ABBASSO I FANNULLONI!
Leggo la notizia sull’ennesimo giro di vite contro i “furbetti del cartellino” e mi viene da ridere. Lavoro da quasi dieci anni nella Pubblica Amministrazione e una volta ogni sei mesi circa mi imbatto in una notizia del genere, montata ad arte, perchè non c’è nulla di nuovo. E’ banale, ma da che mondo è mondo, nel pubblico come nel privato, la legge dice che se non vai a lavorare senza un giustificato motivo, o se dichiari di essere a lavoro e invece sei, per dire, a fare la spesa, vieni punito e puoi essere licenziato.
La grande novità, sbandierata dal Governo, è che col nuovo Dlgs in discussione la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione sarebbe automatica e obbligatoria, senza appello, in caso di flagranza di reato. Fine della pacchia per i fannulloni, i rubastipendio? Nemmeno per idea!
Qualche furbetto, in dieci anni di lavoro, l’ho visto: qualcuno che entra più tardi, oppure esce prima, fingendo di aver “dimenticato” di marcare – può succedere, negli uffici dove non ci sono i tornelli – e poi chiede al collega o al responsabile di turno di correggere “l’errore” direttamente dal computer. C’è anche chi compare in ufficio, poi misteriosamente sparisce per tornare ore dopo. Pochissimi casi, per la verità: la maggior parte di noi arriva spessissimo in anticipo – se vai a lavoro coi mezzi pubblici tendi a prendere i primi della mattina, altrimenti rischi di non arrivare più – e molti restano anche oltre l’orario – perchè gli uffici sono per la maggior parte, checché se ne dica, sottodimensionati, il lavoro è tanto e i dirigenti sono col fiato sul collo…
Non ci credete? Beh prendiamo ad esempio i dati sui lavoratori dei comuni, su cui la stampa si è particolarmente accanita di recente: negli ultimi anni il carico di lavoro è decisamente aumentato, dato che il blocco del turn over (ossia delle assunzioni per sostituzione del personale in pensione) ha portato ad una riduzione del numero di dipendenti di oltre 52.000 unità negli ultimi 6 anni. Risultato: l’età media dei dipendenti comunali è di 50 anni, come rileva l’ANCI nell’ultimo rapporto disponibile: “anche nel 2013 la classe che registra la maggiore concentrazione di lavoratori, pari al 24,5%, è quella dei 55-59enni”.
Bene: questo nuovo decreto, se approvato, andrà proprio contro la stragrande maggioranza di dipendenti che fanno il loro lavoro dall’inizio alla fine, e non limiterà in alcun modo le furbizie dei pochi che approfittano. Perché?
Perché introduce una sanzione grave, immediata e senza contraddittorio – sospensione dal lavoro e dallo stipendio – che va contro proprio chi fa sempre il suo dovere e non è “attrezzato” alla furbizia.
Un impiegato che è da solo in un ufficio di relazioni con il pubblico, deve uscire e chiudere per andare in bagno e non può andare dall’altra parte dell’edificio dove c’è l’unico marcatempo a marcare la pausa, se per caso ha la sfortuna che gli scappa la pipì proprio in uno di quei giorni di propaganda contro gli statali, si imbatte in uno stronzo, una telecamera o una troupe delle Iene e finisce in mezzo a una strada. Non ci credete? La maggior parte delle volte che qualcuno si assenta senza marcare il cartellino è esattamente per un motivo simile. Ancora, mi può capitare di dover correre a casa per qualche motivo: secondo le attuali leggi posso non marcare l’uscita, salvo poi giustificarla debitamente dopo. Con questo nuovo decreto, la “flagranza” dello statale che esce senza aver marcato è sufficiente per far scattare automaticamente la sospensione dello stipendio. Poi il dirigente ci darà ragione: ma sarà passato almeno un mese, se non di più, durante il quale non avrò percepito nulla, e sono sempre di più gli statali che, tra cessione del quinto, affitto e altre spese non riescono a mettere da parte un euro per le emergenze…
Che fa, intanto, il furbetto, l’assenteista, il fannullone? Continua indisturbato. Perché lui sa come fare, si cautela, è coperto: dal collega con cui divide la stanza e che non vuole litigare, ma molto più spesso dal dirigente complice o da qualche legame clientelare. Eh sì, perché dietro ogni assenteista c’è un dirigente compiacente, che spesso chiude un occhio o anche due per togliersi di mezzo un elemento di disturbo o, peggio ancora, per avere qualche favore in cambio. Il dirigente: colui che non è obbligato a marcare il cartellino, che entra ed esce quando vuole e che prende i premi di risultato sulla base del lavoro fatto dai sottoposti. Quello che intasca stipendi alti e altissimi e spesso organizza il suo ufficio non nel modo migliore per tutti, ma nel modo migliore per sé, un modo che magari prevede che, mentre la maggioranza degli impiegati lavora, tra mille responsabilità, rispondendo come può alle domande del pubblico, il “furbetto del cartellino” lo accompagna con l’auto a fare servizi…tanto poi a fine mese la manina aggiusterà tutto.
