorrebbe giustiziare i prigionieri palestinesi per ridurre, secondo loro, la popolazione carceraria e liberandosi dai “terroristi”. La difesa di queste azioni è stata assunta pubblicamente dal ministro della Sicurezza nazionale del governo sionista, il fascista Itamar Ben Gvir, che in un’intervista alla televisione israeliana domenica 30 giugno ha dichiarato che “dovrebbero essere uccisi con un colpo alla testa”.

Lo stesso giorno, l’occupazione ha rilasciato il dottor Muhammad Abu Salmyia, direttore dell’ospedale Al-Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, dopo 7 mesi di attacchi, rapimenti e arresti, senza che fosse stata provata alcuna accusa contro di lui. Il dottor Salmyia ha riferito che tutti i prigionieri subiscono percosse, vengono umiliati e molti rimangono ammanettati e bendati per diversi giorni, senza alcun accesso a cibo, acqua e medicine, oltre alla bestialità dell’utilizzo dei cani addestrati a perpetrare abusi come gli stupri.

Inoltre, “Israele” sta amputando i piedi dei prigionieri affetti da diabete invece che curarli. Ci sono casi di prigionieri malati o feriti che sono stati sottoposti a interventi chirurgici senza anestesia, inclusa l’amputazione degli arti o la rimozione dei proiettili.

Il presidente del Consiglio Legislativo Palestinese, Abdel Aziz Dweik, 75 anni, ha denunciato le torture senza precedenti alle quali è stato sottoposto durante gli otto mesi trascorsi nella prigione del Negev, situata nel sud di “Israele”, che egli considera la peggiore al mondo.

I prigionieri rapiti dopo il 7 ottobre e rilasciati di recente sono tornati alle loro famiglie deformati a causa della forte perdita di peso e persino la loro struttura facciale risulta alterata dalle atroci violenze perpetrate dai carcerieri israeliani, al punto che le famiglie e i figli non riescono a riconoscere i propri genitori.

Un’altra grave violazione dei diritti umani è il furto di organi dei martiri palestinesi, denunciato formalmente dall’ambasciatore palestinese presso le Nazioni Unite, Riyad Mansour.

I medici di Gaza che hanno esaminato i corpi dei prigionieri dopo il loro rilascio hanno denunciato il furto di organi, tra cui cornee e coclee, la parte interna dell’orecchio responsabile della funzione uditiva, nonché organi vitali come cuore, fegato e reni.

L’ONG Euro-Med Monitor ha documentato e denunciato che l’esercito israeliano ha sequestrato decine di cadaveri dal complesso medico Al-Shifa e dall’ospedale indonesiano, nel nord della Striscia di Gaza.

Recentemente, la dottoressa israeliana Meira Weiss ha rivelato nel suo libro Over Their Dead Bodies che gli organi prelevati dai palestinesi morti venivano usati per la ricerca nelle scuole di medicina delle università israeliane e trapiantati nei corpi di pazienti ebrei-israeliani.

Le carceri fungono da laboratorio per lo sviluppo di prodotti e servizi destinati ai militari israeliani, autorizzando le principali aziende farmaceutiche a condurre studi clinici sui prigionieri palestinesi.

Attualmente, solo in Cisgiordania, 9.450 prigionieri palestinesi sono sottoposti a tali violazioni, una statistica macabra che non ha fatto altro che peggiorare dalla creazione dello “Stato ebraico”, che vanno aggiunti agli altri 5.500 rapiti dal 7 ottobre nella Striscia di Gaza. “Israele” criminalizza qualsiasi forma di opposizione all’occupazione, e i governi israeliani che si sono via via succeduti hanno fatto delle carceri il loro principale strumento di repressione e punizione per i palestinesi.

Secondo la Fondazione Internazionale di Solidarietà con i Detenuti, dal 2015 più di 20.000 prigionieri sono passati attraverso le carceri israeliane, e dal 1967 sono oltre 1 milione! Le organizzazioni per i diritti umani riferiscono che 561 palestinesi stanno scontando condanne all’ergastolo e 533 con condanne a più di 20 anni, tra cui 40 donne, alcune delle quali incinte; 250 bambini, alcuni sotto i dieci anni; 3.410 prigionieri amministrativi; e, incredibilmente, 15 deputati legittimamente eletti nel Consiglio Legislativo Palestinese.

Le informazioni o le prove contro i prigionieri sono segrete e non sono accessibili al detenuto o ad un avvocato, per ordine dei militari israeliani. La detenzione amministrativa è uno dei metodi di persecuzione più evidenti adottati dall’apartheid israeliana e può essere rinnovata per un periodo illimitato.

Tra i prigionieri ci sono molte donne e bambini che subiscono violenze fisiche e psicologiche e vengono privati dal governo israeliano della frequenza scolastica e dell’accesso all’istruzione, diritto sancito da numerosi accordi e convenzioni internazionali.

Il rilascio dei prigionieri palestinesi dalle terribili carceri di “Israele” e la lotta del popolo palestinese per la dignità, per la propria terra dal fiume al mare, confiderà sempre sulla solidarietà e sul sostegno di tutte le persone che lottano per la giustizia e il rispetto dei diritti in tutti gli angoli del mondo.

L’olocausto dei palestinesi inflitto da “Israele” non può diventare un modello il cui vero volto sono soltanto l’odio verso il popolo e le gravi violazioni contro i detenuti palestinesi, così come il nazismo e l’apartheid del Sud Africa sono stati al servizio e utilizzati dal regime di sterminio sionista in questi 76 anni di occupazione.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi

8/7/2024 https://www.infopal.it/

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