Pfas e Tfa nell’acqua che beviamo: l’Ong Pan chiede misure urgenti

L’Ong Pesticide Action Network Europe ha trovato il Tfa (acido trifluoroacetico) nel 94% dei campioni di acque del rubinetto, prelevati in 11 paesi europei, e nel 63% dei campioni di acqua in bottiglia 

Nel 94% dei campioni di acque del rubinetto, prelevati in 11 paesi europei, e nel 63% dei campioni di acqua in bottiglia sono stati trovati livelli di Tfa (acido trifluoroacetico) di gran lunga superiori a quelli stabiliti nella nuova direttiva sulle acque potabili. È quanto denuncia la Ong Pesticide Action Network Europe che, dopo aver rilevato la contaminazione di fiumi, laghi e acque sotterranee da parte di Tfa, ha proceduto ad ulteriori analisi del acque da bere.

Il Tfa, che è un prodotto di degradazione altamente persistente dei pesticidi PFAS e dei gas F, è stato rilevato in 34 dei 36 campioni di acqua del rubinetto europei (94%) provenienti da 11 paesi dell’UE e in 12 dei 19 campioni di acque minerali e di sorgente in bottiglia (63%). Nell’acqua del rubinetto sono stati trovati valori compresi tra “non rilevabile” (corrispondente a sotto il limite di rilevazione di 20 nanogrammi/litro) a 4.100 ng/L, con una media di 740 ng/L. I valori di Tfa nelle acque minerali e di sorgente variavano da “non rilevabile” (sotto il limite di rilevazione di 20 ng/L) a 3.200 ng/L, con una media di 278 ng/L. L’analisi di 24 ulteriori Pfas in 4 campioni misti conferma che, oltre ai punti caldi di contaminazione, il Tfa è la contaminazione dominante (> 98%) di Pfas nell’acqua.

Assenza di limiti legali e rischi per la salute

Valutare i rischi per la salute che derivano da questi inquinanti ambientali è sempre molto difficile, per la scarsità di dati. Due studi recenti sulla tossicità cronica e la tossicità riproduttiva del Tfa mostrano effetti simili a quelli dei Pfas, sebbene a concentrazioni molto più elevate.

Sebbene questa sostanza sia molto diffusa, attualmente non esiste un limite legale nell’UE per il Tfa che resta “una sostanza chimica invisibile dal punto di vista legale”, come ha dichiarato Sara Johansson, responsabile senior della politica di prevenzione dell’inquinamento idrico presso l’Ufficio Ambientale Europeo. Nel 2020 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha emesso delle linee guida che fissano un’assunzione massima di Pfas che si accumulano nel corpo, ma queste linee guida non sono state incorporate nella riforma della direttiva sulle acque potabili. La nuova direttiva prevede che dal 2026 in Europa entri in vigore un valore limite standard per il “Pfas totale” di 500 ng/L. Questo valore dovrebbe includere anche il Tfa. Intanto già adesso, la metà dei campioni di acqua del rubinetto analizzati superano questo valore.

Servirebbero investimenti di miliardi di euro per aggiornare tecnologicamente l’approvvigionamento idrico europeo per garantire che il limite di 500 ng/L non venga superato. E comunque il prodotto finale di un processo di purificazione di questo tipo (costoso e poco ecologico) sarebbe un’ “acqua artificiale” priva dei suoi componenti naturali, che le aziende idriche dovrebbero rimineralizzare prima di fornirla agli utenti.

Attualmente è in corso una discussione sulla revisione della direttiva sull’acqua potabile che dovrebbe consentirebbe di allineare i limiti esistenti per i Pfas nell’acqua potabile allo stato della scienza, e aprirebbe anche la possibilità di stabilire un limite individuale per il Tfa a livello europeo. Non c’è ancora chiarezza sul metodo analitico per monitorare il parametro “Pfas totale”, e gli Stati membri possono scegliere se includere o meno il parametro nelle loro normative nazionali sull’acqua potabile. Alcuni Paesi, come Austria, Germania, Spagna e Ungheria non hanno implementato questo valore.

Per garantire che i cittadini europei possano ancora bere acqua del rubinetto in sicurezza tra dieci anni, la Ong invita ad agire rapidamente stabilendo:

  • un divieto immediato dei pesticidi Pfas e dei gas F;
  • una rapida implementazione della restrizione generale dei Pfas secondo il regolamento REACH;
  • un limite sicuro per il Tfa nell’acqua potabile a livello dell’Ue e uno standard di qualità per il Tfa per le acque regolamentate dalla direttiva sulle acque.
  • un sostegno agli agricoltori nella sostituzione dell’uso di pesticidi Pfas con altre forme di protezione delle colture, idealmente prive di sostanze chimiche.

Antoniella Giordano

16/7/2024 https://ilsalvagente.it

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