Gaza, la Guernica palestinese
Dove c’è Resistenza, c’è speranza, e dove c’è speranza c’è un futuro per tutti noi.
Fonte: English version
Di Ahmad Tibi – 22 dicembre 2024
Immagine di copertina: La pittrice palestinese Maysaa Youssef, che organizza sessioni d’arte per bambini, dipinge tra le rovine del suo studio, nel mezzo del conflitto tra Israele e Hamas, a Deir Al-Balah nella Striscia di Gaza centrale, dicembre. Credito: Ramadan Abed/REUTERS
Nel bel mezzo della Guerra Civile Spagnola, nel 1937, il Regime del dittatore fascista Francisco Franco bombardò la città basca di Guernica, con l’aiuto di Germania e Italia. In meno di quattro ore, e dopo che bombe per un totale di 22 tonnellate furono sganciate su di essa, la città fu completamente distrutta.
Centinaia di persone furono uccise nel bombardamento, che sconvolse il mondo intero e divenne un simbolo della crudeltà di quei tempi. Guernica fu immolata nel fuoco della propaganda fascista e nella memoria storica è testimonianza della fragilità della giustizia durante la guerra. Il famoso capolavoro di Pablo Picasso, “Guernica”, è diventato un simbolo della distruzione e dell’orrore della guerra.
Nel bombardamento di Guernica, nessun pilota si è rifiutato di obbedire agli ordini. Hanno volato e svolto il loro compito come ordinato. Soldati obbedienti. Ottantasette anni dopo, è la solita vecchia musica. Nessun pilota israeliano si è ribellato e ha detto “No”. “Questo è il limite”.
I bombardamenti nella Striscia di Gaza hanno colpito e danneggiato ospedali, scuole, asili, moschee e chiese, panetterie, edifici pubblici e interi quartieri, lasciandosi dietro tragedie troppo numerose per essere elaborate, e nessun pilota ha detto “No”.
I piloti, che nella loro vita privata sono apparentemente considerati da loro stessi e dalla loro società uomini morali, integri e di valore, figli di genitori, padri di bambini, buoni amici dei loro compagni, si sono resi una parte importante dell’efficiente Macchina di Morte che non conosce pietà. O limiti.
Negli ultimi 14 mesi, e dopo molteplici Guernica a Gaza, la moralità umana sta affrontando un’altra prova. Dall’inizio della guerra, decine di migliaia di bambini, donne e uomini hanno perso la vita e intere città, come Beit Hanoun, Beit Lahia e Jabalya, sono state cancellate dalla faccia della terra dai bombardamenti israeliani.
Città paragonabili per dimensioni alla popolazione di Herzliya e Dimona sono state ridotte in macerie. E il mondo, con il suo silenzio e il suo supporto bellico e logistico, sta sostenendo tutto questo. La copertura dei media in Israele varia tra la negazione totale e la descrizione delle azioni come atti eroici, giustificati e necessari.
Come può un pilota essere orgoglioso di questo? Come fa a dormire la notte? Uccidere 17.000 bambini e ferirne circa 100.000. Uccidere masse di civili non è “autodifesa”, nemmeno di fronte agli orrori dell’uccisione di decine di bambini insieme a centinaia di altri civili nelle comunità di confine di Gaza.
Siamo arrivati a una regola assurda: niente giustifica il 7 ottobre, ma in nome del 7 ottobre tutto è giustificabile. Non c’è alcuna giustificazione di sicurezza per un bombardamento così massiccio. Nessuna azione militare può giustificare il bombardamento di esseri umani indifesi o il cancellare Beit Lahia, Beit Hanoun e Jabalya dalla faccia della terra. Questa Pulizia Etnica ricorda la Pulizia Etnica di 530 villaggi nel 1948.
Nell’Israele del 2024, dopo 14 mesi di bombardamenti quasi costanti, giorno e notte, la voce del rifiuto è diventata silenziosa e inascoltata. Tra gli israeliani ebrei, le voci di protesta e resistenza sono appena udibili.
Gli aerei rombano e la moralità è messa a tacere, e c’è persino chi chiede ancora più bombardamenti e ancora più distruzione. I pochi che quest’anno si sono rifiutati di arruolarsi, ad esempio Ido Ilam, e complimenti a lui per questo, si possono contare sulle dita di una mano, e le lettere di rifiuto e le azioni di resistenza sulle dita di due, ma non di più.
L’obiezione di coscienza è un gesto del tutto personale: è un atto politico di Resistenza al Sistema. È un rifiuto di commettere Crimini di Guerra in nome e per il bene del sistema, un rifiuto di far parte di un processo di distruzione e rovina. Un rifiuto di uccidere. Un rifiuto di rubare. Di distruggere. Di bruciare una casa. Di rapinare. Di privare. E di rovinare. Ma il rifiuto solo a causa di una riforma giudiziaria non è sufficiente.
Senza il rifiuto di prendere parte alla distruzione militare totale, la società umana sprofonda sempre più nella sua oscurità morale, che non ha limiti.
“L’Occidente”, che per anni ha combattuto per i valori della democrazia e dei diritti umani, sta scegliendo di chiudere un occhio sugli orrori di Gaza. Con il pretesto del “diritto all’autodifesa”, come se Israele non fosse una superpotenza militare regionale e non avesse né forza né mezzi, l’Occidente gli concede una libertà d’azione pressoché illimitata e gli sta dando il via libera per distruggere Gaza e approfondire l’Occupazione delle Alture siriane del Golan.
La Pulizia Etnica che si sta svolgendo sotto i nostri occhi, e che viene trasmessa in diretta sui social media, è resa possibile sotto l’egida dei Paesi occidentali che sono illuminati solo ai loro occhi.
E l’amministrazione dei Democratici negli Stati Uniti, guidata dal Presidente Joe Biden e dal Segretario di Stato Antony Blinken, sarà ricordata per sempre, insieme al Primo Ministro Benjamin Netanyahu, come i distruttori di Gaza, autori di Pulizia Etnica e Omicidi di Massa di donne e bambini.
Cosa diranno di questo tra qualche decennio? Cosa diremo ai nostri figli? Ai nostri nipoti?
In definitiva, la moralità di ogni individuo, compresa quella di un pilota, si misura dalle sue azioni. Ciò che accetta di fare e ciò che si rifiuta di fare. Siete pronti a premere il pulsante che ucciderà decine di bambini? Che brucerà a morte tre generazioni di una singola famiglia? Riuscite a guardarvi allo specchio dopo aver bombardato un intero quartiere?
Gaza, come Guernica, non ha chiesto di essere una prova morale e un simbolo della crudeltà umana di questi tempi. Soprattutto, è un luogo, una casa per milioni di persone, uomini, donne e bambini, che vogliono vivere fuori dalle mura della prigione più grande del mondo. Una prigione che è diventata il più grande cimitero del mondo.
Gaza, come Guernica, ci ricorda quanto sia importante resistere e rifiutare di partecipare all’ingiustizia, in modo chiaro e forte, anche a un caro prezzo personale. Dove c’è Resistenza, c’è speranza, e dove c’è speranza c’è un futuro per tutti noi.
Ahmad Tibi è un parlamentare della Knesset e copresidente di Hadash-Ta’al, la lista formata da due partiti: l’arabo-ebraico Hadash guidato da Ayman Odeh, e il nazionalista arabo Ta’al guidato da Ahmad Tibi.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
23/12/2024 https://www.invictapalestina.org/
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