L’eclissi delle coscienze

ATTIMI DI MEDITAZIONE MATERIALISTA

La devastazione delle coscienze dei singoli spianano la strada a pregiudizi e discriminazioni, a rassegnazione e rancore, a odio e contrapposizione, non contro i settori imprenditoriali, manageriali, che delinquono coperti dalle leggi fatte per i loro profitti senza limiti, contro di loro prevale il silenzio, come se non fossero i responsabili dell’impoverimento e dello sgretolamento dei nostri diritti al lavoro, alla pensione, ai beni vitali come l’acqua, la sanità e la scuola pubblica.

La diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici che nel frattempo, cioè da oltre trent’anni, hanno destrutturato dal punto di vista occupazionale e screditati come inefficienti, imponendoci così uno Stato ridotto al minimo come capacità di governo della società per offrici come regalo le privatizzazioni delle proprietà produttive pubbliche e a ruota quelle culturali e immobiliari, la precarietà come ordine di vita sociale e la flessibilità sul lavoro, la disoccupazione di massa, stipendi che non garantiscono più redditi di vita benestante ma, ben che vada, di sopravvivenza, mentre l’opinione pubblica viene distratta dall’assordante propaganda razzista e xenofoba. Senza discussione politica diffusa e all’insaputa di milioni di cittadine/i si sta per determinare la mutazione definitiva della nostra architettura istituzionale, la destrutturazione della nostra Repubblica.

Lo Stato ha smesso di essere sociale per diventare un ente che favorisce il mercato e le privatizzazioni. Il governo è contro il welfare e demolisce i principi d’uguaglianza, di solidarietà e di equità sanciti dalla Costituzione. E’ indispensabile rifondare l’idea di una società elementarmente giusta, in una prospettiva di trasformazione complessiva e generale delle condizioni di vita e di lavoro per le classi subalterne, contro e oltre la logica della ricchezza in mano di pochi.

Stante questo stato di cose nei processi politici in atto, sono portato a chiedere se tutta l’ignoranza sui fatti reali sia solo colpa della narrazione velenosa di giornali televisioni e, ovviamente, delle mistificazioni del governo, senza distinzione reali con ilcentrosinistra e i suoi governi, tecnici o meno.

Assistiamo al velocizzarsi di diseguaglianze sempre più schiaccianti e legalizzate da leggi repressive, spesso con la violenza delle forze di polizia, al rifiuto dei diritti umani più elementari, come la stessa vita negata alle persone migranti, richiedenti asilo e rifugiati. I nazionalismi autoritari si definiscono “sovranisti” per mistificare gli obbiettivi autoritari con evidente similitudine con la nascita del nazifascismo; l’ambiente sta subendo un collasso ecologico riducendoci a cavie di un processo di graduale annientamento dello stato di salute.

In questo contesto sociale e politico non è prevista, quindi non considerata come lecita e neutrale, la direzione ostinata e contraria di chicchessia, è solo sopportata la critica compiacente di chi vive nel cortile dell’impero.

Chi ha l’ardire di scegliere il ruolo di pecora nera viene isolato, emarginato dalla comunità “democratica”; e se proprio insiste con parole e azioni, tipo protestare contro i licenziamenti, gli sfratti, le morti sul lavoro, è messo al bando, emarginato o considerato matto (se non di indole terroristica).

Chi è fuori dalla famiglia perbenista, sceglie razionalmente di far parte della società degli esclusi e, quindi, odia i mass media che raccontano balle, o sbircia una vita diversa attraverso lo schermo al plasma (che coincidenza, videotecnologia atta a plasmare!) accontentandosi di fare da spettatore abulico oltre che sperare di farne parte con la sognata vincita in qualche gioco da dipendenza, con relative malattie patologiche quali laludopatia, la dipendenza simil-tossicologica ecc.?

Tenendo conto che la stragrande maggior parte di noi è spesso incoerente verso gli altri, come verso noi stessi, può capitare, anche in questo caso di riflessione del nostro stato cognitivo e deduttivo, che non ci si renda conto della proprio stato, e non riusciamo a leggere per definire i comportamenti in merito alle percezioni che comunque viviamo, spesso archiviandole come attimi insignificanti, mentre rappresentano la finestra su un modo che cambia a prescindere dalla nostra presenza, e cambia ridisegnandoci ruoli e funzioni nella situazione oggettiva nella quale stiamo vivendo ma che ignoriamo, spesso con sudditanza consapevole , ma che subiamo. Ad esempio, chi è consapevole del progressivo impoverimento delle classi lavoratrici, dipendenti, pensionati, piccoli artigiani, commercianti, e autonomi; dell’affossamento dell’istruzione a qualsiasi livello, della sparizione graduale della sanità pubblica, della spinta istituzionale alla guerra?

Franco Cilenti

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