Donne. La stampa dei maschi

Storie. In Italia le aspiranti giornaliste subiscono molestie e discriminazioni di genere già durante i percorsi di formazione. L’inchiesta del collettivo Espulse indaga molestie sessuali e abusi di potere nel giornalismo italiano, a partire dai master riconosciuti dall’Ordine che danno accesso all’esame di stato

In Italia un terzo delle studentesse iscritte ai master di giornalismo ha subito discriminazioni, molestie verbali e sessuali, sia nella formazione in aula che negli stage in redazione. È quanto emerge dall’inchiesta di Espulse. La stampa è dei maschi, collettivo indipendente di giornaliste, scrittrici, fotografe, videomaker e attiviste, che ha raccolto numeri e testimonianze di molestie sessuali e abusi di potere nel giornalismo italiano, in particolare nei master riconosciuti dall’Ordine che danno accesso all’esame di stato. Un problema estremamente diffuso ma che, come sottolinea il collettivo nel suo manifesto, è ancora un tabù.

L’inchiesta che prende il titolo da una delle testimonianze – Voi con queste gonnelline mi provocate –  è stata realizzata in collaborazione con IrpiMedia, il magazine online dell’Investigative Reporting Project Italy, primo centro di giornalismo investigativo non profit fondato in Italia.

Al centro dell’inchiesta, durata otto mesi, ci sono i dieci master di giornalismo riconosciuti dall’Ordine in Italia, quelli delle università di Bari, Bologna, Milano (Cattolica, IULM e Tobagi), Roma (Lumsa, LUISS) Perugia, Torino e Urbino.

Le 239 testimonianze raccolte fra studentesse, studenti e quattro fonti interne ai master descrivono un quadro caratterizzato da discriminazioni, abusi e molestie per una persona su tre di quelle che hanno preso parte ai corsi di formazione in giornalismo italiani negli ultimi dieci anni. Un dato allarmante, che è stato portato all’attenzione diretta delle scuole di giornalismo e degli ordini regionali e di quello nazionale, che si sono impegnati a monitorare la situazione con maggior attenzione.

“È particolarmente grave che questi fatti possano avvenire già nella fase della formazione, quando la sperequazione di potere tra formatori e alunne è particolarmente accentuata” si legge nel testo dell’inchiesta, che è nata per approfondire la situazione in seguito a tre segnalazioni iniziali di discriminazioni di genere e molestie sessuali ricevute dal collettivo durante conversazioni informali con studenti di giornalismo e redattrici.

Tentate violenze sessuali, atti persecutori, stalking, ricatti e discriminazioni di genere, sono all’ordine del giorno: la metà delle persone che ha preso parte all’indagine ha riferito di aver assistito o saputo di molestie sessuali e verbali. 

“Il lavoro è stato svolto con un’impostazione, una metodologia e un’etica di genere, nel pieno rispetto della privacy e dell’anonimato di chi ha deciso di condividere la sua storia in prima persona” spiega il collettivo Espulse, che, oltre che delle voci delle testimoni, ha tenuto conto anche delle repliche e i punti di vista delle scuole di giornalismo, degli ordini regionali e dell’Ordine nazionale dei giornalisti.

A completare l’inchiesta ci sono un vademecum per riconoscere la violenza nei luoghi di formazione e un questionario aperto a studentesse e giornaliste. L’inchiesta ha rilevato infatti che nessuna tra le persone intervistate ha sporto denuncia per le violenze subite. Segno che per contrastare molestie e abusi di potere legati al sesso e al genere d’appartenenza nel giornalismo, come in altri ambiti, c’è ancora molto lavoro da fare.

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23/10/2024 http://www.ingenere.it/

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