Educazione militarista: manuale per concorsi Forze Armate: «a scuola non si impara nulla, l’Esercito riempie la vita»

Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università esprimiamo il nostro disappunto per le affermazioni sulla scuola riportate nella descrizione di un manuale su come prepararsi ai concorsi per VFP1 e VFP4* delle Forze Armate.

Queste sigle sono state recentemente aggiornate con la nuova riforma delle Forze Armate** e ci stiamo riferendo a un libro pubblicato tre anni fa, ma resta il misconoscimento del valore della scuola espresso in alcune righe, la teoria disfattista per la quale a scuola non si impara nulla di utile per inserirsi nel mondo del lavoro.

L’autore, istruttore dell’Esercito, tenta la strada dell’empatia e dell’emulazione. E anticipa che si dovrà “iniziare da zero“, “spezzare il cordone ombelicale che ti lega alla famiglia“, vedere nell’Esercito “un progetto“, “per dare un senso alla propria vita” e “il senso civico che in tanti danno per scomparso riemerge invece forte e vitale quando indossi una divisa e ti rendi conto che il tuo servizio è davvero utile agli altri”. Quindi la scuola e la famiglia non riempiono di senso la vita e l’ Esercito potrebbe riuscire dove tutti gli altri falliscono.

Possiamo ipotizzare che questa stessa retorica aleggi in ogni spazio architettonico e cognitivo del settore militare e all’esterno cominci ad affermarsi come esito del processo di militarizzazione della società civile.

Possiamo immaginare che chi invita le nuove generazioni a entrare nelle FF.AA. e chi già c’è dentro si senta migliore del resto del mondo, del mondo civile che fatica a tenere in piedi questa società disgregata, e a contrastare la narrazione che vorrebbe i capitali privati gestiti meglio delle casse pubbliche, l’occupazione più importante della formazione, la competizione più conveniente della cooperazione, la povertà una colpa, la disciplina e l’annullamento del libero arbitrio il passpartout per non avere mai problemi con il potere.

Sicuramente le/i nostre/i figlie/i e studenti/studentesse avrebbero le idee più chiare sul loro futuro se la scuola avesse più respiro e risorse e il mondo del lavoro non assomigliasse alla nebulosa informe che conosciamo.

Noi dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università siamo contrari a qualsiasi tentativo dell’Esercito e delle altre forze armate di proporsi come futuro desiderabile, ancora di più oggi che l’arruolamento iniziale dura tre anni e i volontari saranno bloccati in un mondo-irreggimentato dove non si ha libertà di scelta, e può diventare addirittura impossibile ritrattare la propria adesione.

Bisogna, invece, dire con convinzione nelle scuole che il metodo degli eserciti è quello dell’obbedienza, del comando, della punizione, mentre le istituzioni educative sono quelle che insegnano la tolleranza, l’inclusione, l’accoglienza, il ragionamento, il confronto, anche il conflitto dialettico che serve per la crescita intellettuale dei cittadini e delle cittadine di domani.

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

*VFP1 e VFP4= rispettivamente si leggono volontario in ferma prefissata di 1 anno, il primo livello di servizio volontario dove i candidati prestano servizio per un anno nelle Forze Armate e volontario in ferma prefissata di 4 anni che prolungava il servizio per altri quattro anni.

** la nuova forma del servizio militare prevede una Ferma Prefissata 3+3 vale a dire che i volontari saranno suddivisi in VFI (volontario in ferma prefissata iniziale) e VFT (volontario in ferma prefissata triennale).

5/10/2024 https://osservatorionomilscuola.com/

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