Come Open censura dai social le pagine pro-Palestina accusandole di fake news inesistenti

Il giornale Open di Enrico Mentana, da oltre tre anni, si occupa per conto di Facebook di certificare la presunta veridicità dei post degli utenti più influenti, avendo quindi l’autorità di attestare come “vere” o “false” le informazioni da essi veicolate sul social network. Ma questa autorità, in tutta evidenza, è spesso utilizzata per censurare pagine che parlano di Palestina, accusandole di fake news che, in realtà, non esistono. È, ad esempio, quanto appena accaduto a Giuseppe Salamone, blogger e vice sindaco di Turano Lodigiano, che si è visto limitare la visibilità del proprio account poiché accusato di aver pubblicato una fake news. Che lui, però, non ha mai divulgato né rilanciato.

In un post uscito il 2 ottobre sul proprio account Facebook, seguito da oltre 40mila persone, Salamone ha pubblicato una foto del presidente israeliano Benjamin Netanyahu nel suo recente intervento all’ONU, accompagnandola a un contenuto scritto in cui ha espresso il suo punto di vista sull’attacco missilistico iraniano contro Israele. «È bene segnalare un paio di cose in merito, che non vuol dire giustificare bombardamenti, anzi, a differenza dei fanatici israeliani e vari pennivendoli, condanno sempre qualsiasi attacco perché la guerra genera guerra: l’Iran non ha attaccato, l’Iran si è difeso dopo che lo stato terrorista di israele ha violato più volte la loro sovranità e ucciso leader alleati di Theeran – scriveva Salamone –. Lo stato terrorista di Israele non è la vittima, è il carnefice che paga le conseguenze delle sue azioni. Aggiungo: nessun attacco contro Israele potrà mai essere paragonato alla carneficina di Netanyahu e company». Da ieri sera, 7 ottobre, la foto pubblicata da Salamone risulta però oscurata. Al suo posto c’è una segnalazione di Meta, in cui si legge che il post in questione – ancora visibile – conterrebbe «informazioni false», dal momento che «Fact-checker indipendenti sostengono che queste informazioni non hanno alcun fondamento».

Poco più in basso, Facebook invita allora l’utente a visionare l’articolo che contiene le “informazioni reali verificate”: se si clicca sulla scritta, si apre allora un pezzo di Open, scritto da David Puente, in cui si legge: «Circola un video di Benjamin Netanyahu mentre “scappa correndo verso un bunker” a seguito dei bombardamenti da parte dell’Iran di inizio ottobre 2024. La scena, condivisa in alcuni casi senza audio o con il suono dell’allarme antiaereo, lo mostra di spalle mentre percorre i corridoi di un edificio. In realtà, la clip racconta un’altra storia». Nell’articolo, Puente svolge un fact-checking su tale video, rilanciato da alcuni utenti su Facebook, che in realtà sarebbe «un vecchio filmato del 2021» in cui il presidente israeliano «afferma di correre all’interno del palazzo della Knesset». Un contenuto che, però, Salamone non ha mai pubblicato. Né nel post accusato da Meta di contenere “informazioni false”, incentrato su una vicenda totalmente diversa, né in altri post precedenti o successivi. Come risulta da uno screen che Salamone ha inviato alla nostra redazione, sul suo account Meta ha applicato restrizioni.

«Caro David Puente, avrei bisogno di capire una cosa – ha scritto Salamone in un nuovo post, in cui ha protestato contro la censura subìta –. Io pubblico un post con la foto di Netanyahu dove, per farla breve, parlo della risposta iraniana contro Israele. Nel post non sono contenute informazioni false e si tratta, principalmente, di opinioni personali. Quello che ti chiedo di spiegarmi e di spiegare a chi mi segue è questo: perché il mio post è stato etichettato come “informazioni false” secondo un tuo “controllo” su un video che non c’entra assolutamente nulla con il mio post?». Salamone ha denunciato a L’Indipendente quanto accaduto, dichiarando: «Ritengo sia vergognoso il comportamento di chi si erge a paladino della verità, soprattutto in questa occasione. Come ritengo sia vergognoso che possano agire così indisturbatamente senza che nessuno “controlli il controllore”. Hanno un potere sproporzionato che a mio avviso rischia di sovrastare anche l’articolo 21 della Costituzione Italiana».

Stefano Baudino

8/10/2024 https://www.lindipendente.online/

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