Energia e geopolitica: la strategia del Venezuela per resistere e crescere
La ministra venezuelana del Petrolio e vicepresidente, Delcy Rodríguez
Nonostante anni di severe sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti, il Venezuela sta emergendo come un attore cruciale nell’arena energetica globale. Attraverso una strategia che combina innovazione interna, alleanze geopolitiche strategiche e investimenti produttivi, Caracas ha dimostrato una capacità sorprendente di resistere alle pressioni esterne e riposizionarsi come potenza energetica.
La ministra venezuelana del Petrolio e vicepresidente, Delcy Rodríguez, ha recentemente annunciato che il Venezuela potrebbe diventare un esportatore di gas naturale entro il 2027. Questa transizione rappresenta un passo significativo verso la diversificazione dell’economia del Paese, storicamente dipendente dal petrolio. L’obiettivo primario, tuttavia, rimane garantire l’autosufficienza energetica per il fabbisogno nazionale.
Il governo sta investendo pesantemente nello sviluppo di infrastrutture energetiche, come dimostrato dall’arrivo della nave “Go Electra“, destinata all’esplorazione del giacimento di gas Dragon. Questo progetto, sviluppato in collaborazione con Trinidad e Tobago e Shell, evidenzia l’approccio pragmatico del Venezuela: unire l’uso sovrano delle proprie risorse naturali con investimenti esteri mirati. L’accordo con Trinidad e Tobago, firmato nel 2023, è stato descritto come un passo storico per promuovere progetti congiunti nel settore del gas.
BRICS
Un elemento chiave della strategia venezuelana è l’alleanza con il blocco multipolare Brics. Delcy Rodríguez ha sottolineato che questo blocco economico ha ormai superato il G7 in termini di contributo al PIL globale, configurandosi come un nuovo polo di potere economico. Con la crescente domanda energetica in Asia e Africa, il Venezuela mira a posizionarsi come fornitore strategico per queste regioni in rapida crescita.
In questo contesto, il gas naturale rappresenta non solo una risorsa economica, ma anche un asset geopolitico. La disputa sull’Esequibo, regione contesa tra Venezuela e Guyana dove Caracas fa valere i suoi diritti legittimi, assume quindi un significato strategico cruciale, data la sua potenziale ricchezza di risorse energetiche. E permette di comprendere perché il Comando Sud degli Stati Uniti sia così tanto interessato alla questione. L’obiettivo è duplice: destabilizzare il Venezuela e accaparrarsi nuove risorse strategiche.
Resistenza alle sanzioni
Le sanzioni statunitensi, progettate per isolare il Venezuela dal sistema economico internazionale, hanno avuto l’effetto opposto. Il Paese bolivariano ha accelerato la ricerca di nuovi partner commerciali e tecnologici, tra cui Cina, Russia e India. La partnership con Shell nel progetto Dragon dimostra che il Venezuela può attrarre grandi attori energetici nonostante le restrizioni. Inoltre, l’inclusione del gas naturale nella sua strategia energetica rappresenta un’opportunità per diversificare le entrate e ridurre la vulnerabilità economica.
Sfide e opportunità
Il percorso del Venezuela non è privo di ostacoli. Le pressioni politiche internazionali e la necessità di forti investimenti tecnologici rappresentano sfide significative. Tuttavia, la Rivoluzione Bolivariana sta dimostrando che un approccio strategico e una visione a lungo termine possono trasformare difficoltà in opportunità.
Con una crescente influenza nei BRICS, una strategia energetica focalizzata sul gas naturale e una determinazione a resistere alle pressioni esterne, il Venezuela sta scrivendo un nuovo capitolo nella sua storia economica e geopolitica.
4/12/2024 https://www.lantidiplomatico.it/
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