Bonus bollette: ai cittadini briciole, alle imprese milioni
Il recente decreto del governo Meloni sul caro bollette ha scatenato un’ondata di critiche. Ancora una volta, si sceglie la via più comoda: una manciata di miliardi per tamponare il problema per tre mesi, sperando che il mercato dell’energia si sistemi da solo.
Ma sappiamo tutti come andrà a finire: dopo l’estate, i rincari torneranno e a pagarli saranno sempre gli stessi, mentre le grandi aziende se la caveranno con sconti e agevolazioni che resteranno ben oltre la fine dell’emergenza.
Il governo ha stanziato 3 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi destinati ai cittadini e 1,4 miliardi per le imprese. Peccato che, a conti fatti, il pacchetto per le famiglie consista in un bonus da 200 euro a trimestre (fino a 500 per chi ha un ISEE sotto i 9.530 euro), che si ottiene solo se si presenta l’ISEE, mentre le aziende si vedono cancellare gli oneri di sistema e intascano fondi diretti per centinaia di milioni. È evidente da che parte pende la bilancia.
Le associazioni dei consumatori, come Federconsumatori e Altroconsumo, hanno smontato il provvedimento pezzo per pezzo: non basta, è temporaneo, non risolve nulla. Il vero problema è che il sistema energetico italiano è ancora legato al prezzo del gas, che fa lievitare i costi anche quando non ce ne sarebbe motivo.
Il governo avrebbe potuto intervenire su questo, come chiedono le associazioni da anni, ma ha preferito girarsi dall’altra parte. Anche il rinvio del passaggio al mercato libero per i clienti vulnerabili è solo un modo per prendere tempo senza affrontare il problema.
E poi ci sono le imprese, il vero cuore del decreto. Le PMI vedranno azzerati gli oneri di sistema con una riduzione del 20% sulle bollette, mentre le aziende energivore avranno coperti il 60% dei costi ETS sulle emissioni di carbonio.

E chi garantisce che questi risparmi verranno girati ai consumatori? Nessuno. Le aziende hanno già dimostrato che, quando si tratta di incassare aiuti pubblici, sono velocissime. Quando si tratta di abbassare i prezzi, invece, trovano sempre una scusa.
Il governo giustifica il provvedimento dicendo che la crisi energetica sta rientrando e che tra qualche mese i prezzi torneranno alla normalità. Ma su cosa si basano queste previsioni? Su dati concreti? No, su un generico “auspicio”. Intanto, le bollette restano alte e le famiglie devono arrangiarsi con pochi spiccioli.
Se davvero il governo voleva aiutare i cittadini, avrebbe potuto tassare gli extraprofitti delle aziende energetiche, che in questi anni hanno fatto guadagni record. Ma l’idea di toccare i grandi gruppi non è mai stata nemmeno presa in considerazione.
A rendere tutto ancora più grottesco è il modo in cui vengono spesi i fondi per la “transizione ecologica”. In teoria, dovrebbero servire per incentivare l’uso di energie rinnovabili e ridurre la dipendenza dal gas. In pratica, il governo li ha usati per abbassare il prezzo delle bollette… del gas. In altre parole, soldi che dovevano finanziare il cambiamento vengono usati per mantenere lo status quo.
In definitiva, questo decreto non cambia nulla. È solo un cerotto su una ferita aperta. Tra tre mesi, quando gli aiuti scadranno, ci ritroveremo esattamente nella stessa situazione, con le bollette alle stelle e il governo che, come al solito, farà finta di stupirsi.
Nel frattempo, le imprese avranno ottenuto i loro sconti e i colossi dell’energia continueranno a fare profitti milionari sulle spalle dei cittadini. Non è un rischio, è una certezza. E finché si governa con gli occhi chiusi e la testa rivolta ai soliti noti, non cambierà nulla.

14/3/2025 https://diogenenotizie.com/
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