…. e il governo concede alle imprese una “patente insicurezza”

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Noi continuiamo a scrivere pagine di analisi del tragico fenomeno delle morti sul lavoro, degli infortuni e delle malattie professionali ma, pare, che serva a poco per smuovere chi dovrebbe muoversi per fermare nel tempo, e di tempo ce ne vorrebbe stante la cruda stabilità quotidiana dei numeri. Ogni governo che succede a un’altro è coerente con il precedente per mantenere, in alcuni momenti alzarlo, il numero dei caduti sul lavoro, fregandosene della Legge (D. Lgs 81/2008) in quanto non fa un passo per falra applicare dalle imprese private come delle aziende pubbliche.

Insieme a noi (dal 1/1/2008) Carlo Soricelli, già operaio metalmeccanico, fa una indagine quotdiana e accurata, e scrive nel suo blog (cadutisullavoro.blogspot.com) con i dati completi (mentre l’Inalil conteggia solo i suoi iscritti infortunati e morti) che questo mensile riprende ogni mese. Gli ultini dati pubblicati sono aggiornati al 3 agosto (l’unico mese durante il quale è difficile aggiornare tempestivamente) e ci parlano di 704 morti sui Luoghi di lavoro e 943 con l’aggiunta dei morti in itinere, dal 1 gennaio 2024.

280 gli ultrasessantenni che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, il 32,5% sotto i sessant’anni sono
lavoratori migranti.
Le province con più morti sui Luoghi di lavoro sono: Brescia 20 morti, Salerno 19, Caserta e Napoli 18, Palermo e Trento 17. Le Regioni Lombardia, Campania Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti.
81 i morti di stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc.
Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini.

Non siamo certamente i soli a scrivere da 40 anni, oggi, dopo decenni di silenzio, o spesso babettii, sono in molti tra giornalisti della carta stampata, dei social.
Parlano e scrivono anche alcuni politici presenti nel Parlamento e nel farlo non dicono perchè non si sentono responsabili siccome non si mai vista da decenni una battaglia senza tregua del loro schieramento politico.

Parlano e scrivono, spesso con oculatezza e competenza e cognizione di causa, anche tanti sindacalisti di grosso peso nel mercato della comunicazione, ma non si avventurano mai a chiedersi, pubblicamente, perchè oltre la giusta denuncia, che è stata sempre fatta dai sindacati, non c’è uno sciopero generale dedicato alla sicurezza sul lavoro.

Perchè non ammettono, e molti lo pensano, che infortuni, malattie professionalie morti si possono prevenire, nella maggior parte dei casi, se il sindacato ripristina il conflitto sui luoghi di lavoro. Pare che fare questa affermazione sia vietata dalla teoria che i tempi, (dello scontro tra interessi contrapposti, come sono quelli tra lavoratori e imprese/aziende) sono cambiati ed è solo nostaglia di un tempo ormai passato. Inoltre, dicono, che i lavoratori non sono più disposti allo scontro.

Al netto della poca corrispondenza con la realtà (basta stare attenti alle centinaia di lotte in corso) questa potrebbe anche ssere intesa come ammissione di colpa sindacale, in quanto sono decenni che obbiettivi di lotta generale sono stati derubricati, affidandosi solo a sporadiche e locali mobilitazione dopo che le imprese e le aziende hanno compiuto il danno ai lavoratori e, come si visto in tante vertenze post danno, si è perso in partenza.

In sostanza anche così si certifica l’impunità delle responsabilità sui diritti del lavoro e della, salute e della stessa vita dei lavoratori.

Anche questa teoria del “non fare” ha permesso al governo in carica (fedele erede dei precedenti)di decretare la discrezionaliutà di vita e di morte pe i lavoratori alle imprese con la certezza dell’impunità a causa del voluto sempre più scarso numero di controlli da parte dei quasi scomparsi Ispettori del Lavoro, che, seppur pochissime centinaia su migliaia di imprese e aziende, riscontrano percentuali di irregolarità altissime, che cadono spesso in prescrizione per mancatto intervento sanzionatorio.

Dal 2 agosto 2024 gli Ispettori del Lavoro sono obbligati ad avvisare le imprese 10 giorni prima del controllo, in tal modo azzerando ogni forma di ispezione reale e quindi possono allegramente violare le norme di sicurezza contenute nella Legge e, inoltre, schiavizzare liberamente i lavoratori in nero “nascondendoli” il giorno dell’ispezione.

Ed ecco la ciliegina sulla torta che il governo ha offerto alle imprese: le eventuali irregolarità degli
sprovveduti che non hanno nascosto bene le magagagne possono essere sanate in 20 giorni a costo zero e, tanto per essere ancora più teneri con i poveri imprenditori, nel caso in cui il controllo non evidenzi forti criticità l’impresa è esentata da nuove ispezioni per i successivi 10 mesi.

Ora mi chiedo, di fronte a tanta sfrontatezza delinquenziale del governo (definizione consona al decreto che, in pratica, di fronte a oltre 1400 morti all’anno, decine di migliaia di infortunati, centinaia di migliaia di malatie professionali) come pensano i sindacati di intervenire per stoppare questo crimine politico?
Boh, ma noi continuiamo a denunciare con cognizione di causa, fare analisi e proposte, perchè anche se risposta ora non c’è, forse ci sarà domani.

Franco Cilenti

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