A Ghedi (BS) cacciabombardieri F-35A per trasporto bombe atomiche: la catastrofe è vicina!

Va avanti imperterrita la scelta guerrafondaia del Governo Meloni con l’arrivo alla base di Ghedi dei caccia F35 in sostituzione dei Tornado e che saranno forniti di nuove bombe nucleari. Le armi della serie B61 sono armi nucleari tattiche a gravità che possono essere utilizzate su caccia a doppia capacità (Dual Capable Aircraft) come l’F-15E e l’F-16C/D.

La bomba nucleare B61 è entrata in servizio 50 anni fa, ma in questi decenni sono arrivate innumerevoli versioni affidandosi a tecnologie sempre più avanzate. Solo due anni or sono la National Nuclear Security Administration annunciava la produzione della bomba B61-12 pensandola come arma per i caccia da guerra F-35.

Come accade da alcuni anni la produzione di nuovi caccia da guerra è funzionale al trasporto e all’utilizzo di nuove bombe nell’ottica di accrescere il potenziale distruttivo, e ad alto tasso tecnologico, dei sistemi di arma. Da tempo annunciata, la fornitura di armi nucleari tattiche sui caccia da guerra è nel frattempo divenuta realtà.

Qui il link dell’intervista ai microfoni di Radio Onda d’Urto a Mauro Scaroni di Pax christi, realtà parte del coordinamento bresciano Italia Ripensaci.

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università


Spettacolo aeronautica: “Mettiamo le ali ai nostri sogni”, sulla retorica bellicista in Lombardia

Nelle scuole di ogni ordine e grado, statali e paritarie, del territorio di Brescia e provincia è arrivato l’invito all’evento “Mettiamo le ali ai nostri sogni – Giornata per le Scuole 2024“, un titolo che mette i brividi, un appuntamento che purtroppo sta diventando fisso, ogni anno, tra le scuole di Brescia e l’Aeronautica Militare.

Non ci è molto chiaro cosa dovrebbero trovare di interessante i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, nelle acrobazie aeree tuonanti dei velivoli militari, negli stand espositivi, in quattro ore di permanenza all’aeroporto “Luigi Olivari”.

Qualche ufficiale, vedendo dei ragazzi che per non cascare in terra dalla noia decideranno di rincorrersi timidamente con le braccia aperte e fingere di essere dentro i mostri del cielo, si illuderà pure che sia stato ben gettato un seme nel loro immaginario ribelle e, troppo distante ormai dalla vita della gente comune, non sospetterà che i più svegli e informati dei ragazzi lì presenti siano immuni all’ostentazione comunicativa con la quale si dice “eccellenza italiana”, “patrimonio, valori e tradizione”.

Noi speriamo che Dirigenti scolastici e docenti si rifiutino di portare gli alunni e le alunne dentro quello scenario, estraneo alla vita e ai valori di una sana democrazia. E se, invece, decideranno di portarceli, confidiamo in quel/quella docente o genitore che riesca a spezzare la manipolazione cognitiva di questo evento, che scherzi con i ragazzi dicendo che i Diavoli Rossi di Ghedi possono chiamarsi così e scegliere quello stemma, senza problemi, mentre la rock band della scuola non può o verrebbe ricoperta di sospetti di stregoneria, dai benpensanti.

Noi speriamo che qualche docente o genitore chiarisca ai ragazzi che la Pattuglia Acrobatica Nazionale “Frecce Tricolori” è lì a fare solo uno spettacolo, perché in realtà l’Aeronautica Militare a Ghedi è specializzata nel trasporto di ordigni nucleari e svolge un servizio altamente distruttivo per il pianeta e tutte le persone che lo abitano, noi compresi.

Prima di portarceli, che si denunci ai ragazzi e alle ragazze che stiamo foraggiando le guerre accese in altri confini geografici a discapito della loro formazione. Questa lettura della storia italiana attuale li aiuterà anche una volta licenziati dalla scuola.

Secondo i grandi attori di questo evento, e di altri eventi simili che osannano le FF.AA. proponendole come apprezzabile via di realizzazione professionale, serve ispirare le nuove generazioni al servizio del Paese. Vorremmo dire loro che è nostra responsabilità di adulti verso le generazioni più giovani preparare per loro un mondo migliore, servire al meglio le loro reali aspirazioni, invece di reprimerle sul nascere come si cerca di fare con la ampollosa e asfissiante propaganda di guerra.

