Gli Stati Uniti hanno già iniziato una corsa agli armamenti nucleari?
Secondo il New York Times, il presidente a marzo ha approvato un piano strategico nucleare altamente classificato, chiamato “Nuclear Employment Guide”.
La National Nuclear Security Administration (NNSA) degli Stati Uniti ha recentemente prodotto il suo primo nucleo di plutonio dal 1989 con l’obiettivo dichiarato di rinnovare tutte le sue testate nucleari. Pertanto, il Dipartimento della Difesa prevede di incorporarlo nelle testate W87-1 del missile balistico intercontinentale Sentinel e la sua produzione aumenterà a 80 pozzi di plutonio all’anno entro la metà degli anni 2030, il che sarebbe il segnale di partenza per una corsa agli armamenti nucleari.
Fine della moratoria nucleare
Gli Stati Uniti si sono ritirati dal Trattato sui missili anti-balistici (ABM) nel 2002 e dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) nel 2019. Questo accordo di disarmo è stato il primo firmato durante la Guerra Fredda e avrebbe contribuito a tenere i missili a corto e medio raggio lontani dall’Europa per decenni.
La Russia ha anche sospeso la sua partecipazione all’accordo New START (Trattato per la riduzione delle armi strategiche) concordato dai due paesi nel 2010. Questo accordo limitava il numero di armi nucleari strategiche, con un massimo di 1.550 testate nucleari e 700 sistemi balistici per ciascuna delle due potenze, su terra, mare o aria.
Biden e la “Guida all’occupazione nucleare”
Secondo il New York Times, il presidente Joe Biden a marzo ha approvato un piano strategico nucleare altamente classificato, chiamato “Nuclear Employment Guide”. Questo piano “mira, per la prima volta, a preparare gli Stati Uniti a possibili sfide nucleari coordinate da parte di Cina, Russia e Corea del Nord e, per la prima volta, riorienta la strategia di deterrenza degli Stati Uniti per concentrarsi sulla rapida espansione dell’arsenale nucleare cinese” e, secondo il giornale americano, “questo cambiamento arriva mentre il Pentagono stima che le scorte della Cina rivaleggeranno in dimensioni e diversità con quelle degli Stati Uniti Stati Uniti e Russia nel prossimo decennio”.
L’espansione nucleare della Cina avrebbe fatto scattare un campanello d’allarme al Pentagono, in quanto sarebbe avanzata più velocemente di quanto previsto dai funzionari dell’intelligence statunitense a causa del cambiamento attuato dal presidente Xi Jinping dopo aver abbandonato la vecchia strategia di mantenere un “minimo di deterrenza” e aver adottato la Dottrina della Triade nucleare che consiste nel “eguagliare o superare le dimensioni degli arsenali nucleari russi e statunitensi entro il 2035”.
Dalla presidenza di Harry Truman, questa strategia si è concentrata principalmente sull’arsenale del Cremlino, ma per la prima volta la Cina appare nelle nuove linee guida di Biden di fronte all’evidenza di un cambiamento nella cartografia nucleare mondiale, poiché la nuova strategia sottolinea “la necessità di scoraggiare contemporaneamente la Russia, la Repubblica popolare cinese e la Corea del Nord”. Così, secondo le stime del Pentagono, la forza nucleare cinese aumenterebbe a 1.000 testate nucleari entro il 2030 e a 1.500 entro il 2035, portando l’arsenale nucleare cinese a eguagliare il numero di testate nucleari attualmente possedute sia dagli Stati Uniti che dalla Russia e firmando per parte della nuova triade nucleare. con il quale l’arsenale nucleare statunitense sarebbe chiaramente inferiore all’asse russo-cinese in caso di conflagrazione nucleare.
Gli Stati Uniti sono convinti di vincere una guerra nucleare?
In un articolo pubblicato sul Quincy Institute intitolato “Reflection on Nuclear War”, Biden’s New Nuclear Strategy and the Superfuse That Activates It”, il dottor Theodore Postol del MIT afferma che “è ora possibile, almeno nell’ambito delle strategie per combattere una guerra nucleare, per gli Stati Uniti attaccare gli oltre 300 ICBM basati su silos che la Cina sta costruendo dal 2020 circa con il copioso numero di testate Trident II W-76 100 kt disponibile. La rapida espansione della capacità di puntamento duro della testata W-76 da 100 kt rende anche possibile per gli Stati Uniti di attaccare contemporaneamente i circa 300 ICBM russi basati su silos”.
Così, “le supertestate che vengono ora caricate sui missili statunitensi sarebbero specificamente progettate per un attacco nucleare fulmineo e simultaneo di primo impatto contro la Russia, la Cina e la Corea del Nord, per eliminare la loro capacità di rappresaglia e quindi vincere una Terza Guerra Mondiale e quindi prendere il controllo del mondo intero”, per poi procedere all’attuazione del Nuovo Ordine Mondiale seguendo la dottrina di Zbigniew Brzezinski.
Così, Zbigniew Brzezinski, nel suo libro “Between Two Ages: America’s Role in the Technotronic Age” (1971), indica che “è arrivata l’era del riequilibrio del potere mondiale, un potere che deve passare nelle mani di un nuovo ordine politico globale basato su un legame economico trilaterale tra Giappone, Europa e Stati Uniti”. Tale dottrina implicherebbe la sottomissione di Russia e Cina e includerebbe la possibilità di un attacco nucleare lampo senza preavviso da parte degli Stati Uniti utilizzando missili Trident II W-76 contro obiettivi vitali russi e cinesi, un attacco che, tuttavia, potrebbe portare a una conflagrazione globale con conseguenze imprevedibili per la specie umana e il futuro del pianeta.
Germán Gorraiz
25/10/2024 https://www.telesurtv.net/blogs
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