Come vanno le cose per chi vive del proprio lavoro
Come vanno le cose per chi vive del proprio lavoro dopo alcuni anni di “riforme taglia-diritti dei lavoratori”, medicina amara e “salutare” che avrebbe, a detta dei governi, rilanciato la competitività e l’economia ?
Non tanto bene e in ogni caso fuori rotta rispetto ai traguardi prospettati da Monti, Letta e Renzi. I danni prodotti da queste cosidette riforme sono inversamente proporzionali agli esigui e temporanei risultati rivendicati dal governo.
Alcuni giovani ricercatori dell’Istituto ETUI in un saggio ripreso dal sito della London School of Economics spiegano come
le recenti riforme del mercato del lavoro non abbiano risolto i problemi strutturali dell’economia italiana. (1)
Un altro ricercatore, Steffen Lehndorff, in un lungo articolo apparso su Liberation descrive il cambio di rotta che sta avvenendo in Germania per riparare i danni prodotti dalle politiche neoliberali che hanno alterato il mercato del lavoro dalla riforma HARTZ in poi . Il paradosso più evidente è che le stesse politiche attuali del governo tedesco vanno in senso contrario alle politiche di austerity che Merkel esige dagli altri paesi europei… (2)
Abbiamo accennato a questi aspetti di macroeconomia perchè non si può prescindere dalle scelte politiche economiche che hanno un forte impatto rispetto alle politiche di gestione della salute in generale e della salute e sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro.
Le politiche tese a comprimere salari e diritti hanno contribuito ad incrementare i profitti ma non l’occupazione e la qualità del lavoro. Gli impatti della deregulation e la moltiplicazione delle forme precarie dei rapporti di lavoro hanno ridotto in particolare in molte PMI le pratiche ordinarie di gestione dei rischi e delle manutenzioni di sicurezza.
Questi impatti sono bene descritti nell’articolo di Fulvio Perini nell’articolo ” La salute dei lavoratori oggi, osservazioni sparse” (3)
Sui temi della salute e della sicurezza nel lavoro più volte anche da parte sindacale si è avvertita spesso la scelta difensiva e/o riduttiva di non sollevare troppi problemi alle aziende. Gli stessi lavoratori, in diverse realtà, hanno optato per la priorità del posto di lavoro anche se nocivo e/o pericoloso. E’ comprensibile, si fa quello che si riesce a fare. A fronte dell’aggressività del governo sul campo del taglio radicale dei diritti dei lavoratori traspare ancora con difficoltà una strategia di risposte adeguate. Non si può tuttavia continuare a giocare di rimessa all’infinito…
Per quanto attiene la sicurezza e la salute sul lavoro occorre un’azione urgente per definire un percorso non solo di resistenza rispetto alle politiche governative, Jobs Act e affini.
Occorre elaborare nel concreto un corredo d’indicatori che mettano un punto fermo, in nome della incolumità e della salute dei lavoratori e delle lavoratrici, rispetto all’uso delle tipologie di contratti precari previsti dal Jobs Act. Questi indicatori dovrebbero riguardare:
1) le modalità di utilizzo del lavoro flessibile in relazione alla rischiosità dei lavori con la esclusione dei lavori ad elevata rischiosità dalle forme più precarie di rapporto di lavoro; eliminazione dei voucher per tutte le situazioni lavorative che comportano rischi per la salute e l’incolumità fisica dei lavoratori e delle lavoratrici;
2) le pratiche di inserimento dei giovani lavoratori con formazione e tutor nei lavori a rischio con un uso limitato della flessibilità in relazione alla rischiosità degli stessi
3) le condizioni di lavoro delle donne
4) monitoraggio e trasparenza sulle modalità e finalità dei controlli aziendali sui devices e strumenti di lavoro elettronici forniti dall’azienda;
5) la mobilità interna alla Azienda motivata da ragioni sanitarie e/o mirata a favorire la sostenibilità del lavoro per i lavoratori più anziani e o portatori di handicap;
La sfida alle politiche neo liberiste della Commissione Europea e ai governi nazionali , dopo il fallimento di queste politiche rispetto alla ripresa economica e all’occupazione, passa attraverso la riappropriazione dei diritti fondamentali, il diritto alla salute e alla incolumità fisica è tra questi.
Gino Rubini
editor Diario Prevenzione
27/2/2016 www.diario-prevenzione.it
Riferimenti sitografici
1) The results of Italy’s 2012 labour-market reforms – no solution to unemployment
http://blogs.lse.ac.uk/netuf/
2) L’Allemagne se réforme pour réparer les dégâts des réformes néolibérales du marché du travail
http://leseconomistesatterres.
3) La salute dei lavoratori oggi, osservazioni sparse – Fulvio Perini
http://www.workingclass.it/
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