Questi sono i fannulloni che noi non sopportiamo: del resto, se tutti lavorassero seriamente, il lavoro di ciascuno diminuirebbe e potremmo essere tutti un po’ più tranquilli, oziosi e pigri, senza sensi di colpa…ancora una volta, il problema di fondo non è chi “dimentica” il cartellino” ma chi, in questa società, che stia nel pubblico o nel privato, occupa posizioni di vertice, più che di base, e ha come unico scopo quello di mantenere “l’andazzo generale”.
Oggi il “nemico” è lo statale fannullone: in molti applaudiranno alla firma del Dlgs, pensando che se finalmente iniziano a licenziare, su due piedi e senza contraddittorio, gli odiosi statali, stiamo tutti meglio, anche chi, il “diritto” di essere cacciato a calci in culo, lo ha acquistato, ahinoi, già troppo tempo fa.
Peccato che se guardiamo le retribuzioni di questi cosiddetti privilegiati, sempre restando sul caso dei comuni, il Sole 24 ore ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo “La Ragioneria generale: busta paga media nei comuni scesa di 443 euro in un anno” in cui si afferma che per recuperare il potere d’acquisto, perso con il blocco della contrattazione nazionale, nelle amministrazioni locali si è sempre fatto più ricorso al salario accessorio. Quest’ultimo poi è stato considerato illegittimo e sforbiciato da MEF; per cui il risultato finale è l’abbassamento degli stipendi dei lavoratori pubblici, come secondo i piani: “Le buste paga dei dipendenti comunali si sono fermate in media nel 2014 a quota 20.109 euro lordi, con una flessione dell’1,5% rispetto a 12 mesi prima. Questo è dovuto per il 91% alla flessione del salario accessorio. Questa voce, infatti, nel complesso è diminuita del 16,8% fra 2013 e 2014, mentre nello stesso periodo i dipendenti diminuivano dell’8,3 per cento”. Ricordiamo che poi il blocco della contrattazione nazionale ha significato la fine degli aumenti salariali per tutti i dipendenti pubblici. Un fatto dichiarato di recente incostituzionale dalla Consulta e che non ha condannato il Governo a risarcire i lavoratori solo perché sarebbe stato violato il pareggio in bilancio diventato ormai anch’esso di recente norma costituzionionale!
Noi pensiamo allora che il nemico dei lavoratori, non stia tra i lavoratori stessi: non è lo statale, non è l’immigrato, ma è chi ci mette ad arte gli uni contro gli altri; crediamo che i veri “fannulloni” sono quelli che campano – e bene! – sul lavoro altrui, senza bisogno di marcare alcun cartellino di troppo: i Marchionne, i Tronchetti Provera, i 60 che da soli guadagnano quanto la metà del pianeta, legalmente.
Contro i fannulloni? Sì. Perché chi lavora davvero è costituzionalmente contro chi si imbosca: ma non ci facciamo prendere per il culo, se sono gli imboscati supremi a dirci che vogliono punire chi imbroglia; non ci facciamo arruolare nelle loro truppe.
PS
Quando i Governi si riempiono la bocca di “spending review” e tagli del personale, tenete conto che l’altra faccia di questa medaglia è l’aumento delle esternalizzazioni e quindi dell’utilizzo dei lavoratori in appalto. I lavoratori in appalto vengono infatti contabilizzati nelle voce di bilancio “acquisizione di beni e servizi” e non vanno ad alimentare le “spese del personale”. Cosi le leggi che hanno imposto i vincoli stringenti alle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche alla fine sono state funzionali alla privatizzazione dei servizi stessi, che quando vengono esternalizzati –conti alla mano!– non comportano alcun risparmio per lo Stato ma determinano unicamente un peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità dei servizi.
22/1/2016 http://clashcityworkers.org
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!