Il capo dello Shin Bet: il “terrorismo ebraico” mette in pericolo l’esistenza di Israele

Tel Aviv – The Cradle. “Il terrorismo ebraico sta mettendo in pericolo l’esistenza di Israele”, ha dichiarato Ronen Bar, capo del servizio di sicurezza Shin Bet, a seguito di un pogrom di coloni ebrei contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata.

I leader del movimento religioso dei coloni israeliani “vogliono far perdere il controllo al sistema, causando danni indescrivibili a Israele”, ha scritto Bar il 22 agosto in una lettera al primo ministro Benjamin Netanyahu, ai suoi ministri e al procuratore generale.

Bar ha scritto che sta aumentando considerevolmente “un senso di sostegno nascosto” tra i membri del governo e dell’esercito per questi atti, riflesso nella “significativa espansione” dei partecipanti.

Quest’anno i coloni ebrei hanno organizzato diversi pogrom contro i palestinesi in Cisgiordania per cacciarli dai loro villaggi e terreni agricoli.

Il 15 agosto, più di 70 coloni ebrei armati hanno invaso la città palestinese di Jit, nella Cisgiordania occupata, sparando proiettili e gas lacrimogeni contro i residenti e incendiando diverse case, auto e altre proprietà.

I coloni hanno ucciso Rashid Sedda, 23 anni, durante il pogrom. Il ministero della Salute dell’Autorità Palestinese ha confermato che il 23enne palestinese è morto a causa di una ferita d’arma da fuoco al petto.

Il capo dello Shin Bet osserva che gli “autori del terrore ebraico” hanno perso ogni timore della detenzione amministrativa “a causa delle condizioni che ricevono in prigione e dei fondi che ricevono dopo il loro rilascio dai membri della Knesset, nonché della legittimità e delle lodi, insieme a una campagna di delegittimazione contro i funzionari della difesa”.

Ronan Bar afferma che il carattere degli atti terroristici ebraici è cambiato “da un’attività segreta mirata a un’attività ampia e aperta […], a volte utilizzando armi distribuite legalmente dallo Stato, dall’eludere le forze di sicurezza all’attaccare le forze di sicurezza. Dal tagliarsi fuori dall’establishment al ricevere legittimità da alcuni funzionari dell’establishment”.

L’importante ministro israeliano Itamar Ben Gvir, che controlla la polizia israeliana, ha distribuito armi ai coloni ebrei in Cisgiordania per promuovere attacchi contro i palestinesi.

Ben Gvir ha dichiarato di voler ripulire etnicamente sia Gaza che la Cisgiordania dai loro abitanti palestinesi autoctoni per spianare la strada per le colonie.

Dopo il pogrom della scorsa settimana a Jit, la giornalista di Haaretz Nehemia Shtrasler ha dichiarato che questi fanno parte di un “piano generale per ripulire la terra dai palestinesi”.

Il capo dello Shin Bet Bar ha continuato: “Siamo alle soglie di un processo significativo, che cambia la realtà. Il danno per Israele, soprattutto in questo momento, e per la maggioranza dei coloni è indescrivibile”.

Bar ha messo in guardia dalla “delegittimazione mondiale anche tra i nostri migliori amici”, definendo le azioni dei coloni “una grande macchia sull’ebraismo e su tutti noi”.

Bar ha affermato: “È necessaria una dichiarazione inequivocabile da parte di tutti che questa è un’attività sbagliata e pericolosa, sia dal punto di vista ideologico che della sicurezza. Deve essere uno degli obiettivi principali del governo. Presto, prima che sia troppo tardi. Questa attività crea un rischio molto significativo per la sicurezza della regione”.

In risposta al pogrom dei coloni a Jit, il commentatore di Haaretz Gideon Levy ha chiesto perché israeliani come Ronan Bar sono “scioccati da una rivolta di coloni in Cisgiordania, ma ciechi di fronte a un massacro a Gaza?”

Ha dichiarato che “a Jit, Hawara, Qusra, nelle colline meridionali di Hebron e nella parte settentrionale della Valle del Giordano, ci sono effettivamente persone che vivono sotto il terrore dei coloni, ma rispetto allo scempio che l’esercito sta compiendo a Gaza e in Cisgiordania, le rivolte dei coloni sono solo un campo estivo. Un campo estivo dell’orrore, ma di dimensioni minori”.

“Il pogrom di Jit viene perpetrato dall’esercito quotidianamente, in una versione molto più omicida, nei campi profughi di Tul Karm, Jenin, Nablus e ovviamente a Gaza. Un pogrom ogni giorno. Ma solo i coloni suscitano shock”, ha aggiunto Levy.

La campagna militare dell’esercito israeliano a Gaza, durata 10 mesi, ha ucciso più di 40 mila palestinesi, in maggioranza donne e bambini, ed è ampiamente considerata un genocidio.

Traduzione per InfoPal di F.L.

24/8/2024 https://www.infopal.it

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *