Chi sono i Betar, gli ultrasionisti che “minacciano” Francesca Albanese?

In un post su X, il gruppo filo-israeliano Betar sembra aver minacciato Francesca Albanese di  un attacco tramite cercapersone durante la sua prevista visita a Londra, questa settimana.

Fonte: English version

Nadda Osman  – 18 marzo 2025

Immagine di copertina: Un gruppo filo-israeliano ha minacciato di attaccare Francesca Albanese tramite cerca- persone [Getty]

Betar, un gruppo estremista ultrasionista filo-israeliano, ha “minacciato” la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, con un attacco tramite cercapersone durante la sua visita a Londra questa settimana.

In un post sui social media  pubblicato domenica, il gruppo ha scritto: “Unisciti a noi per dare a Francesca un [pager emoji] a Londra martedì”. Si ritiene che l’emoji faccia riferimento ai famigerati attacchi al cercapersone in Libano, che hanno ucciso almeno 37 persone e ne hanno ferite oltre 2.931. Gli attacchi, ampiamente attribuiti a Israele, sono stati condannati come crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale.

Si dice che i cercapersone esplosivi fossero destinati a colpire i combattenti di Hezbollah, ma la loro natura indiscriminata ha provocato numerose vittime civili e ferite orribili.

Le vittime spesso tenevano i cercapersone vicino al viso per leggere meglio il messaggio, aumentando la gravità delle ferite, in particolare agli occhi. Gli attacchi hanno causato un forte aumento della popolazione ipovedente del Libano, con molti rimasti permanentemente ciechi o sfigurati.

Un’immagine che accompagnava il post di domenica di Betar recitava: “Protesta: fermate la radicalizzazione degli studenti” e presentava caselle di controllo che elencavano accuse come “Negazione del 7 ottobre”, “Sostegno ad Hamas” e “Dichiarazioni antisemite”.

Albanese è in visita a Londra per tenere una conferenza martedì presso l’University College di Londra.

Nel post di Betar si afferma anche: “Non c’è posto per l’odio verso gli ebrei nel campus”, un’accusa infondata spesso utilizzata per soffocare le legittime critiche alle politiche e alle azioni di Israele.

Parlando con The New Arab , Albanese ha reagito al post affermando: “La polizia locale dovrebbe indagare sulle minacce di morte, sulla violenza politica e sulle tecniche intimidatorie di stampo mafioso provenienti da gruppi razzisti, invece di controllare giornalisti, studenti e attivisti che si oppongono al genocidio”.

Le tattiche aggressive e provocatorie di Betar, volte a mettere a tacere i critici delle azioni di Israele, hanno suscitato una diffusa preoccupazione online, con molti utenti dei social media che hanno condannato il post, definendolo una minaccia.

“Dobbiamo tutti segnalare  questo post  come una minaccia di violenza, come chiaramente è”,  ha scritto una persona.

Altri hanno taggato la polizia metropolitana del Regno Unito e le autorità antiterrorismo sulla piattaforma di social media X, sollecitando un’indagine per “incitamento alla violenza”.

Betar promuove tipicamente un’ideologia nazionalista intransigente ed è noto per il suo attivismo aggressivo. Ha legami con movimenti politici israeliani di destra e, a quanto si dice, riceve finanziamenti da organizzazioni pro-Israele e donatori privati ​​che sostengono le cause sioniste.

Oltre alla sua ultima minaccia contro Albanese, il gruppo ha una preoccupante storia di attacchi contro voci e attivisti filo-palestinesi.

Anche i video pubblicati sui social media nel weekend hanno mostrato presunti membri del Betar che tentavano di interrompere un evento di discorso dell’attivista politico ebreo-americano Norman Finkelstein a Washington DC. Il filmato mostra il gruppo che sventola bandiere israeliane fuori dal locale e contro le finestre dove si è tenuto l’evento.

Betar ha anche preso di mira l’attivista palestinese-americana Nerdeen Kiswani. In un post di X, il gruppo ha scritto: “Odiate l’America, odiate gli ebrei, e noi siamo qui e non resteremo in silenzio. 1.800 dollari a chiunque dia un cercapersone a quella jihadista”, apparentemente riferendosi a un cercapersone in un deliberato tentativo di intimidire e minacciare.

Amnesty International ha ribadito che gli attacchi tramite cercapersone in Libano costituiscono crimini di guerra ai sensi del diritto internazionale umanitario.

L’organizzazione per i diritti umani ha aggiunto che Israele non poteva sapere chi avrebbe preso in mano i cercapersone o chi altro si sarebbe trovato nelle vicinanze al momento dell’esplosione, rendendo l’attacco indiscriminato, illegale e brutale.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina

18/3/2025 https://www.invictapalestina.org

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