Ed è nostro dovere insegnare alle giovani generazioni che servire il Paese è un dovere che si imbraccia serenamente e senza protestare solo se significa vivere, e non distruggere.

In allegato la circolare.

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Maria Pastore – Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università


Da Siena a Pisa: La scuola si riprenda i suoi spazi educativi, non si permetta la militarizzazione

L’attività di monitoraggio costantemente portata avanti dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università si propone come obiettivo quello di sviluppare un dibattito pubblico sul tema della presenza delle forze armate all’interno delle nostre istituzioni scolastiche. Nel corso del tempo l’Osservatorio ha potuto verificare come questa “invasione di campo” si sia prodotta secondo varie direttrici profilandosi come una vera e propria colonizzazione delle scuole da parte di corpi dello Stato afferenti al Ministero della Difesa e dell’Interno.

Sempre più frequentemente infatti Carabinieri Polizia di Stato entrano nelle aule scolastiche in qualità di “docenti” su argomenti di particolare delicatezza quale il cyberbullismo, la violenza di genere, la legalità o la dipendenza da alcool e stupefacenti.

In questa sede vorremmo fornire qualche esempio, a partire dal caso dell’IC Ambrogio Lorenzetti di Rosia Sovicille (SI) dove il 12 marzo 2024 «si è svolto l’incontro dei ragazzi delle classi terze con l’Arma dei Carabinieri e la rappresentanza del Comandante della Stazione C.C di Rosia M.llo Di Fazio e del Nucleo “Associazione Nazionale Carabinieri di Siena“»  su «tematiche emergenti nel mondo giovanile dal cyberbullismo alla dipendenza da alcool e stupefacenti» (qui la segnalazione dell’evento sulla pagina Facebook della scuola).

In data 11 marzo 2024, invece, l’IC Liana Strenta Tongiorgi di Pisa ha organizzato un incontro su legalità e contrasto alla violenza di genere per alcune classi terze della scuola secondaria “Mazzini” (qui la prima segnalazione e qui la seconda segnalazione) in collaborazione con i Carabinieri del Comando provinciale di Pisa. Siamo ancora a chiederci come mai per discutere sulla questione della violenza di genere ci sia bisogno proprio della presenza di una forza armata a scuola.

Precedentemente, sulla tematica del bullismo e cyberbullismo, presso l’IC Fibonacci di Pisa nel dicembre 2023  era stato organizzato un incontro con i Carabinieri che ha coinvolto 160 studenti e studentesse delle classi seconde della scuola secondaria. Come apprendiamo dalla stampa (clicca qui per la notizia)  «l’appuntamento rientra nella campagna di diffusione della cultura della legalità» e durante l’incontro «i militari dell’Arma hanno ribadito le regole basilari della civile convivenza, di come siano parte integrante della vita quotidiana da tenere a casa e a scuola, nei confronti dei compagni di classe e dei docenti, seguendo il condiviso principio del “non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”». Ancora una volta, come mai la trattazione di tematiche che dovrebbero rientrare nella sfera di competenza dei e delle docenti viene affidato a personale esterno?

Si tratta di esempi, e purtroppo se ne potrebbero produrre a decine, che evidenziano l’abbandono da parte della scuola di alcuni spazi didattici che vengono immediatamente occupati dalle forze armate, rinuncia che si accompagna allo smantellamento della sua funzione pubblica in atto da anni. Momenti di confronto su argomenti che dovrebbero essere opportunamente affrontati nell’ambito di una proficua relazione didattica tra docenti e studenti diventano immancabilmente occasione per rendere le nostre aule terreno di conquista.

Per questi motivi invitiamo studentesse e studenti, genitori e insegnanti a contribuire alla campagna di resistenza condotta dall’Osservatorio segnalando al nostro indirizzo (https://osservatorionomilscuola.com/contatti/) ogni situazione di presenza di forze militari a scuola.

Suggeriamo inoltre la consultazione di un importante Vademecum scaricabile in formato editabile (https://osservatorionomilscuola.com/archivio-mozioni-e-documenti/) sul quale siamo disponibili a dare consigli e indicazioni. Si tratta di uno strumento giuridicamente utile per difendere la scuola e ripensarla come luogo di pace e di cultura, e per rilanciare buone pratiche di collaborazione tra tutti i membri della comunità scolastica.

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

https://osservatorionomilscuola.com

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