Acqua pubblica, il governo Meloni l’attacco definitivo al Referendum 2011
Troviamo incredibile la cecità con cui il governo Meloni sta gestendo il più importante bene comune che abbiamo: l’acqua. Veniamo infatti da una torrida estate che ha messo in crisi le nostre riserve idriche, soprattutto nelle regioni meridionali. È notizia di questi giorni (Il sole 24 ore) che ben due milioni di cittadini siciliani sono senz’acqua. Di fatto l’acqua è la prima vittima di questo spaventoso surriscaldamento del Pianeta. Il World Institute of Resources ci ammonisce che entro il 2040, in Italia, avremo meno 50% di disponibilità idrica.
In un contesto del genere è veramente aberrante e criminale che il governo Meloni stia elaborando un decreto che rafforzerà le politiche di privatizzazione di questo bene fondamentale. Infatti, con un vero e proprio colpo di mano, sperando nella disattenzione generale, il governo Meloni sta mettendo mano a un provvedimento che sancirebbe la definitiva consegna del servizio idrico ai soggetti privati e al mercato.
Il Decreto-legge in elaborazione porta come titolo: “Disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche, di siti contaminati e dissesto idrogeologico.” In questo Decreto, dove non si parla mai di servizio idrico, che sarà discusso prossimamente nel Consiglio dei ministri, si trova inserita una norma in base alla quale soggetti privati, fino a un tetto del 20%, possono entrare nelle società a totale capitale pubblico. Parte così l’attacco del governo Meloni alle società a totale capitale pubblico che gestiscono le reti idriche. Questo, dopo che sia il governo Draghi come della Meloni, avevano proibito le Aziende Speciali, che non essendo Spa (società per azioni), possono fare solo utili da investire nel servizio idrico.
I privati, una volta entrati nella società a totale capitale pubblico, la faranno da veri padroni. Se questo provvedimento venisse approvato, tutto il servizio idrico sarebbe dominato dai privati. Sarebbe questo decreto-legge l’ultimo e definitivo schiaffo al Referendum del 2011, quando 27 milioni di italiani avevano votato che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto sull’acqua. Stranamente questo decreto coincide con la visita a Roma di Larry Fink . Di fatto il 30 settembre la presidente Meloni ha avuto un lungo colloquio a Palazzo Chigi con Larry Fink, presidente e amministratore delegato di Blackrock, la più grande società di patrimoni del mondo, con circa 10 mila miliardi di dollari in gestione, con partecipazione in istituti di credito italiani e società come Enel e Leonardo, per discutere le possibilità di investire anche in Italia. Il settore idrico è oggi molto appetibile, visto che continua a realizzare profitti garantiti. Gli occhi della finanza internazionale sono puntati sull’acqua.
Davanti a una tale situazione sollecitiamo una grande mobilitazione popolare per bloccare questo Decreto del governo Meloni che intende trasformare questo bene essenziale per la nostra sopravvivenza, in merce. È inaccettabile il trionfo della privatizzazione dell’acqua. Facciamo nostre le parole di Papa Francesco nella Laudato Si’, che afferma:” Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato.”
Per questo ci appelliamo a tutte le realtà associative, sindacali, ai movimenti, alle comunità cristiane, perché si oppongano alla privatizzazione di “Sorella acqua”.
Alex Zanotelli, Corrado Oddi
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